“Cuore in Fiamme” è il singolo di Carlo Audino feat. Sabrina Seaside, disponibile in tutte le piattaforme digitali dal 13 novembre 2024 e in rotazione radiofonica dal 15 novembre 2024.
Il brano racconta il percorso di un amore che attraversa la vita, ritratto in una serie di fotogrammi che seguono una coppia dall’adolescenza fino alla vecchiaia.
Con un sound rock “pulito”, “Cuore in Fiamme” unisce voci intime e chitarre glissate, arricchendosi del tocco rap di Sabrina Seaside, che aggiunge una nota contemporanea e dinamica. Interamente ideato e realizzato da Carlo Audino, il progetto include un bridge ispirato allo stile di Ivan Graziani, un tributo a uno dei suoi principali riferimenti musicali.
Il videoclip, girato a Lariano (Roma), è un’opera di Carlo Audino con la partecipazione di Sabrina Seaside e Mrs AI. Il video riflette la forza e la costanza dell’amore, mostrando la sua presenza in un contesto in continuo cambiamento.
Con questo brano Carlo Audino e Sabrina Seaside offrono una canzone che celebra un amore senza tempo, unendo suoni e immagini che riflettono la profondità di questo sentimento universale. L’artista, infatti, descrive il brano come un omaggio ai suoi genitori.
Il brano racconta il percorso di un amore che attraversa la vita, ritratto in una serie di fotogrammi che seguono una coppia dall’adolescenza fino alla vecchiaia.
Con un sound rock “pulito”, “Cuore in Fiamme” unisce voci intime e chitarre glissate, arricchendosi del tocco rap di Sabrina Seaside, che aggiunge una nota contemporanea e dinamica. Interamente ideato e realizzato da Carlo Audino, il progetto include un bridge ispirato allo stile di Ivan Graziani, un tributo a uno dei suoi principali riferimenti musicali.
Il videoclip, girato a Lariano (Roma), è un’opera di Carlo Audino con la partecipazione di Sabrina Seaside e Mrs AI. Il video riflette la forza e la costanza dell’amore, mostrando la sua presenza in un contesto in continuo cambiamento.
Con questo brano Carlo Audino e Sabrina Seaside offrono una canzone che celebra un amore senza tempo, unendo suoni e immagini che riflettono la profondità di questo sentimento universale. L’artista, infatti, descrive il brano come un omaggio ai suoi genitori.
“Ho immaginato una coppia
giovane nella prima parte del brano e una coppia anziana nella seconda,
ancora innamorata nonostante le difficoltà e i problemi di salute. La
rima rap finale si rifà al “Nessun dorma!” di Puccini, che mia madre
adorava soprattutto la notte prima di un evento decisivo da affrontare
il giorno dopo.”
- Carlo Audino
Nato nel 1964, Carlo Audino inizia a suonare la chitarra nel ‘79, seguendo le orme del padre Antonio.
In pochi mesi comincia a scrivere i primi brani, ispirato non solo da altri cantautori, ma soprattutto da Ivan Graziani e Mango.
Negli anni successivi partecipa a innumerevoli festival e concorsi musicali, durante i quali entra in contatto con artisti suoi coetanei.
Nel 1996 e 1997 partecipa all’Accademia della Canzone di Sanremo insieme a un giovane amico: Tiziano Ferro.
Nel frattempo, crea uno studio di registrazione per fissare le proprie emozioni, migliorando le sue abilità come arrangiatore e tecnico del suono.
Suona in maniera continuativa con band più o meno improvvisate e in duo in moltissimi pianobar e pub, soprattutto a Roma e provincia, ma anche a Milano, Londra e generalmente nel Kent (UK).
Dal 2021 pubblica le sue canzoni.
