Da qualche giorno, su Prime Video, è disponibile allo streaming: “Da Grande”, film liberamente ispirato alla pellicola con Renato Pozzetto del 1987. Fausto Brizzi firma la storia di Marco, nove anni, che insieme ai suoi amichetti è costretto a vivere una strana trasformazione. Il nome è lo stesso del personaggio interpretato da Pozzetto, ma la narrazione si estende anche a Tato, Serena e Leo.
I quattro ragazzini, dopo aver espresso il desiderio di diventare grandi, si svegliano mostrando l’età dei loro genitori. Tato (Paolo Kessisoglu), Leo (Luca Bizzarri), Serena (Ilenia Pastorelli) e Marco (Enrico Brigano) sono, dunque, costretti a scappare, ma ben presto verranno ritenuti responsabili del rapimento dei loro bambini. Dovendo confrontarsi con questa nuova avventura comprendono che l’essere grandi non è così bello come loro possono immaginare.
L’avventura ripercorre le corde di ciò che avevamo avuto modo di vedere nell’87, ma con un po’ meno brillantezza. La commedia italiana funzionava perfettamente ai tempi di Pozzetto, portata ai giorni nostri si scinde nei quattro personaggi per poter riuscire ad affrontare tematiche diverse. Forse un po’ troppe, finendo col diventare quasi macchettistico se intersecato con le loro marachelle.
Il grosso dei problemi si palesa nella credibilità dei personaggi. I tre attori (salvando Brignano) non sembrano essere dei ragazzini, al contrario risultano essere quasi grotteschi. La comicità è simpatica, se non si tiene presente la pellicola da cui si prende liberamente ispirazione, il che potrebbe essere un bene per un pubblico nuovo. Le tematiche trattate, però, sono diversificate seconda ogni singolo personaggio, il che porta lo spettatore a vivere diverse problematiche e situazioni.
Tato si scopre essere gay, ma non sappiamo quanto ciò sia reale o semplice mistificazione di una mancata comprensione del termine.
Serena si avvicina al padre, alla passione comune che da ragazzina viveva come un peso e una costrizione. Comprende quanto necessario possa essere vivere il suo tempo col padre e ciò la porta a essere pronta a diventare una campionessa di tennis.
Leo comprende quanto necessaria sia la sua presenza per i nonni, ma soprattutto matura abbastanza da comprendere che non deve esser per loro un peso. I due sono anziani e possono fare affidamento solo su di lui, considerato che i suoi genitori sono totalmente assenti.
Marco è quello che riesce nel suo obiettivo: si avvicina all’insegnante tanto amata e ammirata e salva persino il matrimonio dei suoi genitori.
Tutti piccoli obbiettivi che servono solo per poter riuscire a trovare la chiave risolutiva di ogni singolo personaggio, ma che si perdono all’interno della trama.
Ci sono, dunque, elementi che funzionano più di altri, ma complessivamente siamo davanti a un prodotto che si lascia guardare. Una commedia godibile nel suo arco narrativo che funge da semplice svago per il suo pubblico.
Nessun commento:
Posta un commento