Film del 2018, diretto da Christian Rivers: Macchine Mortali è arrivato in questi giorni su PrimeVideo. Abbiamo, così, avuto modo di recuperarlo e di farci un’idea su una pellicola abbastanza criticata.
Siamo all’interno di un futuro distopico post-apocalittico. Lo stile è quello steampunk, ovvero quella realtà in cui il vapore la fa da padrone. Le tecnologie del ventunesimo secolo sono ritenute rare, anche perché si sta cercando l’accesso a degli strumenti che sono vere e proprie armi di distruzione di massa.
I territori sono principalmente divisi tra “stazionari” e “nomadi”, una situazione che cerca di sopperire ai continui terremoti, eruzioni vulcaniche e sconvolgimenti geologici. La guerra del ventunesimo secolo ha portato l’umanità sull’orlo dell’estinzione. Dopo più di mille anni, i due nuovi modi di vivere iniziano a contrapporsi in vere e proprie fazioni politiche: il movimento antitrazionista si oppone al mantenimento delle città trazionate, le quali consumano grandi quantità di risorse.
Londra diviene lo scenario principale sul quale potersi muovere: la città è rimasta una dei principali territori “fermi” e, di conseguenza, tra le più ricche per risorse e opportunità. Da qui parte la nostra storia, una narrazione fatta di vendetta e di rivincita che vede come protagonista: Hester Shaw (Hera Hilmar) che vuol cercare uccidere l’assassino di sua madre Thaddeus Valentine (Hugo Weaving). L’uomo è mosso da un’insana avidità, il potere annebbia la sua mente ed è principalmente mosso dalla voglia di conquistare tutto anche attraverso le antiche tecnologie distruttive. Allo stesso tempo, però, l’uomo è acclamato dalle folle e riesce a convincere una società già ricca a sfruttare le risorse di quelle più povere.
Non possiamo realmente lamentarci di questa pellicola, il che farà storcere il naso a molti. L’abbiamo trovata complessivamente gradevole e intrattenente. La sua estetica è interessante e intrigante esattamente come la caratterizzazione dei suoi personaggi. Ha una storia abbastanza solida, ma a volte troppo incentrata sul tentativo di convertire la narrazione sulla love story. I sentimenti, infatti, la fanno da padrone e vengono approfonditi attraverso le azioni in scena.
La realtà che viene approfondita, paradossalmente, è decisamente attuale. Lo specchietto per le allodole dato dalla sua estetica, infatti, si dispiega in un’ottica antimilitarista, anti-populista e anti-capitalista. Macchine Mortali non sarà un film perfetto, ma pone delle riflessioni interessanti sulla nostra modernità pronta alle lenta scomparsa.
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