Ciao Carlo! Grazie mille per la tua disponibilità. Inizio chiedendoti in che modo hai cominciato con la musica e quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
La carriera musicale del giovane Carlo è nata casualmente come poi spesso avviene in queste circostanze: un giorno ho visto la chitarra di mio padre appoggiata in sala vicino all’ingresso e l’ho voluta prendere per provare a fare due note. Mio padre ha sentito dall’altra stanza ed è subito intervenuto. Mi ha insegnato i primi accordi e nel giro di poche ore abbracciavo uno strumento che mai avrei immaginato quanto mi sarebbe stato di aiuto nel futuro. Da subito ho iniziato a scrivere canzoni, a cantare e poi a registrare. Ascoltando i nastri di mio fratello maggiore allora ventenne ho imparato a suonare subito i cantautori e in particolare Ivan Graziani, Mango e Lucio Battisti.
Gli artisti a cui ti ispiri di più sono Ivan Graziani e Mango. Con il passare del tempo molte canzoni, anche dei nostri artisti preferiti, sembrano come non rispecchiarci più. Forse perché cresciamo, evolviamo… Ti vorrei chiedere: quali brani di questi due cantautori sono ancora le colonne sonore della tua vita?
Le canzoni che ascoltiamo quotidianamente in radio o in concerti o al piano bar sono le colonne sonore della nostra vita. Queste ci accompagnano nelle esperienze quotidiane e spesso siamo noi che le scegliamo in base a quello che ci accade durante la vita. Si potrebbe dire che le canzoni e gli artisti stessi sono una specie di angeli custodi che ci danno delle indicazioni man mano che andiamo avanti. Col passare del tempo alcuni artisti vengono rimpiazzati da altri in base alle proprie personali variazioni e maturità. Attualmente cerco di ascoltare anche giovani artisti per calmare un po’ la mia sete di novità. Tra tutti non mi dispiace ascoltare Achille Lauro e Ultimo.
Il tuo ultimo singolo, “Cuore in fiamme” è un brano molto importante e profondo che parla di un amore iniziato in giovane età e mai finito, neanche con l’avvento della vecchiaia e i suoi inevitabili problemi. Hai detto che per te è un omaggio all’amore tra i tuoi genitori, cos’altro ti ha insegnato quel loro sentimento?
Queste coppie ci insegnano che il vero amore esiste. Venivano create famiglie numerose e c’era una gran voglia di recuperare il disastro provocato dalla guerra. Quindi tutto ci insegna che bisogna amare profondamente la persona che abbiamo accanto e non solo: occorre imparare ad amare tutto quello che ci circonda e che impreziosisce la nostra esistenza.
A chiusura del brano il testo dice: “Ora dormi mio caro non curarti di me/Tu concentra le forze e ritorna con l’alba/Rimani immutato mio grande guerriero/Sarà polvere e amore a legarci per sempre/Ancora” e mi piace moltissimo questa idea di amore infinito. Mi ricorda il tema centrale di opere come Interstellar, Cloud Atlas – ma anche il mio libro, Aeternum – perciò ti chiedo: credi davvero, quindi lo vivi come certezza, che l’amore sia un sentimento che va oltre la morte, o per te è più una speranza?
Sì, secondo me l’amore va ben oltre. L’amore, quello vero, quello importante, spesso lo abbiamo a disposizione ma non lo sappiamo riconoscere. Se riuscissimo ad aprire di più il nostro cuore avremmo una vita più intensa e molto probabilmente sapremmo riconoscerlo più facilmente. Mi piace pensare che questo rimanga anche dopo la nostra morte.
Nel brano c’è la collaborazione con Sabrina Seaside che con la sua calda voce secondo me dà un tocco ancora più emotivo al brano: da una parte c’è l’uomo che sembra essersi perso in una mente non più giovanile, dall’altra la donna che gli rimane accanto sostenendolo e dando valore alla promessa: “In salute e in malattia”. Quando ti è venuta l’idea di aggiungere anche lei? Mentre scrivevi il brano, prima ancora, o dopo?
