Una madre. Dodici figli. Due identità. E una ricerca disperata di sé stessi
Quando la narrativa incontra la memoria, e la memoria si fa voce di due anime — quella di un figlio alla ricerca delle proprie radici e quella di una madre che ha dovuto cancellarsi per sopravvivere — nasce un libro come Il colore dell’acqua. Un memoir potente, struggente, profondamente umano.
James McBride, musicista e scrittore, impiega ben quattordici anni per scavare nel silenzio di sua madre, Ruth McBride Jordan, nata Rachel Shilsky. Quello che ne emerge è un ritratto spiazzante, ricco di contraddizioni e amore, di dolore e resistenza. È la storia di una donna ebrea ortodossa che abbandona tutto per rifarsi una vita come madre afroamericana in una società che non perdona né l’ambiguità razziale né il disordine delle origini.