lunedì 20 dicembre 2021

#Musica: Una canzone per Natale

Il periodo Natalizio è già arrivato, lo si nota dall’abbondanza di decorazioni sfarzose, nonché dal freddo siberiano capace di farti rabbrividire nonostante tu stia indossando tutti i maglioni del tuo guardaroba. Ma c’è anche un’altra peculiarità che contraddistingue questo periodo, ossia l’essere associato a quelle canzonette un po’ stucchevoli che da tempi immemori vengono riesumate per l’occasione. In questo articolo vogliamo presentarvi una canzone “natalizia” abbastanza particolare, che nei contenuti si discosta significativamente da quelle a cui la tradizione ci ha già abituato.

Mettetevi comodi nascondendovi dal freddo siberiano sopracitato, per questo Natale è arrivato il momento di concedervi l’ascolto di musica alternativa.

#TheBeatles: Get Back, terza parte

Lo sapete e ormai non lo neghiamo più: per i Beatles puntiamo alla psicopatia. La Beatlemania, qui, sicuramente non è mai finita. Tra gadget, aneddoti e temi astrali dei quattro che abbiamo imparato a memoria - letteralmente -, possiamo dire che li conosciamo molto bene. Al terzo articolo su Get Back, il docufilm che potete trovare su Disney+, togliamo la maschera del: “Facciamo finta di non esserne così tanto ossessionate”. Maschera che comunque non abbiamo mai tenuto in Radio, quindi se siete fan dei Beatles, vi consigliamo anche di ascoltarci su RadioSapienza e di recuperare le puntate di Apollo Station.

Perché questa intro? Perché noi non abbiamo veramente parole per la terza parte di Get Back. Se le prime due potevamo anche affrontarle da un punto di vista oggettivo, non abbiamo ancora assimilato concretamente gli ultimi centotrentanove minuti e non sappiamo come parlarne. 

sabato 18 dicembre 2021

#Pensieri: Oltre l'orizzonte

Come al solito quando scrivo su Pensieri, so benissimo che il discorso vale per me ma anche per le altre. Se ho scelto di mettere questo articolo nella categoria più intima del blog è perché credo che ciò che ho passato possa aiutare molte persone. Quando ho visto “Oceania” per la prima volta non nego che ho pianto. Non tanto per la trama o per la profondità del film d’animazione, ma per la canzone “Oltre l’orizzonte”.

Era il 2017, un anno dopo la sua uscita, e proprio come la protagonista Moana -solo in italiano il nome è Vaiana- io vivevo una vita che agli occhi degli altri era perfetta, ma che per me era una prigione. Piccolo riassunto per chi non avesse il film: Vaiana è l’erede dell’isola Motunui, dove agli abitanti è sempre stato proibito andare oltre l’orizzonte del mare, nonostante il passato (sconosciuto alle nuove generazioni) da navigatori. Vaiana è sempre stata attratta dall’esplorare il mare e, anche se il sentimento è rimasto latente per anni, prossima all’elezione come capo villaggio, si libera da quella costrizione. Il testo della canzone descrive pienamente come mi sono sentita per anni e oggi voglio analizzarlo qui, perché come la voce di Chiara Grispo (Vaiana nelle canzoni) mi ha dato la forza di reagire, allo stesso modo mi auguro possa farlo con voi. Aggiungo solo che la versione originale ha come titolo: “How far I’ll go”, ora, chiedo pietà, ma secondo il mio modestissimo parere, la Disney in italiano è molto più matura rispetto alla versione originale inglese. Quindi ecco spiegato il perché voglio riportare il testo italiano. 

#Musica: Dovrai

Per quanto le canzoni contemporanee considerate comunemente "commerciali" ci piacciano, ci facciano cantare, piangere e ridere, e per quanto facciano parte delle playlist che ascoltiamo quotidianamente, non è facile che ci facciano anche venir voglia di dedicargli un articolo qui su 4Muses.
Non perché la "musica commerciale" sia priva di significato o valore (come in molti tendono a pensare), ma perché solitamente per quanto emozionante, un brano non ci fa venir voglia di scrivere una pagina (e mezzo, a volte) di articolo.

venerdì 17 dicembre 2021

#Cinema&SerieTv: La stanza - Recensione

L’horror è il genere per eccellenza che riesce a esorcizzare le paure del pubblico. Un modo controllato con il quale intraprendere una sorta di terapia d’urto, che ci mette faccia a faccia con ciò che molto spesso tendiamo a ignorare. E, nonostante i problemi con cui gli autori di questo genere devono confrontarsi all’interno del nostro paese, riusciamo ad avere pellicole interessanti che riescono a rileggere la nostra società. La pellicola di cui vi parleremo oggi è disponibile su Amazon Prime Video ed è diretta e scritta da Stefano Lodovichi; abbiamo avuto modo di incontrarlo durante l’Heroes Film Festival e ciò ci ha permesso di approfondire ulteriormente alcuni degli aspetti che sono stati trasposti all’interno della pellicola.

