mercoledì 28 giugno 2023

#Arte: La Capra Amaltea

La Capra Amaltea è una piccola scultura di Gianlorenzo Bernini esposta alla Galleria Borghese, situata nell'omonima villa.

L’opera fu attribuita al noto scultore da parte di Joachim Von Sandrart, artista e storico dell’arte che nel 1629 ebbe modo di vederla durante il suo soggiorno a Roma.

Non si conosce con certezza l’anno esatto della realizzazione, tuttavia già nel 1615 fu collocata e dunque conclusa.

La scultura in marmo, alta quarantacinque centimetri, raffigura due figure antropomorfe e una capra.

La scena rappresentata è tratta dalla mitologia ellenistica e romana, si tratta della rappresentazione di Giove infante che insieme a un piccolo fauno si nutre del latte della capra Amaltea.

martedì 27 giugno 2023

#Racconti: 1885

I mesi passano, i sentimenti cambiano, si increspano, si solidificano. Nessuna certezza, se non quella che dopo il caffè versato tutto cambia per tornare indietro, ai tempi che furono. È il presente che torna passato, o il passato che si fa presente? E mentre si disquisisce sulle tempistiche giuste da utilizzare, il futuro che è già presente attende paziente la nuova metafora, le nuove immagini, i nuovi modi per captare problemi inconsci. E finalmente vengono proiettati nella giostra visibile della vita.

Non è obbligatorio, ma è consigliabile recuperare 1883 e 1884

#Libri: L’immortale

Quando ci approcciamo ai libri della Fazi Editore si costituisce uno strano rapporto con le sue pagine. Abbiamo avuto modo di leggere in anteprima “L’immortale”, romanzo scritto da Catherynne Valente, che ci porta all’interno dello strano confine tra realtà e magia. I libri di questa casa editrice ci spingono a valicare porte talmente tanto sconosciute da farci entrare in una sorta di stato di trance. L’immortale, in particolar modo, è stato un testo complesso e vitale, ma anche intrigante e mistico.

Siamo a San Pietrogrado, in una Russia in pieno regime comunista. Il nuovo si batte col vecchio, il rosso cancella a colpi mortali tutto ciò che non lo riguarda. Il sangue percorre le vie, la fame e il gelo sono compagni di vita. La vita di Marja Morevna, però, è pronta a essere sconvolta dall’arrivo di Koščej l’Immortale. Lo Zar della vita la condurrà ai confini del suo regno, permettendole di vivere come una Zarina, ma a caro prezzo. Dovrà affrontare delle prove, per poter dimostrare d’esser degna dell’amore dell’uomo. Non è tutt’oro quel che luccica e la giovane verrà totalmente prosciugata da questo cieco amore e dall’eterna lotta che vede protagonisti Koščej e lo Zar della Morte.
Stremata deciderà di tornare nella propria dimora d’infanzia, ma lì verrà colta dalla fame e dal freddo della Seconda Guerra Mondiale.

lunedì 26 giugno 2023

#Anime: Bia e la sfida della magia

Sul nostro profilo TikTok abbiamo ricevuto una richiesta da parte di un utente: parlare di “Bia e la sfida della magia” ed eccoci qui ad accontentarlo.     
Ne approfittiamo per ricordarvi che ogni richiesta è sempre ben accetta, quindi non esitate a farcelo sapere nei commenti, tanto ci trovate su ogni social, sempre con il nome 4Muses_blog.


Il titolo originale è “Majokko Megu-chan” (trad. “La maghetta Meg-chan”. Il manga è di Shigeto Ikehara ed è uscito in Giappone nel 1974. L’anime, invece, è opera di Makiko Narita, ed è uscito in Giappone per la TV Asashi nell’aprile 1974. In Italia arriva per la prima volta su Rai 2 nel 1981.

#StorieRomane: Streghe Romane

I giorni delle streghe sono appena passati e non siamo stati esenti dall’andare in giro per Roma per rivedere quei luoghi che fino a un millennio fa hanno impaurito i romani, ma che adesso custodiscono ancora il fascino delle antiche leggende.

Se le streghe greche, ma anche quelle del nord Europa, potevano essere descritte come donne ammalianti, (basta pensare a Malefica, o a Grimilde) quelle romane erano riconoscibili perché di brutto aspetto dai connotati vicini alle bestie feroci. È grazie all’immaginario romano, quindi, che l’ideale di strega brutta e cattiva è giunto fino a noi e proprio per questo oggi vogliamo parlarvi un po’ dei luoghi dell’Urbe che più frequentavano.  

venerdì 23 giugno 2023

#Arte: Gli ombrelli

Gli ombrelli”, Pierre-Auguste Renoir, 1881-1886.
Com’è che si chiama? Sindrome di Stendhal?
Sì, insomma, quella sensazione che ti fa emozionare tantissimo davanti a determinate opere d’arte e ti fa avere a volte anche reazioni esagerate e fuori luogo si chiama così, no?

Perché spesso ci capita di avere delle reazioni esagerate – noi quattro Muse, tutte quante, sappiamo come essere delle drama queen di primo livello quando vogliamo –, ma alla fine sappiamo quasi sempre fare un passo indietro e guardare le nostre reazioni, accettare quali sono state esagerate senza motivo e quali, invece, magari sono state anche giustificate.

Col senno di poi, valutando anche il dilemma in cui la Musa che sta scrivendo questo articolo si trovava in quel suo anno sabbatico della vita – “che voglio fare nella mia vita?” – non crediamo che la reazione emotiva avuta sia stata semplice Sindrome di Stendhal, ma qualcosa di più, una realizzazione: quella di dover rendere l’arte la propria missione nella vita.
Ma perché da quel momento i dubbi sul futuro sono spariti e i dilemmi sono sembrati improvvisamente inutili e siamo abbastanza sicure – ma ovviamente potete correggerci se sbagliamo – che la Sindrome di Stendhal non porti alla risoluzione di mesi e mesi di paranoie.

#DivinaCommedia: Canto XXVI

Continua il nostro viaggio alla scoperta della Divina Commedia dal punto di vista esoterico.

Oggi analizziamo il ventiseiesimo canto dell’Inferno. Siamo a un punto in cui l’intelletto la fa da padrone, ma allo stesso tempo non possiamo, anzi, non dobbiamo procedere guidati solo da esso.
L’esempio più calzante di quanto detto in queste poche righe lo vediamo nella storia di Ulisse e di come abbia messo fine alla sua vita in un impeto di follia.

Al solito vi ricordiamo che analizziamo il canto solo ed esclusivamente dal punto di vista esoterico, comparandolo con quello che è stato ed è il nostro cammino spirituale.
Questi articoli, insomma, servono solo come spunti di riflessione su se stessi, dove ogni protagonista che incontriamo è una parte di noi.