I primi due racconti di Haruki Murakami sono stati (ri)pubblicati insieme nel 2016, assieme a un prologo davvero emozionante, dove l’autore descrive il momento esatto in cui ha deciso di diventare scrittore.
Per molti può sembrare un qualcosa di insensato, ma vi garantiamo che la chiamata alla scrittura non viene di certo dopo anni e anni di ponderazione, è invece improvvisa. Nel caso di Murakami, stava sostenendo la sua squadra di baseball, gli Yakult Swallows, al Meiji Jingū Stadium, quando durante un’azione del gioco, la mazza colpì la pallina e l’eco di quel tocco fece nascere in lui la voglia di mettersi a scrivere.
A fine partita passò in cartoleria per comprare il necessario e passò le successive notti a scrivere il suo primo romanzo breve, “Ascolta la canzone del vento”, per poi dedicarsi alla scrittura come vero e proprio lavoro alla fine del continuo, “Flipper, 1973”. Questi primi due racconti sono la base per “Nel segno della pecora” riconosciuto come suo primo e vero romanzo.
In questa breve intro, Murakami ci spiega anche qual era il suo modus operandi per lo scrivere: non sapendo da dove iniziare, decise di andare dritto al punto, pur mantenendo le emozioni e per poterlo fare decise di scrivere prima in inglese, lingua di cui conosceva pochi vocaboli essenziali, per poi ricopiare tutto in giapponese. È così che si concretizza il suo stile narrativo.
Scoprirà poi che anche l’ungherese Ágota Kristóff adottava questo metodo per i suoi primi romanzi, scritti in origine lingua francese.