"L'arte di legare le persone" ci chiama da alcuni giorni, l'abbiamo incrociato per sbaglio su Facebook.
Abbiamo appena concluso un libro che non ha mantenuto le promesse iniziali e già uno nuovo ci ha catturate facendoci immergere il naso tra le pagine a profondi respiri. Nonostante questo ci catapultiamo insaziabili a via Pavia, qui a Roma, presso la nostra libreria di fiducia, quando scopriamo che nel giro di un paio di giorni andrà in onda un confronto con l'autore. Non resistiamo, il libro deve essere nostro! Vogliamo essere pronte con una nostra idea per allora. E così sarà. Accantoniamo il resto e ci immergiamo.
Il reparto 77 è un reparto chiuso. Non si entra e non si esce senza chiavi. Le chiavi sono il potere.
Segnano il confine tra chi ha libertà di entrare e di uscire. Soprattutto di uscire. Nel reparto 77 c'è una stanza cercata e attesa: è privata: anch'essa chiusa a chiave, solo l'autore la detiene. È un luogo magico, nè troppo caldo né troppo freddo, nè troppo lontano né troppo vicino, non è nel mondo né fuori dal mondo: è una terra di confine, di incontro e di possibilità.
Lavorare al reparto 77 significa essere disposti a navigare in mare aperto, a sentirsi talvolta naufraghi di parole che sono come paglia. Ma il mare è anche amico, un confidente, un curante e un aggancio con la realtà che respira fuori come il glicine sul quale affaccia una finestra, la città di Genova con i suoi stretti vicoli e Anna, che sembra ricordare che la psichiatria non è soltanto una professione e una scienza, ma uno stile di vita.
Paolo Milone, psichiatra, raccoglie nel suo libro di esordio la sua decennale esperienza presso un Centro di Salute Mentale e un reparto di Psichiatria d'urgenza. Lo fa mettendosi a nudo, non risparmiando profumi e tanfi, legami e legature, voli pindarici e dal quinto piano. Ci offre una serratura attraverso la quale osservare quanto accade intorno e dentro a lui tramite scampoli di vite tenuti insieme da fili poetici in versi liberi che talvolta fanno sorridere e talvolta si conficcato dentro come unghie nella carne.
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