giovedì 21 settembre 2023

#Anime: Doraemon

È quasi impossibile, dai nati dal 1982 al 2016, non conoscere Doraemon, anche perché la sigla cantata da Cristina D’Avena è diventata un vero e proprio classico delle sigle tv. C’è da dire, però, che i nati anni ’80 – come la sottoscritta – ricordano ancora molto bene la prima sigla, ormai probabilmente confinata nelle rarità sonore.

Doraemon è un successo a livello planetario, tanto che sono stati creati musical, videogiochi, persino ristoranti e ricette a tema, seguito da tantissimo altro ancora di sua ispirazione;  per questo è considerata una delle serie d’animazione giapponesi più conosciute all’estero. Il gatto Doraemon, infatti, è una vera e propria icona a della cultura pop giapponese e sarà sicuramente capitato a tutti noi di andare in un ristorante giapponese e assaggiare i dorayaki, meglio conosciuti come: “i dolcetti di Doraemon” solo perché sempre presenti in ogni puntata.

Come ogni opera importante che si rispetti sono tanti gli interrogativi che ha suscitato in ogni generazione: cos’è il cocktail di bambù? Ma soprattutto: il gatto più simpatico dell’animazione giapponese, è davvero solo un sogno di Nobita? Andiamolo a scoprire.


Ma prima, le solite informazioni: il manga è scritto e disegnato da Fujiko F. Fujio (tra le sue opere più famose anche in Italia troviamo “Carletto, il principe dei mostri” e “Nino, il mio amico ninja”. Scende una lacrima anche solo a ricordare le sigle, visto che entrambi gli anime li vedevamo su Super3) e viene pubblicato per la prima volta in Giappone dalla rivista mensile CoroCoro Comic dal dicembre 1969 all’aprile del 1996. In Italia arriva moltissimi anni dopo, nel 2005, per la Star Comics.


Da questo manga sono state fatte tre serie anime: la prima andata in onda sulla Nippon Television nel 1973, la seconda trasmessa su Tv Asahi dal 1979 al 2005 e la terza, sempre sulla stessa rete, andata in onda dal 2005 ai giorni nostri.

In Italia la seconda serie è stata trasmessa prima da Rai 2, poi dalle reti private e infine da Italia 1 e Boing, dal 1982 al 2013. La terza serie, trasmessa solo su Boing, arriva nel nostro Paese nel 2014, con le puntate che sono ancora in corso.

mercoledì 20 settembre 2023

#Venezia80: Enea - Recensione

La seconda opera registica di Pietro Castellitto è arrivata al concorso a Venezia80, raccontando una profonda e attenta critica alla borghesia e alla noia che essa comporta. Un film non da tutti apprezzato, che forse è stato anche poco capito, ma che allo stesso tempo si rivela l’opera più fresca di questa mostra. Un nuovo modo di fare cinema, una nuova ondata che si scaglia contro il ristagnare dell’acqua della laguna.

“Enea” ci trasporta in questo suo viaggio tra spiagge sconfinate. Oltre che alla regia, Pietro veste i panni del suo protagonista e con il suo sguardo e con i suoi sorrisi riesce a trasportarci nella sua strafottenza. Fin dai i primi istanti è tutto chiaro: viene spiegato immediatamente di cosa si vuol parlare e se si perde quel passaggio iniziale ci si perde anche il cuore di questa narrazione. Il tutto si apre con un dialogo, l’amico più intimo di Enea, Valentino sta discutendo con la madre del ragazzo sull’incapacità di intraprendere delle relazioni dalla lunga durata. Lui è figlio di pluridivorziati, donne e uomini che preferiscono la scappatoia piuttosto che resistere e lottare per quel sentimento. Coppie che preferiscono lasciarsi andare alla routine finendo col farsi vivere dalla vita piuttosto che godersela. Enea e Valentino rifugiano a tutti i costi quest’idea di vita e per farlo si nascondono dietro un tenore di vita che si possono principalmente permettere grazie ai soldi dei loro genitori.

#Racconti: Il senso più profondo dell'insignificante

Nelle ultime settimane di agosto Frè ha avuto a che fare con le formiche in casa. È andato tutto bene fino a quando non se le è ritrovate anche dentro il suo armadio.     

Peccando inevitabilmente di superbia e credendosi superiore alle altre vite, ha ceduto al sadismo e all
’insicurezza della vendetta.

Tornata in sé ha trovato il suo perdono creando un’ode alla loro troppo avventata e del tutto inopportuna impresa.

martedì 19 settembre 2023

#Venezia80: Coup de Chance - Recensione

Nell’onda delle proteste di questa
Venezia80, l’attenzione è stata puntata sulla presenza di Woody Allen sul carpet. Arrivato al Lido per poter presentare il suo ultimo film “Coup de Chance”, il regista si è trovato bersagliato da un tentativo di invasione di campo da parte di alcune manifestanti. Con l’urlo: “No alla rape culture”, dunque, oggi parliamo dell’opera ultima del regista statunitense.

