La società ti insegna "non essere violentato" invece di "non violentare" |
Pagine
- Home page
- Chi siamo?
- Collabora con noi!
- Anime
- Arte
- Cinema & Serie Tv
- Comicità
- Costume & Società
- Disney
- Divina Commedia
- Harry Potter
- Intervista
- Libri
- Marvel
- Metafisica
- Mitologia
- Musica
- Must to...
- PennyLane
- Pensieri
- Personaggi
- Racconti
- Royal Family
- Spettacolo
- Star Wars
- Storie Romane
- Sulla Strada
- The Beatles
- Venezia80
- Videogiochi
sabato 19 settembre 2020
#Costume&Società: Stupro maschile
venerdì 18 settembre 2020
#StorieRomane: La Porta Alchemica
Nei giardini di Piazza Vittorio, sul colle Esquilino, è presente un monumento che prende il nome di “Porta Alchemica” o “Porta Magica”. Non si trova nella sua posizione originaria: la Porta fu smontata nel 1873 e ricostruita nel 1888, con l'aggiunta di due statue del dio Bes, precedentemente situate nei giardini del Palazzo del Quirinale.
Non si sa bene quando venne edificata la Porta, si presuppone tra il 1655 e il 1680, ma si sa chi ne fu il proprietario: il marchese di Pietraforte Massimiliano Savelli Palombala nella sua residenza a Villa Palombala.
Abbiamo già parlato di Cristina di Svezia, se vi siete persi l’articolo potete ritrovarlo cliccando qui.
La passione del Marchese per l’alchimia nasce nel 1656 circa, grazie all’amicizia con Cristina, la quale era appassionata di scienza e alchimia. Fu istruita da Cartesio stesso e nella sua dimora possedeva un laboratorio gestito dall’alchimista Pietro Antonio Bandiera.
Nel Seicento a Palazzo Riario, sede di un’accademia, si riunivano i personaggi più illustri del tempo, quali: il medico esoterista Giuseppe Francesco Borri, l’astronomo Giovanni Cassini, l’alchimista Francesco Maria Santinelli, e molti altri…
Borri fu accusato dalla Chiesa di eresia, e rinchiuso a Castel Sant’Angelo. Una volta scarcerato venne ospitato dal Marchese il quale voleva apprendere i segreti dell’alchimia.
La leggenda narra che una notte Borri si mise alla ricerca di una misteriosa erba, in grado di trasformarsi in oro. Al mattino l’uomo sparì, ma nei pressi della Porta erano state trovate delle pagliuzze dorate, segno che l’esperimento di trasmutazione alchemica era riuscito.
Nessuno sa ancora il significato reale dei simboli incisi sugli stipiti, l'architrave e il basamento. Si dice che siano stati lasciati dal Borri e che il Marchese li abbia resi pubblici nella speranza che qualcuno, un giorno, li comprendesse. Altri sostengono che siano stati fatti da Palombala stesso, per tenere lontani i curiosi da quello che era l’ingresso del suo laboratorio di alchimia.
I simboli incisi sulla porta si ritrovano in molti libri di alchimia e filosofia esoterica dello stesso periodo storico. Sugli stipiti della porta è rappresentata la sequenza dei pianeti associati ai rispettivi metalli: Saturno-piombo, Giove-stagno, Marte-ferro, Venere-rame, Luna-argento, Mercurio-mercurio.
A ogni pianeta viene associato un motto ermetico, seguendo la lettura dal basso in alto a destra, per scendere dall’alto in basso a sinistra.
Ancora adesso la Porta possiede molta energia esoterica, tanto che è presente nel film “L’anno mille” (2008), diretto da Diego Febbraro, dove viene utilizzata come portale tra Medioevo e la Roma contemporanea.
Nei primi livelli del videogioco “Tomb Raider: Chronicles-La leggenda di Lara Croft” (2000), la protagonista per trovare la pietra filosofale deve cercare di aprire la Porta Magica.
Nel film “Sono tornato” (2018) Mussolini viene fatto cadere dall’alto proprio davanti a questa Porta.
giovedì 17 settembre 2020
#Cinema&SerieTv: Mulan - Disastro annunciato?
La recensione contiene spoiler
mercoledì 16 settembre 2020
#MustToWatch: The Boys
Dimenticate tutto quello che sapete sugli eroi della Dc o della Marvel e abbracciate il lato oscuro dei superpoteri. In "The Boys" viene sdoganato il paradigma dell’eroe.
martedì 15 settembre 2020
#StorieRomane: Beatrice Cenci, il fantasma più famoso di Roma
lunedì 14 settembre 2020
#Costume&Società: Origini della pizza
Ma la storia della pizza ha origini ancora più antiche.
Alcuni archeologi italiani e francesi hanno trovato in Sardegna un tipo di pane schiacciato e tondo risalente a tremila anni fa. A quanto pare esso conteneva già tracce di lievito, il che vuol dire che quelle popolazioni già utilizzavano quel prodotto.
Greci e i Persiani lavoravano il pane dandogli una forma tonda e appiattita. Alcune ricette simili sono state trovate anche in Egitto.
Ovviamente in Italia sono stati i Romani, già a conoscenza della ricetta, a renderla un piatto popolare, cucinavano infatti dischi di farina direttamente nel focolare domestico.
Certo è che la prima ricetta della pizza la troviamo a cavallo tra il 1500 e il 1600 proprio nel Regno di Napoli, si tratta della Pizza Mastunicola. Il condimento prevedeva: lardo, cicoli, formaggio di pecora, pepe e basilico.
Le ricette cominciano a comparire in altre varie città italiane (Roma, L’Aquila, Pesaro, Sulmona…), anche se l’alimento veniva chiamato “pinsa” o “pitta”. Solitamente era bianca, con olio d’oliva, formaggio, pomodori o pesce.
Dalla metà del Settecento le ricette si arricchiscono con l’ingrediente del pomodoro. Sono di questo periodo storico la pizza Marinara (nel 1734), e la pizza Margherita (1796-1810) sfatando così il mito del cuoco napoletano.
Fino al 1830 la pizza veniva venduta nelle bancarelle ambulanti fuori dai forni, ed era considerata il piatto dei poveri. Ma i Borboni per primi, e i Savoia poi, ne erano così ghiotti che con il passare del tempo divenne un piatto amato da tutti.
Contrariamente a quanto si possa pensare, la diffusione delle pizzerie non fu veloce. Bisogna attendere quasi un secolo (gli inizi del Novecento) per vedere la nascita delle prime pizzerie sul territorio italiano, per lo più al Sud. Solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale il Nord Italia comincia a riempirsi delle pizzerie.
Con l’emigrazione del secondo dopoguerra le pizzerie hanno cominciato a diffondersi anche nel resto del mondo.
L’Antica pizzeria Port’Alba a Napoli è considerata la più antica pizzeria italiana ancora esistente; la sua nascita, infatti, è datata 1738.
sabato 12 settembre 2020
#MustToWatch: Pose
Le prime due stagioni sono già disponibili per un rapido bingewatching sulla piattaforma di streaming di Netflix.