Disse Carlo a Teresa, guardandola intensamente negli occhi come se volesse essere scrutato nella sua inquietudine più profonda.
Teresa capì subito che qualcosa non stava andando bene, non tanto per lo sguardo vacuo e spaventato di Carlo, quanto per una strana atmosfera che si era formata all’interno del supermercato.
Teresa: “Stiamo facendo la spesa, giusto?”
Carlo: “Non mi stavi ascoltando, come al solito”.
Teresa: “Sì. Ti stavo ascoltando. Ti ho posto questa domanda così ovvia perché sono sicura che il tuo sogno sia legato a questo”.
Carlo: “In un certo senso, sì”.
Teresa: “Non credo sia un sogno, ma potrebbe esserlo. Ma bada bene, se lo fosse, l’intera vita tua sarebbe un sogno”.
Carlo: “Stiamo facendo la spesa, giusto?”
Teresa: “Forse sei tu che non mi stai ascoltando”.
Carlo: “Lascia stare, questo dialogo non porta a nulla di buono”.
Teresa: “Stavamo parlando?”
Carlo: “Ma tu ricordi la luce del sole?”
Teresa: “Certo, ricordo un forte calore dei pomeriggi di agosto di quando ero bambina”.
Carlo: “Non sto parlando di ricordi così lontani. Voglio dire… Da quanto tempo siamo qua dentro?”
Teresa: “Ora che mi ci fai pensare non ricordo quando siamo entrati”.
Carlo: “E soprattutto, cosa stiamo comprando?”
Teresa: “Questo, più o meno, lo ricordo, stiamo aspettando il treno che ci porti al reparto ortofrutta”.
Altoparlante: “Treno per il reparto ortofrutta in arrivo tra due minuti”.