Un’uscita un po’ fuori stagione quella che Disney ci propone questa estate. Sarà perché in questo modo la pellicola arriverà sulla piattaforma di streaming proprio sotto Halloween, ma la casa di Topolino ci prepara a un Ferragosto all’insegna dell’horror. Arriva in sala il 23 agosto “La casa dei fantasmi”, una nuova storia tratta dall’omonima attrazione presente nei parchi a tema Walt Disney.
Questa è la seconda attrazione che viene tramutata in storia cinematografica, non va infatti dimenticato che tutto il franchisee di “Pirati dei Caraibi” è nato dallo stesso contesto. Abbiamo, però, parlato della seconda storia visto che nel 2003 era arrivata la pellicola con protagonista Eddie Murphy. Le due storie, seppur simili, sono però abbastanza distanti da non urlare al remake, hanno solo il tema centrale in comune.
Siamo a New Orleans, città perfetta per poter ambientare un’avventura all’insegna del paranormale. Nola, del resto, è la città dell’esoterismo e della vita eterna. Un terreno fertilissimo per fantasmi e non solo. Qui, il reverendo Kent (Owen Wilson) decide di metter su una squadra in grado di poter esorcizzare le case infestate dai fantasmi coinvolgendo personalità tanto diverse da loro. L’obiettivo è quello di liberare la casa in cui si sono da poco trasferiti una madre (Rosario Dawson) e suo figlio (Chase W. Dillon). I fantasmi della dimora sono particolari perché non sono legati al luogo, ma al contrario si attaccano alle persone non permettendo a nessuno di andare realmente via dalla dimora.
Il primo a essere coinvolto in questo folle piano è Ben (Lakeith Stanfield) un ex fisico che ha mollato la sua carriera per poter inseguire l'amore, un sentimento ormai perduto perché sua moglie ha avuto un incidente stradale. L’uomo, per poter mantenere vivo il ricordo dell’amata, ha deciso di continuare il lavoro della donna proponendo dei tour per le diverse dimore infestate della città. Il contatto con i turisti, però, non lo appaga per niente; al contrario, passa quasi tutto il giorno tra un bicchiere e un altro. Il richiamo all’avventura, dunque, diviene catartico per poter esplorare il proprio dolore e lasciarlo andare.
Successivamente, comprendendo che la cosa è più reale di quanto non sembrasse, viene coinvolta anche la medium Harriet (Tiffany Haddish) che, con i suoi poteri psichici, inizierà a connettersi con le diverse entità che albergano tra quelle mura.
La situazione, come dicevamo, è assai complicata: molte emozioni si alternano tra quelle pareti e il dolore fa da padrone. Nel corso del tempo, infatti, un’entità oscura si è attaccata a quel luogo e spinge gli uomini che abitano la casa a commettere atroci atti per aumentare la sua schiera di anime e con essa il suo potere. Questo personaggio è interpretato da Jared Leto che ormai sembra essere affine all’idea di impersonare "pupazzoni" di diversa taglia e misura, del resto il suo volto si presta bene per il paranormale.
Diversi personaggi, di contro, costituiscono la parte comica dell’azione: lo stesso Owen Wilson, ma così come Denny DeVito. Elementi chiave per poter stemperare quello che a tutti gli effetti potrebbe essere un film dell’orrore molto soft, adatto a un pubblico molto piccolo. Il tentativo di Disney di riuscire a creare una comunicazione trasversale in grado di calamitare il pubblico di diverse fasce d’età è ben riuscito. Stiamo parlando di una pellicola che si adatta perfettamente al contesto dal quale prende vita, appunto l’attrazione di Disneyland, e che si presta bene per poter affrontare diverse tematiche.
Nonostante alcuni elementi in comune, siamo lontani da ciò che era stato portato in scena nel 2003; per tanto, non vogliamo definire questa pellicola come un reboot, ma solo una storia che trae la stessa origine.
Come, dunque, dicevamo siamo davanti a diverse tematiche: prima fra tutte il lutto e la perdita. I fantasmi diventano lo strumento perfetto per poter riuscire a trattare tale tematica e per poter portare in luce tutto il rimosso o i sentimenti di vendetta. L’avidità e l’egoismo umano si manifestano anche nella versione ultraterrena e si concretizzano nella cattiveria e nella cupidigia manifestata dal cattivo principale. La missione diventa, di conseguenza, spiegare cosa sia il dolore e come poter affrontare la perdita. Un elemento che vale indipendentemente dall’età.
Si ride tanto con questa dark comedy e si riflette allo stesso modo. Un buon lavoro, un po’ fuori stagione, ma che sicuramente spingerà le famiglie alla visione in sala. Almeno i bambini avranno un battesimo come si deve con questo genere di narrazione.
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