Ripetiamo spesso che per noi il tempo altro non è che un susseguirsi di eventi, un cerchio infinito dove “inizio” e “fine” sono solo parole volte a definire l’illusione dello scorrere di qualcosa, quando in realtà, a un occhio più attento e forse più distante dall’Ego, tutto è vivo nello stesso istante. Tutto è collegato, senza alcuna distanza a mettersi di mezzo. E forse non è un caso se l’etimologia di “istante” ha a che fare con lo spazio (dal latino istans, -antis: “stare sopra”, “incalzare”).
Nell’ultimo articolo abbiamo parlato della Nuova Era come un luogo – a cui torneremo – dove il nutrimento avveniva spontaneo, così come nello stesso modo crescevano abbondanza e pace tra i popoli.
Possiamo paragonare questa immagine a una realtà che tutti noi abbiamo vissuto ma della quale non abbiamo molti ricordi: parliamo dei mesi passati dentro il ventre materno fino ai primi mesi dalla nascita, quando nutrimento e affetto arrivavano a noi in modo spontaneo e incondizionato.
Oggi vediamo come i popoli norreni hanno provato a spiegare alcuni fenomeni della natura e alla spiegazione che hanno dato degli elementi.