giovedì 24 giugno 2021

#Intervista: Cactus

"La musica è come la filosofia: una questione Spinoza" recita così la prima foto postata su Instagram dalla band del "Cactus", così si chiamano sei ragazzi che, da Como, hanno voglia di far sentire la loro voce e la loro musica. Sono giovani, sono carichi, sono indie. Li abbiamo scoperti per caso scorrento i "Per Te" di Tik Tok e oggi abbiamo deciso di intervistarli, per conoscerli meglio e farveli conoscere, perché come hanno fatto colpo su di noi, siamo sicure che per voi sarà lo stesso. Loro sono Riccardo, Simone, Mattia, Nastasjia, Viola e Lorenzo.

D: Partiamo dall'inizio, presentatevi per chi non vi conosce e raccontateci perchè avete scelto il nome "Cactus".

"CACTUS" è un nome che abbiamo scelto inizialmente solo per gioco. Chi non ama i cactus in fondo?
Col tempo però, questo esserino spinoso sempre esposto alle intemperie, ha preso sempre più ad assomigliarci. Essendo nati nel 2020, un anno in cui la musica è stata sotto attacco da ogni fronte, abbiamo iniziato in fretta a identificarci in questa pianta in grado di sopravvivere nelle condizioni più avverse.

D: Qual è stato il momento in cui avete capito che l'unione fa la forza e scelto di passare da solista a una band?

(Riccardo - cantante) Ho passato molto tempo a scrivere canzoni alla chitarra, ma non mi convincevano mai. Rimanevano sempre solo canzoncine. Mancava qualcosa. Poi, un anno fa, ho proposto una delle mie canzoni a Mattia, il tastierista, e lui ha iniziato a creare l’arrangiamento di quello che sarebbe poi diventato il primo singolo dei CACTUS, “Regina appena sveglia”. Mi è bastato sentire le prime note di tromba per capire che stava accadendo qualcosa di grande.
Nel corso dei mesi abbiamo trovato anche gli altri componenti - alcuni già amici di vecchia data, altri nuovi, ma ormai parte della famiglia. Non è stato facile, infatti abbiamo trovato la bassista solo da pochi mesi, dopo averla stressata per un anno. Però non potremmo essere più soddisfatti.
Ognuno è un tassello fondamentale della band, non solo per la buona musica che porta, ma soprattutto per la propria personalità. D’altronde noi lo ripetiamo sempre, la musica diverte di più quando è condivisa.

D: Quali cantanti o band hanno influenzato il vostro stile musicale?

Abbiamo tutti gusti musicali piuttosto diversi, e forse è uno degli elementi che giocano a nostro favore. Io e il tastierista ci ispiriamo ad artisti come i Pinguini Tattici Nucleari, Lo stato sociale, gli Eugenio in Via di Gioia, e molti altri della scena indie-pop. Mentre Simone, il batterista, è un fanatico dei Sum41. Nastasjia, la chitarrista, è una rockettara, Lorenzo un Bluesman, e Viola, la bassista, un’anima Punk.

D: In una vostra canzone dite che "anche un ewok puó diventare un jedi". Quanto conta credere nei propri sogni nel 2021?

Credere nei propri sogni è una frase molto abusata, ma poco applicata da sempre – oggi come ieri. Spesso sono gli amici di lunga data più che i nemici a farci dubitare di noi stessi. D’altronde è normale che sia difficile immaginarsi il nostro amico con cui facevamo la lotta e che si mangiava la carta diventare qualcuno di rilevante nel mondo. Alla fine però, quello delle professioni impossibili crediamo sia un mito da sfatare. E poi come diceva Jim Carrey “Puoi fallire anche in ciò che non ami.
Se dovessimo dare un consiglio a chi ha un sogno sarebbe: “Molla.” perché se non riesci a mollare è un’ossessione, se ritorna è una passione. Io, per esempio, mi sono stufato e ho mollato la musica duemila e cento volte.

D: Abbiamo visto il tiktok in cui parlavate di pagine indie che si fanno pagare, per chi non conosce la storia: quanto è difficile farsi notare e quanti bravi artisti conoscete che faticano a farsi notare?

La musica è in Overbooking già da un po’ di anni. Ci sono troppe band e artisti. E lo diciamo consapevoli di essere come uno di quegli automobilisti che escono la domenica mattina ed esclamano: “Ma cos’avete tutti da fare in giro la domenica mattina?” Farsi notare se non hai soldi o contatti è molto difficile, però non so se sia più difficile di prima. Il talento oggi ha un sacco di vetrine gratuite sui social, basta essere creativi abbastanza da trovarle. Fa solo innervosire vedere pagine da migliaia di seguaci che si fanno paladine della musica emergente, pur sponsorizzando soltanto gli artisti che offrono di più. Ma siamo ottimisti, e pensiamo che la buona musica in fondo sia come la sabbia: non occupa molto spazio, ma te la ritrovi dappertutto.


D: Un saluto a chi vi segue già e a chi vi sta scoprendo.

Ciao amici! Speriamo di esservi sembrati simpatici anche se nella vita reale non lo siamo! Se siete tristi noi abbiamo una medicina apposta per voi su tutte le piattaforme di streaming musicale. Funziona anche se siete già allegri. Ringraziamo 4Muses per averci intervistati, facendoci sentire dei VIP, è stato un grande boost al nostro ego.


E noi ringraziamo i Cactus per questa intervista e per la loro spontaneità! Venerdì 25 giugno uscirà il loro primo ep, dal titolo "Eccheccactus", cinque brani da ascoltare, cantare e vivere con la consapevolezza che, sì, anche un Ewok può diventare un Jedi (sì, amanti di Star Wars, parliamo proprio a voi). Per seguire i ragazzi, vi lasciamo qui i loro account Youtube, Spotify, Instagram e Tik Tok

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