La parte rap, quella poi assegnata a Sabrina Seaside, mi è venuta in mente dopo. Quando ho studiato la versione originale di “Cuore in fiamme” mi sono reso conto che mancavano ancora molti concetti. Inoltre avevo conosciuto degli altri personaggi che mi hanno colpito e meritavano, oltre all’esempio dei miei genitori, di essere inseriti nel brano. Ho quindi voluto generalizzare il più possibile in modo da farvi convogliare più particolari simili.
L’amore eterno per me non è un sentimento da associare solo alla sfera romantica della vita, ma va anche nei meandri più piccoli della nostra quotidianità: quindi sulle nostre passioni, il lavoro, anche nel gesto verso uno sconosciuto… mettiamo caso che la reincarnazione sia cosa certa, e potessi scegliere solo tre tipi d’amore, quali porteresti con te anche nella prossima vita?
L'amore esiste in varie forme e non è solo l’amore romantico. Se potessi scegliere tra tre soluzioni, tre tipi di amore, metterei nella mia immaginaria valigia per i viaggi post-mortem in primo luogo l’amore romantico, quello per l’altra metà della nostra mela. Poi accanto a esso metterei l’amore per il prossimo perché è magnifico vivere in armonia con gli altri, includendovi non solo gli uomini ma anche gli animali e le piante, quindi tutto ciò che è vivo. Infine non posso lasciar fuori l’amore per ciò che facciamo quindi per tutti gli oggetti che tocchiamo e che ci circondano.
In pochi mesi comincia a scrivere i primi brani, ispirato non solo da altri cantautori, ma soprattutto da Ivan Graziani e Mango.
Negli anni successivi partecipa a innumerevoli festival e concorsi musicali, durante i quali entra in contatto con artisti suoi coetanei.
Nel 1996 e 1997 partecipa all’Accademia della Canzone di Sanremo insieme a un giovane amico: Tiziano Ferro.
Nel frattempo, crea uno studio di registrazione per fissare le proprie emozioni, migliorando le sue abilità come arrangiatore e tecnico del suono.
Suona in maniera continuativa con band più o meno improvvisate e in duo in moltissimi pianobar e pub, soprattutto a Roma e provincia, ma anche a Milano, Londra e generalmente nel Kent (UK).
Dal 2021 pubblica le sue canzoni.
Ciao Carlo! Grazie mille per la tua disponibilità. Inizio chiedendoti in che modo hai cominciato con la musica e quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
La carriera musicale del giovane Carlo è nata casualmente come poi spesso avviene in queste circostanze: un giorno ho visto la chitarra di mio padre appoggiata in sala vicino all’ingresso e l’ho voluta prendere per provare a fare due note. Mio padre ha sentito dall’altra stanza ed è subito intervenuto. Mi ha insegnato i primi accordi e nel giro di poche ore abbracciavo uno strumento che mai avrei immaginato quanto mi sarebbe stato di aiuto nel futuro. Da subito ho iniziato a scrivere canzoni, a cantare e poi a registrare. Ascoltando i nastri di mio fratello maggiore allora ventenne ho imparato a suonare subito i cantautori e in particolare Ivan Graziani, Mango e Lucio Battisti.
Gli artisti a cui ti ispiri di più sono Ivan Graziani e Mango. Con il passare del tempo molte canzoni, anche dei nostri artisti preferiti, sembrano come non rispecchiarci più. Forse perché cresciamo, evolviamo… Ti vorrei chiedere: quali brani di questi due cantautori sono ancora le colonne sonore della tua vita?
Le canzoni che ascoltiamo quotidianamente in radio o in concerti o al piano bar sono le colonne sonore della nostra vita. Queste ci accompagnano nelle esperienze quotidiane e spesso siamo noi che le scegliamo in base a quello che ci accade durante la vita. Si potrebbe dire che le canzoni e gli artisti stessi sono una specie di angeli custodi che ci danno delle indicazioni man mano che andiamo avanti. Col passare del tempo alcuni artisti vengono rimpiazzati da altri in base alle proprie personali variazioni e maturità. Attualmente cerco di ascoltare anche giovani artisti per calmare un po’ la mia sete di novità. Tra tutti non mi dispiace ascoltare Achille Lauro e Ultimo.
