venerdì 15 settembre 2023

#Pensieri: Estetica e videogiochi

Qualche tempo fa, un professore mi informò dell’esistenza di un testo particolare: il tema era quello del videogioco, indagato attraverso le categorie dell’estetica filosofica. In sostanza, all’arte si può affiancare il medium videoludico perché, secondo l’autore, quest’ultimo permette di osservare meglio l’esperienza per risalire ai principi che la originano.

Purtroppo, non ricordo il titolo del libro, ma potete recuperare l’articolo “Estetica ed esperienza” per avere un inquadramento può chiaro dei pilastri di questo discorso.

Non avevo compreso a pieno il significato di quelle parole, non prima di un evento in particolare. Una notte stavo giocando a un videogioco (Dragon’s Dogma su PS4 per la precisione) e il mio personaggio si era ritrovato a dover attraversare dei cunicoli bui munito solo della flebile luce emanata dalla sua lanterna.

Lo spazio era confuso e ogni passo procedeva incerto verso l’ignoto. A un certo punto, ho scorto una luce spettrale e in quel momento la colonna sonora si è trasformata in un motivo agghiacciante e carico di angoscia. La luce era scomparsa, ma il motivo cresceva d'intensità. In quel momento si era materializzata davanti a me la figura della morte: unentità sospesa a mezzaria coperta da una coltre dombra che somigliava a un mantello nero. Portava con sé una falce e una lanterna.

giovedì 14 settembre 2023

#Venezia80: Bastarden - Recensione

Tra i film in concorso di Venezia80 troviamo una pellicola Danese dal titolo “Bastarden”. Siamo nel 1755 e lo squattrinato capitano Ludvig Kahlen (Mads Mikkelsen) parte alla conquista delle aspre e desolate lande danesi con l’obiettivo di costruire una colonia in nome del Re. La ricompensa, per tale missione, sarà un titolo nobiliare da lui disperatamente desiderato.     
L’unico sovrano di quella zona è lo spietato Frederik De Schinkel (Simon Bennebjerg) ed è convinto che la brughiera gli appartenga; di conseguenza, si frapporrà con tutte le sue forze per impedire il raggiungimento tanto agognato da Ludvig.     
Inizia così una battaglia impari dove da una parte troviamo schierati impegno e determinazione; dall’altra invece abbiamo ricchezza e follia. La determinazione, però, costerà cara a Ludvig: l’uomo, infatti, rischierà di perdere ogni singola cosa da lui posseduta per poter inseguire il suo sogno. Frederik, dal canto suo, non ha molto da perdere e può usare la sua potenza e la sua coercizione per poter alimentare la propria follia.

#SullaStrada: Tagliacozzo

Una delle nostre mete estive di quest
’anno è stata Tagliacozzo, piccola cittadina situata in Abruzzo, in provincia de L’Aquila.
I romani sanno bene quanto questa sia una meta vacanziera più o meno fissa, complice anche il fatto che è situata ad appena un’ora di macchina da Roma.
Oltre le meraviglie naturali che vanta il suo panorama, Tagliacozzo è una città che non manca di storia, e oggi andiamo a scoprirla.  

mercoledì 13 settembre 2023

#Venezia80: Comandante - Recensione

L’ottantesima edizione della mostra internazionale del cinema di Venezia è stata aperta da Pierfrancesco Favino col suo “Comandante”.
La pellicola ci porta all’interno del sottomarino Cappellini, luogo in cui durante gli inizi della Seconda Guerra Mondiale la ciurma si è trovata davanti a un bivio etico: salvare o meno il nemico finito in mare, dopo aver tentato di abbatterli.

Quella diretta da Edoardo De Angelis è una storia dalle molteplici letture. Durante il corso della narrazione, infatti, le battute dei personaggi hanno il preciso compito di poter punzecchiare lo spettatore sull’importanza del soccorso in mare. Allo stesso tempo, però, possiamo parlare di un film diviso in due parti. In un primo momento abbiamo una ricostruzione sentimentale di quelle vite che verranno sprecate in acqua, il film ci tiene a ricordare che delle 112 missioni subacquee solo in 19 sono rientrate sane e salve. “Quanto spreco di vita in quella bara” è una delle principali frasi che risuonano per le prime scene: istanti in cui gli uomini devono dire addio a ciò che finora hanno conosciuto e amato: la terra che stanno lasciando per il fondo del Mediterraneo.

