La pandemia non è riuscita a fermare Netflix, che ha continuato a lavorare mantenendo sempre il suo alto standard, al quale siamo abituati da anni. Sono molti i prodotti usciti in questa prima metà del 2021 che ci hanno attratte, Behind her eyes (Dietro i suoi occhi) è uno di questi.
Louise e Adele diventano amiche, ma la seconda prega la prima di non dire nulla al marito, perché non vuole compromettere il loro rapporto. Puntata dopo puntata, quindi, assistiamo al crescente senso di colpa di Louise che ha praticamente una relazione clandestina con entrambi, e cominciamo a conoscere più nei dettagli come vivevano Adele e David in Scozia.
Finiremo così la sintesi della trama, per non spoilerarvi ulteriormente la miniserie. Sui social il pubblico si è nettamente spaccato in due, da una parte c’è chi l’ha accolta entusiasta; dall’altra chi l’ha descritta come banale e assurda.
Ma qual è la verità?
Ovviamente entrambe, anche perché i gusti personali non vanno mai discussi. Già in un articolo precedente, Effetto Netflix, vi abbiamo parlato di quanto sia fondamentale vedersi una puntata a settimana, senza fare le grandi “chiuse”, come si dice a Roma. Ogni episodio va infatti interiorizzato, prima di procedere nella visione dell’altro, altrimenti si rischia di perdere ogni sfumatura nascosta nei quaranta o cinquanta minuti di visione.
Noi non abbiamo visto Behind her eyes con un episodio a settimana, ma con uno al giorno e vi assicuriamo che ne è valsa la pena. Ovviamente avremmo voluto tantissimo farci il big watching, è stata veramente dura spegnere la tv mentre sullo schermo partiva il conto alla rovescia verso la puntata successiva. Ma sapevamo che era un sacrificio necessario affinché la trama ci prendesse.
Quando si tratta del genere thriller psicologico, è ancora più fondamentale darsi il tempo necessario per metabolizzare e analizzare ogni fatto. Lo facciamo anche con i libri. È quasi l’unico modo che abbiamo per immedesimarci così tanto nei protagonisti.
Potremmo sembrare vintage, ma se abbiamo amato Chuck e Blair, se abbiamo sofferto letteralmente le pene dell’inferno con Sam e Dean Winchester, è proprio perché tra un’avventura e l’altra passava del tempo.
“Avrei fatto lo stesso?”, “Sarei riuscita a dare retta alla mia migliore amica?”, “Perché agisce così, ma non capisce che sta sbagliando?” Sono tutte domande che non ci sono venute solo ogni sera, durante la visione, ma sono rispuntate fuori come funghi anche quando stavamo passeggiando, o scrivendo altri articoli.
Avendole avute per tutto il giorno, più o meno consce, siamo state più concentrate nell’episodio successivo, proprio per tentare di avere una risposta soddisfacente.
Behind her eyes affronta i temi del tradimento, dell’amore tossico, delle dipendenze e della paura di assumersi le proprie responsabilità. Ma non è solo quello. Il tutto è condito da quel pizzico fantascientifico (non così fanta) dei sogni lucidi, dei terrori notturni e della meditazione.
La puntata finale ci ha lasciate letteralmente senza parole, anche se si nota l’effetto sbrigativo che sta diventando un must “netflixiano”. Con soli sei episodi, infatti, è assolutamente difficile portare avanti una trama del genere che secondo noi ne avrebbe avuto bisogno almeno di dieci, o quindici. Comunque, con i se e con i ma non si conclude nulla. Nessun prodotto è esente da pecche, il tutto sta nel fatto se valga la pena o no iniziare questa nuova miniserie. Per noi, assolutamente sì.
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