Il franchise dei film di George Lucas non si è mai estinto. Il mondo di Star Wars è sempre in continua evoluzione e crescita, infatti nell’ultimo periodo ci sono due produzioni attualmente in corso: "The Mandalorian" e "The Book of Boba Fett". Del primo, ne abbiamo già parlato qui, dove vi abbiamo esposto i motivi per cui va assolutamente vista, mentre oggi ci soffermiamo su uno dei cattivi dei film principali. La prima puntata di “The Book of Boba Fett” è uscita il 29 dicembre e quelle nuove, a oggi solo tre di cui parliamo adesso, sono disponibili ogni giovedì su Disney.
Cominciamo
dall’inizio, chi è Boba Fett? Nell’immaginario mondo di Guerre Stellari, Boba
Fett (Temuera Morrison) è un clone di Jango Fett e suo figlio adottivo. Alle dipendenze
di Jabba the Hutt, un alieno del pianeta Tatooine dalle somiglianze di un
gigantesco lumacone, lavora come sicario per quest’ultimo, fino a quando non troverà la morte per mano del suo maggiordomo, Bin Fortuna. Scoperto l’omicidio, Fett se ne sbarazza a propria
volta e siede sul trono che un tempo era di Jabba, diventanto un daimyo (una
specie di signore della guerra). Questo lo vediamo nella seconda stagione di "The Mandalorian".
Nei primi due episodi della serie, composta per un totale di sette puntate, ci viene mostrato il maldestro tentativo di Fett di metter su una organizzazione criminale composta inzialmente da se stesso, da Fennec Shand (suo braccio destro, interpretato da Ming-Na Wen) e due Gamorreani (alieni ben piazzati che una volta erano le guardie del corpo di Jabba). Ci viene mostrato che la sua permanenza sul trono è ben lontana dall’essere priva di rischi, infatti i gemelli Hutt, cugini di Jabba, sono intenzionati a prendere quello che spetta loro di diritto. Il loro punto di forza è Black Krrsantan (uno wookie dal pelo scuro, ricordate Chewbecca, no?), che fa loro da guardia del corpo.
Nel terzo episodio, uscito giovedì scorso, la linea temporale del presente è molto più ampia, seppur pecchi sempre di quel mordente e di quelle azioni spettacolari che per tanti anni ci hanno regalato i film della saga di Star Wars. Analizzando la mappa di Mos Espa, la zona portuale di Tatooine, il protagonista viene interrotto da un cittadino che si lamenta per dei teppisti che derubano la sua merce. Poco più tardi, Fett va lì insieme al suo braccio destro e, capito perché i ragazzi si comportano in quel modo, li ripaga e propone loro di unirsi alla sua società criminale. Mentre veniamo trasportati nuovamente in un flashback, in cui vediamo la tribù dei Tusken distrutta, Black Krrsantan lo scaraventa fuori dalla vasca, nel vano tentativo di ucciderlo. Viene fatto prigioniero e solo più tardi i gemelli Hutt vanno a fagli visita. In un gesto simbolico di pace, spiegano a Fett che dalla morte di loro cugino, il pianeta era giò stato promesso al sindacato dei Pyke e gli donano un cucciolo di Rancor (che Luke Skywalker aveva ucciso ne “Il ritorno dello Jedi”).
Gli episodi usciti fino a ora, che siamo quasi a metà della serie, mancano costantemente di mordente, di quel passetto in più che renderebbe più godibile un prodotto di questo tipo. Non mancano gli easter egg, che strizzano l’occhio a una fan base più solida, ma di difficile comprensione a chi si approccia a The Book of Boba Fett con informazioni scarse o nulle. Forse la parte trainante della serie, al momento, è l’approfondimento fatto ai Tusken e il cambiamento del personaggio di Fett. Purtroppo i continui sbalzi temporali rendono la serie a tratti anche noiosa, quando poteva essere fatta una linea temporale unica a giustificare la graduale evoluzione di un personaggio che era stato un antagonista nei film della saga. La parte finale del terzo episodio, però, fa ben sperare: sembra l’inizio della guerra contro i Pyke. Sperando che la serie cominci a ingranare sul serio, non resta che aspettare giovedì per un nuovo episodio su Disney+.
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