lunedì 25 gennaio 2021

#Libri: Scheletri nell'armadio

Se amate il genere thriller non potete non leggere un qualsiasi libro di Nicola Rocca. La sua scrittura diretta e fresca quasi vi obbligherà a divorare ogni capitolo. Inoltre ogni personaggio è così ben studiato da sembrare vero, come se lo conosceste personalmente. Non c'è nulla che vi faccia pensare: "ah, è il classico tizio inventato", Rocca ha una particolare attenzione per la psicologia di ogni personaggio e solo così un thriller può funzionare davvero.
Attenzione, però, perché potreste anche trascurare il sonno come è capitato a noi leggendo “Scheletri nell’armadio”.


“Scheletri nell’armadio… Tutti ne hanno almeno uno. Più o meno grave. Più o meno nascosto. E se qualcuno è sicuro di non averne… Be’, si sbaglia”
Roberto Marazzi ha una vita normalissima: una moglie, un lavoro stabile e un amore per la scrittura che lo tiene occupato durante tutto il suo tempo libero. A volte rimane sveglio tutta la notte per mettere nero su bianco le idee e i personaggi che popolano la sua mente. Ha già pubblicato parecchi libri, ma la fama sembra non bussare mai alla sua porta. I suoi amici non sembrano sostenerlo, nonostante lui per parecchio tempo li abbia rincorsi inutilmente, cercando di far leggere a loro ciò che scriveva. Sua moglie a volte lo sostiene, a volte - forse perché troppo stressata dal lavoro, o perché si sente trascurata dal marito - gli urla in faccia quanto sia inutile continuare a scrivere, visto che i suoi romanzi li leggono in un centinaio di persone.

Roberto, seppur terribilmente ferito da queste parole, continua a scrivere, a pubblicare e ad andare agli incontri con i lettori organizzati dalle piccole librerie di Milano e dintorni.
La vita sembra scorrere come al solito, fino alla fine del romanzo “Scheletri nell’armadio”, che improvvisamente diventa uno dei thriller più letti in Italia.


Per Roberto inizia la vita che ha sempre desiderato: vivere di scrittura, passare l’intera giornata solo a scrivere, dividendosi esclusivamente tra interviste televisive o radiofoniche, e incontri con lettori in librerie ben più note.
Ha ottenuto tutto ciò che aveva sempre desiderato, eppure perché non riesce a tranquillizzarsi? Le sue paranoie lo riportano molto indietro nel tempo, alla vita che aveva prima di conoscere sua moglie Sonia. Quasi non riesce più a distinguere tra sogno e realtà, fantasia e verità. Questo conflitto interiore non lo aiuta con la scrittura, che quasi abbandona.
Cammina sul filo del rasoio: ha tutto ma sa che può perderlo da un momento all'altro. 
 
Gli scheletri che ha accumulato nel corso del tempo riempiono un armadio ormai pieno. Basta un niente per romperlo, e per far venire alla luce ogni singolo segreto. Il suo incubo peggiore si avvera quando viene accusato dell’omicidio di Ambra Fantini, una giovane studentessa di Parma che conosceva Roberto. Che relazione c’era tra i due, e perché lui ne è il principale sospettato?

Sono tutte domande a cui abbiamo delle risposte illusorie, perché esse vengono meno verso la fine del romanzo, ecco perché non vogliamo dirvi più di quanto non sia necessario.
 
"Scheletri nell’armadio” ci mette davanti alle nostre paure, ai nostri timori e a qualsiasi cosa ostacoli i nostri sogni.
È nel momento in cui affrontiamo i "mostriciattoli" che abbiamo creato e che vivono nell’ombra, che diamo loro la luce, li riconosciamo; così, invece di intralciarci, ci aiutano a raggiungere la meta. 
 
Se la recensione vi ha incuriositi, potete acquistare “Scheletri nell’armadio” cliccando qui.

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