martedì 14 gennaio 2025

#Anime: I 5 anime che hanno segnato una generazione

Volevo fare questo articolo da anni – forse mesi, dai – ma mi sono sempre resa conto che non è per niente facile scegliere solo cinque anime nella lista di quelli che hanno segnato una sola generazione. Quale può essere il metodo di scelta? E i motivi?

Fortunatamente la mia vita, il mio lavoro e i miei interessi mi spingono a parlare con generazioni totalmente differenti: vado dai nati negli anni ’30-40 a quelli appena venuti al mondo.

Sfruttando le mie doti da giornalista – o da rompipal… – ho fatto delle semplici domande, così ho potuto stilare la lista dei cinque anime che hanno segnato un’intera generazione (ma non solo).

In Italia, poi, ci aiuta anche la popolarità delle sigle di Cristina D’Avena e Giorgio Vanni!

Attenzione: gli anime sono messi in ordine cronologico, non di importanza.

Dragon Ball Z (1989-1996)

Trasmesso per la prima in Italia nella primavera del 2000, tutti noi Millennials ci ricordiamo delle corse che facevamo usciti da scuola per non perderci neanche un secondo della puntata. Con i suoi titoli che spoileravano inesorabilmente gli episodi, con combattimenti lunghi neanche fossero una partita di Holly e Benji, rimanevamo incollati allo schermo e ci muovevamo solo per alzare le mani e aiutare Goku con la nostra energia.
Non importa se stavamo alle elementari o alle medie, tutti abbiamo provato a lanciare un’onda energetica o fare la fusione con il nostro migliore amico, immaginando così di creare l’essere perfetto e supremo.
Se stavamo già in fase pubertà, poi, non mancano di certo le prime cotte, che nel mio caso si è trasformato in vero e proprio amore nei confronti di Vegeta.
Tra ironia e serietà, l’anime ci ha insegnato i valori dell’amicizia, del perdono, della perseveranza e dell’aiutare il prossimo, soprattutto chi è più in difficoltà. La ricerca delle sette sfere del Drago, poi, ci ha fatto capire che nulla è impossibile, se ci crediamo davvero.
Ancora oggi, quando sentiamo la domanda: “Chi sei?” non possiamo non rispondere: “Goku non lo sai…” e la sigla ci (almeno mi) catapulta di nuovo alle scuole medie!

Sailor Moon (1992-1997)

Di Sailor Moon avevo tutto. Tutto. Astuccio, quaderni, diario, zaino, vestito di carnevale, bambole, pupazzetti, orologio, er cristallo der cuore… tutto. Se dovessero chiedermi: “Hai visto prima Xena o Sailor Moon?” non saprei cosa rispondere, se non che per me sono arrivate in contemporanea.     
Il mondo è minacciato da mostri alieni che lo vogliono distruggere replicando quanto è accaduto nel Regno della Luna. Chi verrà a salvarci? Un robot? Un guerriero pugile? Un ragazzino un po’ sfigatello? No. Delle ragazze. Finalmente. Vestite alla marinara, con i classici problemi delle adolescenti anni Novanta: Usagi, Ami, Rei, Makoto, Minako, Chibiusa, Haruka, Michiru, Setsuna, Hotaru et company non si tirano indietro quando c’è da combattere trasmutando il loro essere dedite a ragazzi, moda, trucchi e studio ad essere le migliori salvatrici che potessimo avere.

Ma finisce qui? Ovviamente no.
Seppur con le censure non è passato inosservato il primo amore omosessuale trasmesso su Bim Bum Bam, quello tra Haruka e Michiru (alias Sailor Uranus e Sailor Neptune) che continua a farmi sognare ancora oggi.
Questo anime rappresenta la totalità del potere femminile ricordandoci che una donna può essere tutto: può passare dall’essere una goffa sottona adorante Milord, all’essere la più coraggiosa delle principesse guerriere.

Inutile citare le iconiche sigle di Cristina D’Avena.

Neon Genesis Evangelion (1995-1996)

Lo so, potrei dire qualcosa che assomiglia a una bestemmia per tutti gli amanti degli anime ma… non ho visto tutto “Evangelion”. Solo qualche puntata qua e là, ma nonostante questo non potevo non metterlo.
In un mondo distopico immaginato dallo studio d’animazione Gainax, ci ritroviamo catapultati in un anime che non è un semplice anime. Sì, ok, abbiamo il ragazzo iper insicuro Shinji Ikari diventare l’eroe per eccellenza, ma gli episodi si concentrano proprio sulla sua – e su quella di tutti gli altri – psiche, diventando un vero e proprio dramma psicologico. Ikari è spesso paralizzato dalla paura, che ci sta quando ti ritrovi a combattere contro gli angeli che… possiamo davvero definirli come tali? O meglio, com’è la nostra idea di “angelo”?
È forse uno dei primi anime che esplora in modo approfondito i traumi e la loro correlazione in tutti i nostri gesti, profetizzando – forse – i grandi demoni di ogni Millennials: l’ansia e la depressione.
Che l’abbiate seguita o no, sono sicura che la sigla rientra tra le vostre preferite degli anime anni Novanta.

Pokémon (1997-presente)

Eh vabbè, penso sia abbastanza ovvio. Non era un anime che amavo particolarmente, ma dal 2000 in poi qui in Italia ogni bambino/adolescente ha giocato almeno una volta con le carte Pokémon, o ha lanciato la sua sfera Poké.
Credo sia uno dei maggiori merchandising proveniente dal Giappone, e quanti chilometri ci siamo fatti con cellulare alla mano per cercare i Pokémon in giro per il nostro quartiere?
Oserò forse a dire che è il primo anime ad aver ispirato un senso di comunità, una sorta di fandom embrionale quando internet in casa era solo per pochi eletti. Torniamo indietro: ricreazione, tavoli uniti e via a mischiare mazzi e buttare giù Pokémon in quelle regole che ancora oggi non ho mai capito; sì, ero tra quelle che guardava e basta.
L’anime non insegna solo il rispetto verso l’altro, ma anche verso i Pokémon stessi che da strani animaletti tenuti a scopo di combattimento, diventano amici inseparabili e adesso basta o piango pensando ad Ash e Pikachu.
Intramontabile anche il Team Rocket: un trio (quartetto se pensiamo a Meowth) che più di incutere paura, ci ha fatto solo ridere.

Naruto (2002-2017)

Devo recuperarlo. Ogni volta che ci penso mi dico che devo recuperarlo e poi mi dimentico. Forse il primo anime “serio” per tutti noi Millennials, anche questo visto dopo le corse di ritorno scuola/casa.
Un anime che a tematiche ricorda un po’ tutti quelli appena citati, con una profondità e un’intensità che, diciamolo, ci lascia sorpresi ancora adesso. Gli insegnamenti del maestro, la crescita di Naruto, Sasake e Sakura, i simbolismi dietro ogni nome, storia e puntata… insomma, Naruto è uno di quegli anime che va visto e rivisto e rivisto… perché è una vera e propria lezione di filosofia da ogni punto di vista.

Che ne pensate? Siete d’accordo con me? Quali sono i vostri 5 anime che più vi hanno segnato? Fatemlo sapere nei commenti!

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