Outsiders – Cinque scrittrici che hanno cambiato il mondo, scritto da Lyndall Gordon e tradotto per Fazi Editore da Sabina Terziani, è disponibile per l’acquisto in formato cartaceo o ebook dal 31 gennaio 2025.
Diciamocela tutta: la letteratura, così come molti altri ambiti, è stata per secoli esclusivo appannaggio del genere maschile.
Non
che ci siano stati cambiamenti che hanno stravolto l’ordine delle cose,
perché la nostra società è ben lontana dalla sconfitta del patriarcato,
ma ci sono alcune figure che, dal loro angolino, sono state una voce
per le donne di tutto il mondo.
Mary Shelley, prodigio. Emily Bronte, visionaria. George Eliot, “fuorilegge”. Olive Schreiner, oratrice. Virginia Woolf, esploratrice.
Cinque aggettivi scelti dalla biografa Gordon che sono rappresentativi delle donne a cui sono assegnati, e che tuttavia non riusciranno mai davvero a descrivere appieno quanto loro, con carta e penna, sono riuscite a rivoluzionare il mondo in un secolo e mezzo di letteratura.
A partire da Mary Godwin, che in tenera età scopre l’amore passionale con Percy Shelley, da cui non si separerà mai, nonostante le avversità. La moglie di lui, la famiglia Godwin estremamente contraria, le infedeltà del compagno, l’eredità femminista di Mary Wollstonecraft, una madre morta prematuramente che aveva con scrupolo seminato femminismo e indipendenza nelle proprie figlie.
E il mondo dell’editoria dei primi dell’Ottocento, nel quale riesce a entrare solo grazie al marito, da sempre suo amante e la costante fiamma del suo genio. Mary riversa nelle storie il rapporto burrascoso con il padre, la depressione che l’ha colta dopo la morte dei figli, la luce di Shelley nella sua vita.
Diverso invece per Emily Brontë, che al contrario dell’ammirata Mary non ha avuto occasione di viaggiare così tanto. Ha sempre preferito il calore e la familiarità della propria casa al mondo esterno, pieno d’insidie e con cui pareva non sapere bene rapportarsi. Eppure furono le poche persone che conobbe e i pochi luoghi che vide a ispirare Cime tempestose, uno dei titoli più famosi delle sorelle Bronte – anche loro costrette, a inizio carriera, a pubblicare i loro racconti con pseudonimi maschili che potessero impedire alle opere di subire il pregiudizio del sesso femminile delle autrici.
Le opere di George Eliot – all'anagrafe Mary Ann/Marian Evans – sono ancora oggi note con il suo pseudonimo. Nonostante lo spiccato acume dovette scontrarsi con le vedute ristrette dell’epoca vittoriana, che la costrinsero a nascondersi dietro uno pseudonimo perché i suoi romanzi non venissero etichettati come “letteratura per signore”. Continuò a usarlo anche e soprattutto per la natura scandalosa del proprio rapporto con Mr Lewes, uomo già sposato con cui visse per oltre vent’anni, che allontanò da lei amicizie e famiglia. Soltanto in tarda età divenne Mrs Cross, ma neppure il matrimonio – di breve durata prima della sua dipartita – la convinse a lasciar andare lo pseudonimo maschile, sebbene chiunque sapesse che dietro George Eliot si celasse l’orgogliosa e testarda Marian.
Anche Olive Schreiner scelse di pubblicare il suo primo romanzo con uno pseudonimo, rivelando la propria identità alla stampa della seconda edizione. Da quel momento in poi, però, nascondere la propria identità non fu più un’opzione. Oltre che raccontare le difficoltà della vita in Sudafrica, si impegnò anche nella lotta contro quello che sarebbe poi diventato il regime dell’apartheid, e lo fece con appassionati discorsi pubblici, che le fecero guadagnare il titolo di oratrice e l’isolamento da parte delle milizie britanniche.
Una cosa soprattutto la fa sentire vicina a Mary Shelley: la perdita dei figli – nel caso di Olive, dell’unica mai avuta, seguita da un aborto spontaneo che l’ha altrettanto segnata.
Virginia Woolf arriva dopo tutte, raccoglie le loro eredità, vive addirittura negli stessi posti in cui alcune di loro avevano passato parte delle loro vite.
L’amore romantico e dolce lo conosce con le donne, e in Leonard Woolf, al contrario di Mary Shelley, non vede un mentore, bensì un pari: con lui cresce come autrice e supera i propri blocchi sessuali e le sue “follie”, come le chiamava lei, senza quasi mai allontanarlo da sé. Leonard è colui che la sprona a crescere come autrice, credendo in lei e guardandola come complice, e non essere inferiore in quanto donna.
Le sue follie culmineranno purtroppo con il suicidio dell’autrice, ma non senza aver prima rivendicato la propria voce di scrittrice e, soprattutto, di donna.
Ciò che accomuna queste donne è come ognuna di esse abbia lottato perché le disparità – di genere, di etnia, di sessualità – venissero cancellate, e nel fare ciò ha inevitabilmente tratto lezioni da coloro che avevano preceduto la propria personale lotta.
Una lettura indispensabile per capire il passato e comprendere come certe donne, con la sola forza delle loro voci, abbiano cambiato il mondo e costruito parte di quello che viviamo oggi.
Nessun commento:
Posta un commento