sabato 10 dicembre 2022

#Racconti: Mela

Una mela per la cura, una mela per la dannazione eterna...

Chissà se fosse davvero una mela quel frutto rubato dal giardino del Signore. Forse un melograno. Poco importa, siamo qui a patire atrocità per qualcosa che non ho capito bene cosa sia.

Bianca però è speranzosa, porta con sé la sicurezza che tutto tornerà agli antichi fasti.

#Pensieri: The Weight

La foto è un riferimento a The Whale
può essere colto solo dopo la visione
del film
Scattata da Francesca Vangieri
Questo è un lento processo. Salite, discese, battute d’arresto. Un percorso che a volte dimentico, a volte dico, altre è così tanto parte di me da essere quasi una colpa.

Ne parlo, spesso, troppo, non lo so quantificare. Ma ne parlo. È una cicatrice sulla mia anima, tre sul mio addome. Ne parlo, ma non lo racconto. Lo dico, ma non lo scrivo. Forse però dovrei imparare a farlo.

Il 9 marzo del 2021 è stato il mio punto zero. Prima Operazione, Dopo Operazione. Sì, una parte di me distingue così la mia vita. È vero, il percorso è iniziato nel 2020 quando ho capito quanto necessario fosse fare una benedetta chiamata nonostante mi spaventasse. Chi mi conosce mi ha sentito dire, almeno una volta, che gli anni della Pandemia sono stati il periodo migliore della mia vita. Perché? Beh… rallentare vuol dire guardarsi, fermarsi vuol dire prendersi il proprio tempo. Ho tradotto l’isolamento come un momento per poter stare con me stessa e conoscere un po’ di più chi io sia.

venerdì 9 dicembre 2022

#Venezia79: The Whale, il nostro personale Leone D'Oro

Riuscire a scrivere la recensione di questo film è dannatamente difficile. The Whale colpisce dritto alla bocca dello stomaco, la stringe e vi lascia con un vuoto incolmabile. Tutti gli spettatori, all’interno della Palabiennale di Venezia, sono usciti stravolti tra le lacrime; in totale silenzio. Una storia, forse semplice, ma potente nella sua immobilità. Chi sta scrivendo questo articolo si è trovato faccia a faccia con uno specchio ancora difficile da elaborare, tanto che questo articolo poteva essere un pensieri.

#RoyalFamily: Principessa Margaret e Peter Townsend

L’ultima stagione di The Crown ha forse messo la Regina Elisabetta II un po’ in secondo piano, perché focalizzata sulla fine del matrimonio tra Carlo e Diana, l’inizio della storia ufficiale con Camilla (per leggere la verità dei fatti potete cliccare qui per la prima parte e qui per la seconda) e sulle vicende di Filippo, che nonostante l’età rimane sempre piacevolmente affascinato da tutto ciò che è nuovo, soprattutto in campo scientifico e tecnologico.
Ciò che ha appassionato tutti, però, è anche la storia d’amore tra la principessa Margaret e il colonello Peter Townsend, che nella quinta stagione fa il suo ritorno, anche se per solo una puntata.

Cosa c’è, però, di vero? Quanto è stato romanzato a favor di trama? In che modo gli sceneggiatori hanno giocato emotivamente, per tenerci incollati allo schermo? Scopriamolo oggi con questo articolo!

Attenzione: The Crown è sicuramente una delle migliori serie tv non solo sulla famiglia reale inglese, ma anche in linea generale. È davvero difficile trovare una trama così vicina alla realtà quando si tratta di esporre vicende legate alla Corona, ma non per questo è da prendere come un documentario: molte delle vicende sono romanzate, infiocchettate e imbellettate a favor di pubblico. La stessa Elisabetta II seguiva ogni puntata, ma lo definiva: “troppo emotivo”.
Eliminiamo, quindi, dalla nostra mente immagini di occhi lucidi e/o discussioni che bramano vendetta.

giovedì 8 dicembre 2022

#Pensieri: L'ottavo articolo

ATTENZIONE
: questo è un "quarto articolo". Siete stati avvisati e potete passare oltre per leggere contenuti decisamente più interessanti.

#Cinema&SerieTv: Il Corsetto dell'Imperatrice - Recensione

Vi abbiamo già parlato della figura dell’Imperatrice Sissi, ripercorrendo la sua biografia in un nostro articolo. Oggi arriva nelle sale italiane Il Corsetto dell’Imperatrice, un film presentato a Cannes 2022. La regia di Marie Kreutzer dipinge a chiare tinte la fragilità di una donna che, arrivata ai quarant’anni, deve fare i conti con il tempo che passa sul suo corpo e sul suo volto. Un costante confronto con la bellezza che l’antecedeva e un carattere sempre meno propenso a scendere a compromessi.

La storia viene messa un po’ da parte. Siamo a Vienna nel 1898, ma è come se il film uscisse dai fatti realmente accaduti per poter rappresentare una donna dal carattere di difficile controllo. Il corsetto, infatti, è metafora delle costrizioni sociali che si ripercuotono sulla pelle della conosciuta Elizabeth, in un costante confronto con il suo riflesso giovanile che sta via via sbiadendo. Una bellezza che la mette a dura prova anche tra le mura domestiche oltre che con quelle pubbliche.

mercoledì 7 dicembre 2022

#Venezia79: White Noise - Recensione

Tutti i nati prima dell’avvento della digitalizzazione hanno ben presente cosa sia il “rumore bianco”: quel suono che i televisori producevano durante la mancata sintonizzazione della frequenza del canale, oppure quella ricerca tra un canale radiofonico e l’altro. Quella continua ricerca di qualcosa che non fosse semplicemente il vuoto. Noah Baumanch ha dato questo titolo alla pellicola che ha aperto Venezia79. Un grande ritorno, successivo a Storia di un matrimonio, che tinge a fosche tonalità una critica dell’odierna società americana: troppo impegnata dalla paura della morte per riuscire davvero a vivere.
La pellicola è da oggi disponibile nel palinsesto di Netflix Italia.

(NO SPOILER)