Il pubblico italiano ha diffidenza nei riguardi di prodotti cinematografici realizzati da maestranze italiane che riguardino il genere. Nonostante, infatti, per anni -in passato- siamo stati tra i principali creatori di miti e diffusori di un immaginario orrifico decisamente florido; oggi, quando viene annunciato un film nostrano, si reagisce sempre con timore. Quando abbiamo smesso di saper fare buon cinema? Quanto effettivamente il pubblico ormai è sfiduciato nei riguardi di questo tipo di prodotti?
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martedì 8 novembre 2022
#Racconti: il termosifone e il caldaista
È ormai novembre, ma nella dimora del caldaista la temperatura ambiente non è affatto fredda. Nella cucina sembra primavera e in bagno sembra di stare ai caraibi. La stanza da letto è addirittura calda, si può dormire senza coperte. Il caldaista non ci fa neanche troppo caso, almeno non finché viene chiamato in causa dal suo termosifone. Sì, il suo termosifone parla. No, non è un universo fantascientifico dove gli elettrodomestici parlano. Ma quel termosifone parla comunque.
lunedì 7 novembre 2022
#Musica: Gli occhi dell'Arno
Nella notte del 4 novembre 1966, dopo giorni continui di maltempo su tutta l’Italia, la Toscana fu colpita da quello che ancora oggi è uno degli eventi alluvionali più gravi che hanno colpito il nostro Paese.
Furono completamente sommersi dall’acqua i comuni di Firenze, Pisa, del Casentino, del Valdarno, del Mugello, della Maremma, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Lastra a Signa, Signa, Empoli, Pontedera, e Grosseto.
Strariparono non solo l’Arno, il Bisenzio, e l’Ombrone ma anche tutti i torrenti e fossi minori.
Nello stesso periodo anche il Veneto subì lo straripamento del Piave, del Brenta e del Livenza; il Friuli dovette arrendersi al Tagliamento e il Trentino all’Adige.
Noi ai tempi non eravamo nati, ma siamo venuti a conoscenza del disastro nel 2005, quando Marco Masini pubblica l’album “Il giardino delle api”. All’interno è contenuto il brano “Gli occhi dell’Arno”, dove Marco racconta l’accaduto con gli occhi dello stesso fiume, associandolo però al suo vissuto, in quanto aveva appena due anni.
Da lì è iniziata la sfilza delle domande poste ai nostri genitori, anche se erano troppo piccoli e distanti dalla Toscana per poter ricordare. Non tutti, però, perché la madre di una compagna di classe di Frè – che sta scrivendo l’articolo – all’epoca studentesse universitaria, partì come volontaria per aiutare chi ne avesse bisogno, facendo parte dell’esercito rinominato “angeli del fango”.
Furono completamente sommersi dall’acqua i comuni di Firenze, Pisa, del Casentino, del Valdarno, del Mugello, della Maremma, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Lastra a Signa, Signa, Empoli, Pontedera, e Grosseto.
Strariparono non solo l’Arno, il Bisenzio, e l’Ombrone ma anche tutti i torrenti e fossi minori.
Nello stesso periodo anche il Veneto subì lo straripamento del Piave, del Brenta e del Livenza; il Friuli dovette arrendersi al Tagliamento e il Trentino all’Adige.
Noi ai tempi non eravamo nati, ma siamo venuti a conoscenza del disastro nel 2005, quando Marco Masini pubblica l’album “Il giardino delle api”. All’interno è contenuto il brano “Gli occhi dell’Arno”, dove Marco racconta l’accaduto con gli occhi dello stesso fiume, associandolo però al suo vissuto, in quanto aveva appena due anni.
Da lì è iniziata la sfilza delle domande poste ai nostri genitori, anche se erano troppo piccoli e distanti dalla Toscana per poter ricordare. Non tutti, però, perché la madre di una compagna di classe di Frè – che sta scrivendo l’articolo – all’epoca studentesse universitaria, partì come volontaria per aiutare chi ne avesse bisogno, facendo parte dell’esercito rinominato “angeli del fango”.
#StorieRomane: Rione Trastevere
L’autunno ci ha fatto tornare stabili a Roma, per questo abbiamo avuto modo di assaporarla di nuovo, di vivere le sue strade e di sentirci un po’ come Carrie Bradshaw quando aveva i suoi appuntamenti con la città.
Oggi vogliamo parlarvi di un quartiere popolare e signorile allo stesso tempo, storico quanto moderno, in continuo movimento e sicuramente conosciuto da chiunque, anche da chi a Roma non ha mai messo piede: parliamo del rione Trastevere, famosissimo e celebrato sia in film che in canzoni popolari.
Il rione ha dato il natale ad Alberto Sordi, ed è simbolo di fede – calcistica e morale – romana a tutti gli effetti. Il rione ha un suo stemma: un leone d’oro in campo rosso a simboleggiare la potenza e la maestà, qualità che non mancano ai trasteverini doc.
Oggi vogliamo parlarvi di un quartiere popolare e signorile allo stesso tempo, storico quanto moderno, in continuo movimento e sicuramente conosciuto da chiunque, anche da chi a Roma non ha mai messo piede: parliamo del rione Trastevere, famosissimo e celebrato sia in film che in canzoni popolari.
Il rione ha dato il natale ad Alberto Sordi, ed è simbolo di fede – calcistica e morale – romana a tutti gli effetti. Il rione ha un suo stemma: un leone d’oro in campo rosso a simboleggiare la potenza e la maestà, qualità che non mancano ai trasteverini doc.
sabato 5 novembre 2022
#Racconti: Il cronista nero
In questa città non succede più niente. E di per sé non è qualcosa di negativo: nessun furto, nessun omicidio, nessun rapimento, non si sente parlare neanche di evasione fiscale.
Che l’amministrazione abbia finalmente trovato la chiave di volta per estirpare il male dalla città?
#Halloween: X - A sexy horror story
Negli scorsi giorni, in occasione della Spooky Season, vi abbiamo recensito Pearl: pellicola che abbiamo visto a Venezia79, girata contemporaneamente al film che vi consigliamo di vedere oggi. Sempre diretto da Ti West e interpretato da Mia Goth (qui nel duplice ruolo di Pearl e di Maxine), la storia che tratteremo è successiva agli eventi che accadono in Pearl, nonostante cronologicamente sia arrivata alla sala precedentemente. Entrambe, infatti, sono uscite quest’anno, ma con qualche mese di distanza, giusto il tempo di fornire allo spettatore i mezzi necessari per poter conoscere la storia narrata da West.
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venerdì 4 novembre 2022
#MustToWatch: Il buco - L'inferno di Dante metafora della società odierna
Se siete
deboli di stomaco evitate come la peste il film approdato su Netflix qualche anno fa. “Il Buco”, infatti, è una di quelle pellicole fatte per chi nel grottesco
naviga da un po’. Presentato in anteprima mondiale al Toronto International
Film Festival il 6 settembre 2019, rappresenta l’esordio per il regista Galder
Gaztelu-Urrutia.
Goreng (Ivan
Massagué) si risveglia all’interno del livello 48 di un luogo chiamato “La
fossa”, al suo fianco vi è l’anziano Trimagasi (Zorion Eguaileor) che inizia a
spiegargli come funzionano le cose. La fossa è un luogo di contenimento, simile
a un carcere, ma in verticale, una sorta di purgatorio dantesco anche per via
di quella che dovrebbe essere la sua funzione.
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