Ammettiamolo: la visione di Fleabag può portarci alla scomunica. Non vi preoccupate, questo articolo non avrà i toni bassi di una qualsiasi cotta adolescenziale, ne abbiamo già parlato nell’articolo dedicato alla serie tv.
Comunque sia, anche se vogliamo analizzare in modo più approfondito la relazione tra Fleabag (Phoebe Waller-Bridge) e il Prete (Andrew Scott), la scomunica è sempre dietro l’angolo.
Attenzione: l’articolo contiene spoiler, vi consigliamo di leggerlo solo dopo aver concluso la visione della serie tv.
P.s. sì, lo so che sto su Pensieri, ma il contenuto dell’articolo è condiviso da tutti e quattro, quindi abbiamo voluto lasciare il noi. Daje.
Comunque sia, anche se vogliamo analizzare in modo più approfondito la relazione tra Fleabag (Phoebe Waller-Bridge) e il Prete (Andrew Scott), la scomunica è sempre dietro l’angolo.
Attenzione: l’articolo contiene spoiler, vi consigliamo di leggerlo solo dopo aver concluso la visione della serie tv.
P.s. sì, lo so che sto su Pensieri, ma il contenuto dell’articolo è condiviso da tutti e quattro, quindi abbiamo voluto lasciare il noi. Daje.
Come già accennato nell’articolo su Fleabag, il nome della protagonista
non lo sentiamo mai pronunciare, proprio come non sentiamo mai
pronunciare quello del Prete. È a tutti gli effetti “il Prete”.
Si conoscono alla cena di famiglia per festeggiare il matrimonio tra il padre di Fleabag (interpretato da Bill Paterson) e la sua compagna da quando è rimasto vedovo (interpretata da Olivia Colman).
Anche se con pochissimi scambi di battute, il Prete sembra l’unico interessato alla vita di Fleabag, e anche l’unico a sincerarsi che stia bene dopo che lei ha coperto la sorella dichiarando, mentendo, di aver avuto un aborto.
Certo, è ruolo del prete fare in modo che chiunque stia bene, ma la conferma che tra i due si sia trattato di un colpo di fulmine l’abbiamo alla Messa la domenica successiva, quando il Prete tentenna per un’uscita sbagliata di Fleabag durante la funzione.
Da lì i due si avvicinano, escono insieme, parlano, addirittura il Prete è l’unico a notare che c’è qualcosa che non va in lei, che ogni tanto “sparisce”, proprio nei momenti in cui lei infrange la quarta parete con il pubblico. Nessuno prima di lui le ha mai chiesto cosa non andasse, e mai prima di lui, lei si è ritrovata a dire ad alta voce i pensieri che teneva per noi. Ha sempre mentito, anche davanti alla compagna del padre, in un perfetto stile inglese: nascondere il risentimento dietro un sorriso.
Il Prete e Fleabag scherzano tra loro, percepiscono la tensione sessuale che si sta creando, ma ripetono, con una finta consapevolezza, che tra loro non potrà mai esserci nulla. Almeno fino alla scena del confessionale.
Fleabag è disperata, piange, vuole a tutti i costi qualcuno che le dica cosa fare perché nessuno l’ha mai fatto, nessuno le ha mai detto cosa è giusto e cosa non lo è… almeno così crede. In realtà vuole scappare dalle conseguenze delle sue azioni, in una sorta di deresponsabilizzazione perché prendersene la responsabilità significa anche soffrire, fare in modo che possiamo essere feriti da noi stessi e dagli altri.
Cerca nella figura del Prete un Padre che sappia metterla in riga, ma che soprattutto si possa prendere lui il fardello che ha dentro di sé dopo la morte della sua migliore amica Boo (Jenny Rainsford).
Dall’altra parte il Prete viene da una situazione famigliare dove i genitori sono alcolisti e il fratello è in prigione per pedofilia. Prendersi cura degli altri è una vocazione che sente dall’interno e a cui è sceso a patti solo recentemente, dopo una vita in cui non si è fatto mancare alcun piacere materiale. Il sesso gli manca, ma ciò che sa fin da subito è che se cedesse alla più alta delle tentazioni umane con Fleabag, lui se ne innamorerebbe.
Letteralmente: Dio li fa e poi li accoppia, perché è proprio nel confessionale, quando lei si denuda del suo trauma, che lui non riesce a resistere. Si baciano e se non fosse per un quadro che misteriosamente si stacca dalla parete della Chiesa, di certo sarebbero andati anche oltre.
Cosa che accade qualche giorno dopo e ma che, nonostante la voglia pazza di stare insieme, il Prete è costretto a dirle di non frequentare più la Chiesa. Non possono più vedersi, perché nella sua lotta interiore, ha vinto Dio. Ognuno prosegue per la propria strada, Fleabag non ci porta con sé e noi non facciamo più parte della storia.
Fleabag rimane coerente: voleva qualcuno che le dicesse cosa fare e ha accettato ogni volontà del Prete. Non ha mai preteso che lasciasse il suo cammino, né ha mai voluto sedurlo. Tutto è successo perché doveva succedere, in maniera facile. Non c’è stato nessun seme di livore o gelosia, in modo tale che tra i due non potesse crescere odio o rancore, neanche nel momento in cui si lasciano dopo essersi detti “Ti amo”.
Quel che sarà di loro non è dato sapere – e veramente, speriamo non ci sia una nuova stagione, che tutto finisca così perché è perfetto così – possiamo solo immaginarlo, ma siamo sicuri che la loro storia ha cambiato quelli che erano prima. Probabilmente Fleabag inizierà a essere più sincera con se stessa, e il Prete capirà che non si può salvare chi non vuole essere salvato.
