Cadono le foglie prime del tempo, i fiori perdono i petali senza ancora essere sbocciati e il sonno delle creature cessa solo per rigenerarsi in un nuovo letargo.
Rami secchi e torti si stagliano sul sentiero che conduce verso un gelo mai sentito prima, una terribile angoscia mascherata dalla normalità dagli eventi.
Nessuno è pronto ad accogliere l’ascesa delle tenebre, non importa quanto possa essersi preparato.
La sera arriva improvvisa, subdola, ti consuma indipendente dal momento in cui te ne accorgi. Puoi metterci ore o anni, lei è lì a tendere la sua mano scheletrica per trascinarti dove non vuoi.
Dove non si sente più il profumo dei fiori, dove una nebbia vitrea copre la piana fangosa di una palude di alberi spogli.
“Si varca il portico di argento
ed è subito sera,
dopo l’inverno lento
è giunto l’autunno in primavera”
- Gianluca Boncaldo, Autunno in primavera
Nelle narici entra un’aria di un freddo innaturale, anticipatrice di quell’inquietudine abissale che si tramuta in un vuoto concreto che potrebbe colmare un precipizio che giunge fino al centro della terra.