Dal francese possiamo letteralmente tradurre il titolo con “Colpo di fortuna”, del resto questo è uno dei temi più cari al vecchio Woody e lo possiamo già ricordare con “Match Point”. Partiamo col definire questa pellicola la più “Woody Allen” che mai, proprio perché al suo interno ci sono tutte le caratteristiche del suo cinema e tutti i diversi dettagli che hanno definito la sua filmografia. Dalla fortuna alla ricerca dell’amore, così come la sua tagliente ironia e il suo sottile sarcasmo: viene delineata una giovane coppia pronta a “scoppiare” davanti alle casualità della vita.

#Libri: Capitalismo Woke

Grazie alla Fazi Editore abbiamo avuto modo di leggere in anteprima la loro prossima uscita nelle librerie: “Capitalismo Woke”, un saggio che opera un discernimento in quella metafora di “risveglio” e consapevolezza che a oggi viene spesso adoperata.

Il termine viene associato a quella sorta di “responsabilità sociale” che, già negli anni sessanta, iniziava a muovere le masse. Coniato col suo significato più attuale alla fine del XX secolo ed esploso agli inizi del XXI, il Capitalismo Woke deve necessariamente essere analizzato per poterne comprendere le sue più intrinseche implicazioni.

lunedì 18 settembre 2023

#Venezia80: Io Capitano - Recensione

Il regista Matteo Garrone vince a Venezia80 il premio per la miglior regia col suo “Io Capitano
. Il leone d’argento sancisce quella che, a tutti gli effetti, è una storia di speranza e di movimento. Il protagonista Seydou Sarr, esordiente sul grande schermo di origini senegalesi, ha dedicato questa vittoria a tutti quelli che del mare hanno fatto la propria eterna casa. Il vincitore del “Premio Mastroianni”, col suo discorso, ha ricordato quanto a conti fatti non finiscano sempre così bene le storie narrate all’interno di questa pellicola. Occorre, però, soffermarci di più su questo film e concentrarci su ciò che Garrone ha donato al pubblico.

Venezia 2023 si è dimostrata un po’ politica, lasciando che le sue storie riuscissero a raccontare le avventure di eroi minimi o di individui socialmente isolati. In questo caso la lente viene incentrata su un argomento caldo per il nostro territorio, ovvero quello dell’immigrazione. Questa produzione Italo-Belga è già nelle sale italiane e ci trasporta all’interno dell’odissea vissuta da Seydou (personaggio e interprete hanno lo stesso nome) per poter arrivare tra le nostre coste. Dal Senegal, dunque, si attraversano i pericoli del deserto, così come la detenzione in Libia e il vero mostro: l’attraversamento del Mediterraneo. Barche fatiscenti, soldi estorti con l’unico appiglio dato dalla speranza.

#MustToRead: Anna dai capelli rossi - Prima Parte

Non prendiamoci in giro: non leggere significa non sviluppare le proprie idee e rimanere in uno stallo non aiuta a crescere.
Siamo un Paese che fatica a raggiungere la soglia di un libro letto al mese, quindi a noi personalmente non sorprende vedere come gli italiani stiano diventando sempre più silenziosi e soggiogati dal pensiero di massa.


Nelle ultime settimane, poi, sono numerosi i meme che prendono in giro il fatto che una volta siamo tutte Barbie, un’altra tutte Mercoledì, altre ancora tutti un noto personaggio del mondo cinematografico o delle serie tv, che ci viene spontanea una domanda: come mai per far conoscere una storia è ormai necessario che ci sia la sua trasposizione video? Quando abbiamo cominciato a essere così pigri intellettualmente?

Chi sta scrivendo ha conosciuto “Anna dai capelli rossi” da bambina, per la nota serie anime trasmessa per la prima volta in Italia nel 1980, in replica praticamente ogni anno. Da appassionata lettrice, non ha esitato a leggerlo (i primi due volumi) nella biblioteca della sua scuola elementare, facendolo diventare una vera e propria ossessione come successo per “Piccole donne” della Alcott.

Eppure, è davvero disarmante vedere come ancora oggi questi grandi classici siano conosciuti solo ed esclusivamente per le serie tv o i film che ne sono stati fatti i quali, per quanto possano essere ben fatti, fanno perdere del tutto quella voglia di pensare e di andare oltre che solo i libri possono dare.

Ecco perché da oggi vogliamo parlarvi dei volumi di Anna, sperando possano essere finalmente scoperti.