Roma, anni ’30. È bastato questo a farmi comprare “Le convenienze” di Lorena Fiorelli, ormai un anno fa.
È molto difficile, per me, parlare di Marta, perché vorrei dire tanto sulla protagonista e so che non riuscirei a renderle giustizia tra le righe di questo articolo.
Marta è una giovane ragazza cresciuta in una famiglia borghese romana. È stata educata ai sani valori e principi, al fare quello che è giusto fare per mantenere un’apparenza impeccabile.
“Ma il corso del tempo, si sa, è assai bizzarro, non tiene conto delle regole degli uomini, non conosce età né si intende di circostanze.”
Come è capitato e capita continuamente a ogni essere umano, l’arrivo dell’adolescenza coincide con i primi innamoramenti e con il mettere in discussione tutti gli insegnamenti appresi. Il nostro lato ribelle ha la maggiore. Più ci distacchiamo da ciò che è stato creato per noi, più veniamo considerati come le classiche pecore nere, e veniamo accusati di essere sbagliati, irriconoscibili o irresponsabili da chi ci ha cresciuti.
Marta ha solo
quattordici anni quando si accorge di essere innamorata di Giacomo, e ad
attrarla è “il modo in cui parla”. Quando Ada, la sua migliore amica e cugina
di Giacomo, le chiede cosa voglia dire, lei risponde: “Vuol dire che mi
piacerebbe anche se fosse brutto”. Con questa risposta Marta si mostra in tutta
la sua risolutezza, pienamente convinta di ciò che vuole e del perché lo
vuole.
Vive la sua vita divisa
tra le emozioni che vorrebbe esprimere e ciò che non può comunicare. Sono gli
anni ’30: l’Italia è fascista e si avvicina a una guerra. Giacomo parla di
libertà, le fa vedere il mondo con i suoi occhi, lei cambia prospettiva e
comincia a ragionare in modo differente. È attratta dai suoi ideali, dalla sua
passione e dalla sua voglia di fare ciò che è realmente giusto.
Non tutto ciò che ci viene
insegnato dai genitori, o dagli adulti in generale, è in linea con il nostro modo di essere.
Marta cambia ambiente, cambia punti di vista ma non riesce a cambiare il
sentimento che prova per Giacomo. E anche le barriere del ragazzo cominciano a
vacillare. Si sentono anche se distanti, separati da un mondo che li vuole
divisi. Sono entrambi convinti, però, che prima o poi il bene trionferà su
tutto e che il mondo sarà destinato all’unità.
Nel corso del romanzo
Marta cresce, riesce a trasformare in positivo ogni avversità. Non si piange
addosso, affronta la vita di petto e non si arrende. È guidata dall’amore che
nutre per Giacomo: è come un faro che non si spegne mai. La sua luce la guida
quotidianamente, è un pensiero che la migliora giorno dopo giorno.
“Era tornata per due motivi, uno di questi era
la verità, e adesso che l’aveva avuta pensò che in fondo ogni cosa della sua
vita e di quella di sua madre si fosse piegata agli obblighi borghesi delle
convenienze.”
È sul finire del libro
che ho ammirato sul Marta: agisce d’istinto, è il suo intuito a dirle cosa è
giusto e cosa è sbagliato, non la società. Lei sa quello chi è e sa quello che
vuole, sa cosa cambiare e come cambiarlo. Non è guidata dal rancore, dal
risentimento o dalla vendetta. È Marta a guidare Marta. Si muove sul binario
che tutti noi dovremmo seguire: quello che porta al rispetto verso noi stessi.
“Il tempo delle cose,
si sa, muta spesso e facilmente, si intrufola e decide delle vite degli altri
senza intendersi di età e convenienze, tuttavia quel giorno capì che qualcosa
era cambiato, e se ne andò senza bussare. Era il 1945. Un pomeriggio d’aprile,
sul finire del mese.”
Siamo quello che siamo per le persone che abbiamo avuto intorno dalla nostra nascita fino ad adesso, ma non sempre il pensiero degli altri può aiutarci. A volte ci blocca, ci fa credere di essere sbagliati, di essere i pazzi che credono in qualcosa che ancora non esiste.
Perché non possiamo essere noi quelli che cambiano le cose? Che le creano dal nulla? Marta mi ha insegnato questo: a vivere per ciò che è giusto. A pensare con la mia mente, a combattere per ciò in cui credo. E soprattutto, a non portare rancore e non biasimare chi segue ciecamente i sentieri già battuti da altri.
Marta è forte e sa donare molto, e ha molto altro da raccontare.
Ringrazio Lorena Fiorelli per la fiducia nei miei confronti, per le belle parole che mi ha scritto e per aver creato Marta.
Se l’articolo vi ha incuriositi, potete acquistare il libro cliccando su questo link.
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