Il romanzo Chimere dell’autore olandese Hendrik Jan Marsman, meglio conosciuto con lo pseudonimo J. Bernlef, è disponibile per l’acquisto nelle librerie e negli store online dal 19 novembre 2024, pubblicato da Fazi Editore per la collana Le strade.
I coniugi Maarten e Vera Klein, originari dell’Olanda, vivono negli Stati Uniti da quindici anni quando Maarten comincia a manifestare i primi sintomi di quella che definisce «sensazione di momentanea assenza in piena coscienza, un senso di smarrimento, di spaesamento». È domenica e la moglie glielo deve ricordare costantemente, perché a un tratto per Maarten la linea tra il passato e il presente, tra la realtà e l’illusione, non è più così definita come dovrebbe essere, e continua a sbiadire nonostante lui stesso faccia di tutto per non lasciarla sfuggire.
Chimera /chi·mè·ra/ sostantivo femminile
1. Mostro della mitologia greca, che i poeti dissero col muso di leone, il corpo di capra, la coda di drago e vomitante fiamme.
2. fig. Ipotesi assurda, sogno vano, utopia.
2. fig. Ipotesi assurda, sogno vano, utopia.
È naturalmente su questo secondo concetto che si concentra l’autore raccontando la storia dal punto di vista di Maarten.
Se l’inizio del romanzo pare mostrare soltanto confusione in lui, le prime pagine sono sufficienti perché si capisca che non è solo uno stato temporaneo, che la condizione in cui Maarten dall’oggi al domani si è ritrovato è destinata a peggiorare, qualcosa cui non si può porre rimedio.
E mentre il mondo viene descritto dagli occhi di Maarten, che si perde, che suona il piano nel cuore della notte e alla finestra del soggiorno aspetta di vedere l’autobus con i bambini che vanno a scuola nonostante sia domenica, riusciamo anche a vedere scorci di quel che resta.
Vera ha a che fare con una persona che viaggia costantemente avanti e indietro nel tempo, convinto che il tuttofare che li aiuta di tanto in tanto abbia ancora un cane, che l’amica della moglie abbia ancora un marito, che l’Olanda sia ancora sotto la morsa tremenda dei tedeschi nazisti della Seconda Guerra Mondiale.
Per Maarten tutto smette di avere senso e Vera è costretta a vedere la persona che ama sparire completamente, fagocitata dai ricordi, dalla memoria, dalle chimere che la sua mente crea.
Ed ecco che non è soltanto il tema della memoria e del ricordo che l’autore vuole affrontare, legato a doppio nodo al concetto estremamente singolare di realtà e percezione soggettiva degli individui, ma anche l’importanza che la comunicazione e la parola hanno, e come possono modificare le nostre vite.
Lo stile dell’autore è dolce ma le amare verità non sono pillole indorate; nella sua semplicità, Bernlef descrive con realismo – pur senza cattiveria – una delle più brutte condizioni umane, commovendo il lettore mentre, passo dopo passo, si perde della mente di Maarten tanto quanto Maarten stesso.
Ciò che distingue il lettore dal protagonista è infatti la possibilità di quest’ultimo di tornare alla realtà, di potersi distaccare dalle chimere e tornare con i piedi per terra – possibilità, questa, che a Maarten è ormai irrimediabilmente negata.
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