sabato 15 ottobre 2022

#Arte: Vampiro, "Amore e dolore"

“I suoi capelli rosso sangue si erano impigliati in me, si erano avvolti intorno a me come serpenti rosso sangue, i loro lacci più sottili si erano avvolti intorno al mio cuore.”


È una citazione di Edvard Munch, l’autore conosciuto in tutto il mondo per la sua opera più famosa: “L’urlo”. Abbiamo parlato di quanta sofferenza si celasse all’interno di quelle pennellate che rendevano il soggetto una figura quasi spettrale, tormentata da un dolore insito nella sua psiche. Oggi, invece, vogliamo soffermarci su un’altra sua opera che si tinge di turbamenti e di “rosso sangue”: stiamo parlando di “Amore e dolore”.

venerdì 14 ottobre 2022

#Venezia79: L'origine del male - Recensione

Tra i film in concorso nella sezione Orizzonti Extra di Venezia79, abbiamo avuto modo di vedere “L’origine del male”. La nuova pellicola di Sébastien Marnier è un dramma tanto paradossale, quanto plausibile, cosa che gli permette di far sorridere lo spettatore nonostante le “disfunzioni” che porta in scena.

“L’origine del male” è una bugia, una valanga che a catena innesca alcuni eventi in grado di trainare la narrazione fino alla sua intrigante conclusione.

#Anime: My Hero Academia S2

La settimana scorsa abbiamo parlato della prima stagione di My Hero Academia, che ha avuto una sorta di funzione introduttiva all’anime vero e proprio. Nella S1, infatti, ci viene presentato il mondo in cui è ambientata la narrazione, un mondo in cui sono quasi tutti dotati di un quirk, di un superpotere. Lo straordinario diventa ordinario e, come abbiamo potuto vedere, Izuko Midorya, il protagonista dell’anime, ha avuto in dotazione una unicità che non riesce a dosare con la dovuta attenzione. Deve, infatti, più volte ricorrere alle cure di Recovery Girl, l’infermiera della Yuuei (o anche abbreviata come UA che si legge alla stessa maniera). Vediamo cosa succede, invece, nella seconda stagione. Prima di cominciare, vi ricordiamo che potete trovare la S1 e la S2 su Netflix, mentre le successive su Crunchyroll. Fate attenzione, perché l'articolo potrebbe contenere spoiler.

giovedì 13 ottobre 2022

#Libri: Appartamento 401

Avete presente quella strana sensazione di chiudere un libro e non capire se vi è piaciuto o meno il finale? Che è risultato talmente imprevedibile e talmente “strano” da rimanere con la confusione più totale in testa mentre ancora lo tieni stretto tra le mani? È quello che è successo a chi sta scrivendo l’articolo dopo aver letto “Appartamento 401” di Yoshida Shuichi. Si tratta di un romanzo noir, anche se fino alle ultime pagine, tutto sembra tranne che qualcosa che si avvicina a un thriller. Uscito per la prima volta nel 2002, quando all’autore valse il premio Yamamoto hu¯goro¯, in Italia è arrivato solo nel 2019 e inserito nella collana dell’Universale Economica Feltrinelli. Ma vediamo di parlare della storia, cercando di non fare spoiler.

La storia è ambientata a Tokyo, nel quartiere di Setagaya. Nell’appartamento 401 vivono illegalmente quattro ragazzi: Sugimoto Ryosuke (i 21 anni, iscritto alla facoltà di Economia dell’Università H.), Okouchi Kotomi (di 23 anni, chiamata affettuosamente da tutti Koto-chan), Soma Mirai (pittrice di 24 anni) e Ihara Naoki (28 anni, che lavora in una casa di distribuzione cinematografica). Questi quattro, insieme, hanno formato una sola grande famiglia, dovendo affrontare dei problemi comuni del quotidiano. A mettere una nota di mistero nella narrazione, c’è l’appartamento di fronte, il 402, dove sembrano nascondersi segreti loschi o strani giri di prostituzione. Mentre cercano di svelare lo strano mistero, improvvisamente i quattro ragazzi si trovano sul divano un ragazzo bizzarro, Satoru, che dormicchia. Di chi è amico? Nessuno sembra conoscerlo o ricordarsi di lui, nessuno sembra averlo invitato. Nel frattempo, nel quartiere si susseguono strane aggressioni nei confronti delle donne. Che il nuovo arrivato c’entri qualcosa?