"La stanza" racconta la storia di Stella (Camilla Filippi), una madre, che si ritrova sull’orlo di un cornicione. Saltare vorrebbe dire metter fine a tutto, ma un suono le impedisce di portare a compimento tale gesto. L’uomo misterioso che ha bussato alla porta dice di esser un ospite, di aver prenotato una stanza e visto il tempo non sarebbe molto cortese esser mandato via. La stravolta Stella non sa cosa, effettivamente, sia corretto fare; ma alla fine decide di farlo entrar contattando il marito per avere maggior informazioni su tale affitto.

Sappiate che da questo punto in poi l’articolo scenderà nei dettagli e quindi conterrà spoiler sul film.

#Libri: Su un letto di fiori

[Larticolo contiene spoiler]
  
Leggere di uno scrittore giapponese è quasi sempre una forte esperienza interiore, per questo per molti questi libri possono non piacere. A volte mettersi a nudo, riconoscersi in alcune pagine non è per nulla semplice e per questo spesso meritano un’attenzione maggiore rispetto a qualsiasi altro romanzo. Lo abbiamo visto con i due libri di Murakami (“L'uccello che girava le viti del mondo” e “La fine del mondo e il Paese delle Meraviglie”) e con “Kitchen” di Banana Yoshimoto. Oggi vogliamo parlarvi di un altro libro di quest’ultima autrice, “Su un letto di fiori”, uscito nella collana “I narratori” della Feltrinelli nel settembre di quest’anno.

Il libro, di sole centoventotto pagine, segue la storia di Miki, che da neonata è stata trovata avvolta dalle alghe in riva al mare. Da quel momento la sua vita prende una strada fatta di amore incondizionato, dato da una famiglia allargata che, dopo averla trovata, le permette unesistenza spensierata, malgrado alcuni soggetti siano un po’ sopra le righe. Il nonno, infatti, era in grado di esercitare il potere dell’attrazione e di avere una gioia nella vita che riesce a trasmettere anche a sua nipote. Miki e la sua famiglia gestiscono un piccolo bed & breakfast, alle cui spalle sorge un casolare cupo e “stregato”.

giovedì 16 dicembre 2021

#Spettacolo: L'horror in Italia

Non ci stancheremo mai di dirlo: il genere horror in Italia dovrebbe esser più valorizzato. È una cosa nella quale noi di 4Muses crediamo fermamente, perché attraverso di esso si ha la capacità di esorcizzare aspetti intrinsecamente legati alla crescita della società. Esso si evolve, si modifica nel corso del tempo e trasporta sullo schermo i malesseri -più o meno latenti - della popolazione nella quale trae origine. Dopo Dario Argento, in pochi sono stati in grado di prendere tra le mani il testimone di questo genere cinematografico nutrendo la diffidenza da parte del pubblico.

Oggi, infatti, possiamo parlare proprio di questo: diffidenza. Ci è capitato tantissime volte di sentire la frase: non vado a vederlo perché è italiano, come se i cineasti italiani si fossero solo concessi la creazione di film comici, di commedia e i cinepanettoni (cosa che per lungo tempo è stata effettivamente così). La tendenza sta, per fortuna, cambiando. I nuovi registi, le nuove leve, hanno voglia di sperimentare e di esorcizzare i loro malesseri e timori attraverso la macchina da presa. Paolo Strippoli, Stefano Lodovichi e Alessio Liguori ne sono un esempio. I tre registi con i loro "A Classic Horror Story" (che Strippoli ha realizzato in collaborazione con Roberto de Feo); “La Stanza” e “Shortcut” hanno manifestato proprio questa loro voglia di sperimentazione.

L’Heroes International Film Festival ci ha dato l’opportunità di sentire i tre registi e di conoscere i loro pareri intorno questo mondo.