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mercoledì 22 febbraio 2023

#TheBeatles: The Fool on the Hill

Matto, ridicolo, stolto, sciocco… sono tutti modi che abbiamo in italiano per tradurre la parola inglese: “fool”.

A nostro avviso tali aggettivi rappresentano anche il modo che abbiamo per descrivere una persona che non vogliamo conoscere perché spaventati dalla diversità che rappresenta.
The Fool on the Hill” (trad. “Il matto sulla collina”) è una canzone dei Beatles (accreditata Lennon/McCartney, anche se è stata scritta da Paul) contenuta nell’Ep “Magical Mystery Tour”, del 1967.
Vi vogliamo parlare del brano, considerando anche il fatto che per noi è così importante, tanto da non ascoltare quasi mai la canzone, forse per non farle perdere il significato. 

mercoledì 15 giugno 2022

#TheBeatles: Glass Onion

Vi spieghiamo come è andata: Silvia ha finito di scrivere l’articolo su “I am the Walrus”, ha iniziato a mandare audio a Frè dicendole quanto sia bello e affascinante che anche non volendo i Beatles siano riusciti a scrivere sempre canzoni pregne di significato, e poi ha tirato fuori una delle sue canzoni preferite non solo del White Album, ma della band in generale: Glass Onion.

Hanno iniziato a parlare del fatto che come succede sempre con le canzoni dei quattro di Liverpool si possono dare varie interpretazioni al brano (ormai facciamo sempre l’esempio di “A Day In The Life” di cui sia Silvia che Frè hanno fatto un articolo) e poi, mannaggia a lei, Frè se n’è uscita con la frase d’ordine, che è: “Ma ci hai fatto caso a quanto è McLennon questa canzone?”.
La cosa divertente è che lei lì per lì si è focalizzata solo su una strofa – quella in cui John menziona apertamente Paul –, ma secondo noi non si è resa conto subito nemmeno lei di quanto è McLennon questa canzone.

Ah, sì, sottolineiamo che se non ci siamo mai minimamente sentite in colpa a fare questi articoli, in questo Pride Month ci sentiamo ancora meno in colpa.

mercoledì 10 luglio 2024

#TheBeatles: The Ballad of John and Yoko

The Ballad of John and Yoko”, così come “The Fool on the Hill”, rientra tra le canzoni dei Beatles che ascolto di meno sia perché non voglio che diventi superficiale, sia perché, in questo caso, mi torna fortissima la mancanza di una figura come John Lennon nel panorama mondiale.


È comparsa solo come singolo, pubblicato il 30 maggio 1969 assieme alla canzone di George HarrisonOld Brown Shoe”, come lato B, anche se verrà poi inclusa nella raccolta “Hey Jude” dell’anno successivo.

mercoledì 15 maggio 2024

#TheBeatles: Piggies

Immagine creata con l'IA
Il White Album (1968) è pieno di brani leggendari e iconici, molti rimasti nella storia, come “Back in the U.S.S.R.”, “Ob-La-Di Ob-La-Da”, “Blackbird” o “Julia”, altri meno conosciuti anche se di qualità ugualmente alta, come il caso di “Piggies”, scritto da George Harrison.


Il Beatle definito più silenzioso dei quattro era in realtà il meno capito, proprio perché i suoi testi sembrano banali e superficiali ma solo perché non si ha la voglia di esplorare il loro interno, come succede per “Something” o “Here Comes the Sun”, dove tutti le cantano con leggerezza, senza concentrarsi sul vero significato.

Personalmente ho sempre trovato “Piggies” geniale e ho sempre riso tanto ascoltandola perché George ha messo in musica ciò che un altro George (Orwell) ha scritto nel 1945 nella sua “La fattoria degli animali” e cioè la condizione dell’uomo in questa grande gabbia che è la società.

Se Orwell, però, con la fattoria dà più l’idea di libertà, Harrison non ci lascia scuse: viviamo in un porcile e ci crogioliamo nello sporco che creiamo. 

lunedì 27 marzo 2023

#Musica: Alba

Quando abbiamo ascoltato “Alba” per la prima volta, durante la prima serata del Festival di Sanremo 2023, ci è subito venuta in mente un’intuizione su Ultimo: “Vuole dirci qualcosa, vuole lasciarci un messaggio”.
Non prendeteci per pazzi, abbiamo scherzato noi per primi sulla frase che dall’inconscio è salita alla nostra mente, eppure il giorno dopo, ascoltandola per bene, abbiamo avuto quasi un mancamento. Allora ci siamo muniti del video ufficiale e lì non abbiamo più avuto dubbi: Ultimo ha qualcosa da dirci.

Come per confermare tutto ciò, facendo una breve ricerca Google sul brano, ci siamo imbattuti nell’intervista che il cantante romano ha rilasciato al Corriere della Sera:

Due anni fa avevo scritto una frase: ‘Amo l’alba perché è come fosse solo mia’. Quest’estate, poi, mi trovavo alle Isole Eolie, al porto, e non era ancora l’alba, a dire la verità. Ma a partire da quella frase che già avevo in mente, la canzone è venuta da me. Io ci credo, in questo. Sono stato un tramite. L’ho scritta io ma non l’ho scritta veramente io. Sono stato attraversato dalla canzone. […] È un viaggio etereo, quasi astratto. Quando la canto ho come la sensazione di ‘entrare nel tempo’”.

Dato che capita spesso anche a noi, quando scriviamo, non possiamo fare altro che ringraziare Ultimo e cercare di darvi il significato che abbiamo trovato nelle sue parole.