Sono passati dieci anni da quando Suzanne Collins pubblicò l’ultimo
romanzo della saga fantasy-distopica che l’aveva portata al successo: Hunger Games.
Dieci anni dall'ultima volta che avevamo messo piede nell’arena della morte insieme a Katniss Everdeen, vittima sacrificale dei giochi brutali introdotti per punire la ribellione dei dodici distretti di cui era composta la nazione immaginaria di Panem, da parte di Capital City. Pensavamo che la storia fosse finita lì, che luci e ombre sul passato degli ideatori dei giochi dovessero rimanere un mistero affidato alla libera interpretazione, invece non è stato così. La voce di corridoio sul fatto che la Collins stesse scrivendo uno spin-off si è dimostrata vera: il 19 Maggio 2020 è uscito nelle librerie italiane “Ballata dell’Usignolo e del Serpente”.
Dieci anni dall'ultima volta che avevamo messo piede nell’arena della morte insieme a Katniss Everdeen, vittima sacrificale dei giochi brutali introdotti per punire la ribellione dei dodici distretti di cui era composta la nazione immaginaria di Panem, da parte di Capital City. Pensavamo che la storia fosse finita lì, che luci e ombre sul passato degli ideatori dei giochi dovessero rimanere un mistero affidato alla libera interpretazione, invece non è stato così. La voce di corridoio sul fatto che la Collins stesse scrivendo uno spin-off si è dimostrata vera: il 19 Maggio 2020 è uscito nelle librerie italiane “Ballata dell’Usignolo e del Serpente”.
Io avevo da poco terminato di leggere la saga che aveva come
protagonista Katniss e mi sono lasciata trascinare dalla voglia di scoprire
qualcosa in più sul suo acerrimo nemico: Coriolanus Snow. Avevo sempre visto
questo personaggio come un “villain” per necessità, il perfido Presidente che
portava avanti quei giochi che obbligavano due bambini/ragazzi per distretto a massacrarsi per il puro e agghiacciante divertimento di Capital City.
Ero incuriosita perché sono sempre stata contraria ai
cattivi per costrizione, per quei cattivi che lo sono perché “dipinti così”.
Nessuno è completamente buono o completamente cattivo, quindi ero interessata a
leggere il libro che avrebbe delineato il percorso che compie un villain per
diventare tale. Devo ammettere di essere rimasta sorpresa dal libro e per
questo tipo di saghe è difficile, dati i soliti finali scontati. Il dilemma che
segue il libro riguarda la scelta di Coriolanus tra amore e potere, alla
ricerca di cosa effettivamente desidera.
Ambientato più di sessanta anni prima, nella "Ballata dell'Usignolo e del Serpente" seguiamo le vicende di Coriolanus Snow, membro di una famiglia in segreta decadenza, scelto per essere il mentore di una ragazzina appartenente al distretto
più povero di tutti, il Distretto 12. Dovrà aiutarla a sopravvivere ai decimi Hunger
Games, cercando così anche un riscatto personale. Ce la farà o la sua protetta, l'eccentrica cantante Lucy Gray, perirà nell'arena?
Malgrado la storia sia su Coriolanus, torniamo ad affrontare la questione etica della spettacolarizzazione della morte e la scelta di macchiare le mani dell'innocenza, affrontata già in Hunger Games, ma stavolta il punto di vista è capovolto. Altrettanto interessante è stata la scelta stilistica della Collins: con Coriolanus Snow ha scelto la terza persona singolare, mentre per Katniss Everdeen aveva scelto la prima. Un salto di qualità che ho apprezzato molto.
Ovviamente non mancano i riferimenti alla saga
originale, che faranno sicuramente colpo su chi ha già letto la saga pilota. Coriolanus è
un uomo affascinato dal potere, bistrattato e solo che fa di tutto per avere il
posto che gli spetta. Non c'è, però, bisogno del "bagaglio Katniss" per leggere questo romanzo: la Collins ci presenta un mondo sia noto che nuovo, ricco di emozioni
e controversie etiche, in grado di far colpo sia su chi già conosceva la saga, sia su chi di Katniss non ne sa nulla.
Voci di corridoio parlano di un nuovo ciclo che si è aperto
con la "Ballata dell’Usignolo e del Serpente" e, malgrado ci siano diversi interrogativi
che lasciano il lettore vittima del cliffhanger, io ce lo vedrei bene anche
come volume unico. Vediamo se, ancora una volta, le voci che
girano saranno veritiere.
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