#Mitologia: Metamorfosi

Crediti: Daniel Bates Hurtado
In uno dei tanti libri che abbiamo letto nel corso della vita, abbiamo trovato questa frase: “Il senso della vita è gelosamente custodito nella vita stessa” e anche se non ricordiamo più di quale libro si tratti, o chi sia il suo autore, la potenza di queste parole alberga ancora dentro di noi.
Ne siamo diventati così tanto consapevoli che passiamo interi minuti a osservare anche il più piccolo dettaglio della natura per cercare di captare il senso più profondo. Questo ci aiuta di molto nelle situazioni della vita stessa, soprattutto quelle più difficili e complicate, perché sappiamo che c’è un senso più profondo, anche se ancora nascosto.


Chi sta scrivendo questo articolo nel corso di una delle sue passeggiate per la campagna, si ritrovò di fronte a una grande verità: stava costeggiando uno stagno, poteva sentire il gracidare delle rane e intravedere delle libellule volare. Improvvisamente comprese che l’acqua sporca, stagnante, appunto di uno stagno è pur sempre acqua. Cos’è, quindi che la differenzia da quella pura e limpida di un ruscello? Il movimento.

E non è forse questo la base della nostra esistenza? Pensiamo proprio all’opera di DickensA Christmas Carol”: Scrooge è avaro ed egoista, sia nel materiale che nel suo animo, ma non nasce così. Si è imprigionato in una spirale di pensieri negativi sempre uguali, di rifiuto verso l’esterno: sono gli altri che sbagliano, sono gli altri a essere maleducati e cattivi, sono gli altri che pensano più a divertirsi invece che alle cose serie. Lui, secondo la sua convinzione, è sempre nel giusto.

Ed eccoci: una società piena di Scrooge che preferisce bloccare l’energia della trasformazione per paura di arrivare a stretto contatto con la propria anima. Un po’ come al mattino copriamo gli occhi se qualcuno ci alza la serranda senza preavviso. Per abituarci alla luce radiosa della nostra anima, dobbiamo fare in modo che il nostro interno cambi, piano piano, a seconda dei nostri tempi. E per farlo dobbiamo abbandonare sempre di più ogni nostra convinzione in modo tale che la nostra vita possa tramutarsi proprio assieme al nostro animo.

martedì 12 settembre 2023

#Venezia80: L'ordine del tempo - Recensione

Liliana Cavani è stata premiata, in apertura di Venezia80, col leone alla carriera e ha portato in sala il suo “Ordine del Tempo”. Una pellicola con volti noti del grande schermo italiano, ma che non ci ha convinti del tutto. Già presente nelle sale italiane dal 31 agosto.

Siamo in un’apocalittica Sabaudia, un gruppo di amici si ritrova in occasione del compleanno di Elsa (Claudia Gerini). In attesa che tutti gli invitati arrivino in questa villetta sulla spiaggia, un evento catastrofico rimbomba nei notiziari del giorno: c’è il rischio che un meteorite si schianti contro la Terra. Poche sono le certezze che si conoscono sull’eventualità di questo schianto, la maggior parte di esse arriva dall’osservatorio del Perù. Enrico (Edoardo Leo) è l’unico che può fornire qualche informazione inedita ai notiziari: lui è un fisico ed è in contatto con gli osservatori per poter calcolare la velocità del meteorite e anche la possibilità reale dello schianto. La quasi certezza del colpo sulla Terra spinge i nostri protagonisti a riflettere sulla loro vita e sullo scorrere del tempo.

#Pensieri: Ammettere di sbagliare

Come molte persone della mia età, sono cresciuta con “Dawson’s Creek”, teen drama dalle profonde venature filosofiche allinterno della sua trama. Ancora oggi piango fiumi di lacrime se mi metto a guardare il discorso finale di Jen Lindley alla figlia Amy, tanto per fare un esempio.
Sono d’accordo con ogni parola, ma c’è un passaggio che mi ha sempre fatto pensare:

Cerca di fare degli errori, fa molti errori, perché non c’è modo migliore per imparare e crescere.


Da persona con un enorme Ego contenente superbia e orgoglio, è stato davvero difficile accettare di poter sbagliare, eppure quando l’ho fatto mi sono sentita libera e sono tornata subito al quella frase: “Perché non c’è modo migliore per imparare e crescere.

Vivendo – mio malgrado – il mondo dei social mi ritrovo in persone che non hanno ben compreso tutto ciò e mi chiedo: Cosa spinge le persone a rimanere ferme sul loro punto di vista, anche quando notano che è sbagliato?