#Cinema&SerieTv: La ragazza della palude - Recensione in anteprima

Tratto dall’omonimo romanzo, scritto da Delia Owens, il 13 ottobre arriva in sala la trasposizione di: La ragazza della palude, film diretto da Olivia Newman, con Daisy Edgar-Jones (l’avete già vista in Fresh) e Taylor John Smith.

Stranamente, al termine della visione della pellicola in anteprima, chi sta scrivendo questa recensione si è reso conto di esser particolarmente contento di non aver letto il libro. Conoscere la svolgimento di questa storia, infatti, ne avrebbe un po’ tolto il piacere della fruizione. Ovviamente, in questa recensione non terremo conto delle possibili differenze col romanzo, ma parleremo della pellicola nella sua interezza.

mercoledì 12 ottobre 2022

#Pensieri: Battiti della foresta

Mi sono perso di nuovo, mi trovo dentro una fitta foresta. I raggi del sole filtrano a malapena attraverso le folte chiome, lasciando i sentieri debolmente illuminati. Proseguo in questo marasma di vegetazione da giorni, il percorso battuto sembra sempre lo stesso e non riesco più a orientarmi.

Forse è uno di quei posti dal quale non puoi più tornare indietro una volta entrato, si può solo andare avanti. E proseguo ancora tra alberi, muschi, rocce, terriccio, liane, rovi e foglie. Avanzo ma non trovo uscita, giorno dopo giorno la luce svanisce e torna fioca all’alba, per poi svanire di nuovo quando ho già percorso chilometri senza in realtà fare neanche un passo.

Sulla mia pelle si riflette l’indifferenza del giorno e l’indifferenza delle stagioni, il menefreghismo di una costante inclinazione verso un’uscita che pare inesistente.

#TheBeatles: You've Got To Hide Your Love Away

Che crediate alla McLennon o no, sappiate che i fan dei Beatles sono tutti d’accordo sul fatto che “You’ve Got To Hide Your Love Away” non sia dedicata a Cynthia, prima moglie di John Lennon, la cui relazione è rimasta segreta fino a quando è stato possibile, e cioè fino alla nascita di Julian Lennon, nel 1963.     
Brian Epstein, primo manager dei Beatles, pensava che meno ragazzine si sarebbero avvicinate a John, il più carismatico del gruppo, se avessero scoperto che fosse già fidanzato ufficialmente. Così Cynthia, per i primi anni, fino al successo internazionale, rimase all’ombra dei riflettori.

Il brano è contenuto nell’album “Help!”, del 1965. Certo, potrebbe essere stato scritto anni prima, dopotutto “Two of us”, uscito nel 1970, è stato scritto durante il periodo dei Quarrymen… Ma le parole di “You’ve Got To Hide Your Love Away” sono davvero troppo profonde per essere dedicate a un amore che deve rimanere segreto solo per marketing. Come vedremo, il testo mostra frustrazione, rabbia, ma anche paura. Aiuta sapere che l’omosessualità nel Regno Unito, fino al 1967, era considerata un vero e proprio reato.

Così qui i fan dei Beatles si dividono, tra chi sostiene che sia uno sfogo verso la sua storia con Paul McCartney, e tra chi crede sia una canzone dedicata a Brian Epstein, che nel loro giro era dichiaratamente omosessuale.
Se conoscete un minimo la figura di John, sapete anche quanto fosse empatico, così, con tutte queste nozioni in mano, possiamo iniziare ad analizzare il testo.

Come al solito, anche se il testo è stato scritto totalmente da Johnn, i crediti sono Lennon/McCartney