Questo ci ha fatto riflettere: cambiamo davvero quando impariamo lezioni, ma quanto siamo disposti a imparare dagli altri? Davvero vogliamo rispettare la volontà altrui, indipendentemente da quella che è la nostra? O facciamo i capricci ogni volta che qualcuno non dice e fa ciò che vogliamo noi?
“Yes, Father?” o “Yes, Father.” Poco importa. Quanto lasciamo veramente liberi gli altri di essere loro stessi? E quanto lasciamo veramente liberi noi stessi di essere noi stessi? Quanto del vero noi mettiamo in gioco in una relazione?
Si conoscono alla cena di famiglia per festeggiare il matrimonio tra il padre di Fleabag (interpretato da Bill Paterson) e la sua compagna da quando è rimasto vedovo (interpretata da Olivia Colman).
Anche se con pochissimi scambi di battute, il Prete sembra l’unico interessato alla vita di Fleabag, e anche l’unico a sincerarsi che stia bene dopo che lei ha coperto la sorella dichiarando, mentendo, di aver avuto un aborto.
Certo, è ruolo del prete fare in modo che chiunque stia bene, ma la conferma che tra i due si sia trattato di un colpo di fulmine l’abbiamo alla Messa la domenica successiva, quando il Prete tentenna per un’uscita sbagliata di Fleabag durante la funzione.
Da lì i due si avvicinano, escono insieme, parlano, addirittura il Prete è l’unico a notare che c’è qualcosa che non va in lei, che ogni tanto “sparisce”, proprio nei momenti in cui lei infrange la quarta parete con il pubblico. Nessuno prima di lui le ha mai chiesto cosa non andasse, e mai prima di lui, lei si è ritrovata a dire ad alta voce i pensieri che teneva per noi. Ha sempre mentito, anche davanti alla compagna del padre, in un perfetto stile inglese: nascondere il risentimento dietro un sorriso.
Il Prete e Fleabag scherzano tra loro, percepiscono la tensione sessuale che si sta creando, ma ripetono, con una finta consapevolezza, che tra loro non potrà mai esserci nulla. Almeno fino alla scena del confessionale.
Fleabag è disperata, piange, vuole a tutti i costi qualcuno che le dica cosa fare perché nessuno l’ha mai fatto, nessuno le ha mai detto cosa è giusto e cosa non lo è… almeno così crede. In realtà vuole scappare dalle conseguenze delle sue azioni, in una sorta di deresponsabilizzazione perché prendersene la responsabilità significa anche soffrire, fare in modo che possiamo essere feriti da noi stessi e dagli altri.
Cerca nella figura del Prete un Padre che sappia metterla in riga, ma che soprattutto si possa prendere lui il fardello che ha dentro di sé dopo la morte della sua migliore amica Boo (Jenny Rainsford).
Dall’altra parte il Prete viene da una situazione famigliare dove i genitori sono alcolisti e il fratello è in prigione per pedofilia. Prendersi cura degli altri è una vocazione che sente dall’interno e a cui è sceso a patti solo recentemente, dopo una vita in cui non si è fatto mancare alcun piacere materiale. Il sesso gli manca, ma ciò che sa fin da subito è che se cedesse alla più alta delle tentazioni umane con Fleabag, lui se ne innamorerebbe.
Letteralmente: Dio li fa e poi li accoppia, perché è proprio nel confessionale, quando lei si denuda del suo trauma, che lui non riesce a resistere. Si baciano e se non fosse per un quadro che misteriosamente si stacca dalla parete della Chiesa, di certo sarebbero andati anche oltre.
Cosa che accade qualche giorno dopo e ma che, nonostante la voglia pazza di stare insieme, il Prete è costretto a dirle di non frequentare più la Chiesa. Non possono più vedersi, perché nella sua lotta interiore, ha vinto Dio. Ognuno prosegue per la propria strada, Fleabag non ci porta con sé e noi non facciamo più parte della storia.
Fleabag rimane coerente: voleva qualcuno che le dicesse cosa fare e ha accettato ogni volontà del Prete. Non ha mai preteso che lasciasse il suo cammino, né ha mai voluto sedurlo. Tutto è successo perché doveva succedere, in maniera facile. Non c’è stato nessun seme di livore o gelosia, in modo tale che tra i due non potesse crescere odio o rancore, neanche nel momento in cui si lasciano dopo essersi detti “Ti amo”.
Quel che sarà di loro non è dato sapere – e veramente, speriamo non ci sia una nuova stagione, che tutto finisca così perché è perfetto così – possiamo solo immaginarlo, ma siamo sicuri che la loro storia ha cambiato quelli che erano prima. Probabilmente Fleabag inizierà a essere più sincera con se stessa, e il Prete capirà che non si può salvare chi non vuole essere salvato.
Questo ci ha fatto riflettere: cambiamo davvero quando impariamo lezioni, ma quanto siamo disposti a imparare dagli altri? Davvero vogliamo rispettare la volontà altrui, indipendentemente da quella che è la nostra? O facciamo i capricci ogni volta che qualcuno non dice e fa ciò che vogliamo noi?
“Yes, Father?” o “Yes, Father.” Poco importa. Quanto lasciamo veramente liberi gli altri di essere loro stessi? E quanto lasciamo veramente liberi noi stessi di essere noi stessi? Quanto del vero noi mettiamo in gioco in una relazione?
Nessun commento:
Posta un commento