Il tuo ultimo singolo, “Cuore in fiamme” è un brano molto importante e profondo che parla di un amore iniziato in giovane età e mai finito, neanche con l’avvento della vecchiaia e i suoi inevitabili problemi. Hai detto che per te è un omaggio all’amore tra i tuoi genitori, cos’altro ti ha insegnato quel loro sentimento?
Queste coppie ci insegnano che il vero amore esiste. Venivano create famiglie numerose e c’era una gran voglia di recuperare il disastro provocato dalla guerra. Quindi tutto ci insegna che bisogna amare profondamente la persona che abbiamo accanto e non solo: occorre imparare ad amare tutto quello che ci circonda e che impreziosisce la nostra esistenza.
A chiusura del brano il testo dice: “Ora dormi mio caro non curarti di me/Tu concentra le forze e ritorna con l’alba/Rimani immutato mio grande guerriero/Sarà polvere e amore a legarci per sempre/Ancora” e mi piace moltissimo questa idea di amore infinito. Mi ricorda il tema centrale di opere come Interstellar, Cloud Atlas – ma anche il mio libro, Aeternum – perciò ti chiedo: credi davvero, quindi lo vivi come certezza, che l’amore sia un sentimento che va oltre la morte, o per te è più una speranza?
Sì, secondo me l’amore va ben oltre. L’amore, quello vero, quello importante, spesso lo abbiamo a disposizione ma non lo sappiamo riconoscere. Se riuscissimo ad aprire di più il nostro cuore avremmo una vita più intensa e molto probabilmente sapremmo riconoscerlo più facilmente. Mi piace pensare che questo rimanga anche dopo la nostra morte.
Nel brano c’è la collaborazione con Sabrina Seaside che con la sua calda voce secondo me dà un tocco ancora più emotivo al brano: da una parte c’è l’uomo che sembra essersi perso in una mente non più giovanile, dall’altra la donna che gli rimane accanto sostenendolo e dando valore alla promessa: “In salute e in malattia”. Quando ti è venuta l’idea di aggiungere anche lei? Mentre scrivevi il brano, prima ancora, o dopo?
La parte rap, quella poi assegnata a Sabrina Seaside, mi è venuta in mente dopo. Quando ho studiato la versione originale di “Cuore in fiamme” mi sono reso conto che mancavano ancora molti concetti. Inoltre avevo conosciuto degli altri personaggi che mi hanno colpito e meritavano, oltre all’esempio dei miei genitori, di essere inseriti nel brano. Ho quindi voluto generalizzare il più possibile in modo da farvi convogliare più particolari simili.
L’amore eterno per me non è un sentimento da associare solo alla sfera romantica della vita, ma va anche nei meandri più piccoli della nostra quotidianità: quindi sulle nostre passioni, il lavoro, anche nel gesto verso uno sconosciuto… mettiamo caso che la reincarnazione sia cosa certa, e potessi scegliere solo tre tipi d’amore, quali porteresti con te anche nella prossima vita?
L'amore esiste in varie forme e non è solo l’amore romantico. Se potessi scegliere tra tre soluzioni, tre tipi di amore, metterei nella mia immaginaria valigia per i viaggi post-mortem in primo luogo l’amore romantico, quello per l’altra metà della nostra mela. Poi accanto a esso metterei l’amore per il prossimo perché è magnifico vivere in armonia con gli altri, includendovi non solo gli uomini ma anche gli animali e le piante, quindi tutto ciò che è vivo. Infine non posso lasciar fuori l’amore per ciò che facciamo quindi per tutti gli oggetti che tocchiamo e che ci circondano.
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