Sembrerò cinica, ma io non mi fido di nessuno al 100%. Conosco le mie migliori amiche da trentasei e diciassette anni, puoi essere un mio famigliare, ma a livello di fiducia rimarrai sempre uguale alla persona appena incontrata. Questo non vuol dire che non mi apra, al contrario, vuol dire che ormai mi aspetto tutto da tutti.
Ecco che il documentario Netflix “Sweet Bobby: il mio incubo” non mi ha stupita particolarmente.
I casi di catfish – persone che sui social si fingono altre persone – sono all’ordine del giorno, ma se adesso è un po’ più semplice scovarli, a inizi Duemila, quando Facebook era agli albori, era davvero facile cadere in questa trappola manipolatoria, purtroppo ancora non perseguibile come reato.
Ecco che il documentario Netflix “Sweet Bobby: il mio incubo” non mi ha stupita particolarmente.
I casi di catfish – persone che sui social si fingono altre persone – sono all’ordine del giorno, ma se adesso è un po’ più semplice scovarli, a inizi Duemila, quando Facebook era agli albori, era davvero facile cadere in questa trappola manipolatoria, purtroppo ancora non perseguibile come reato.




