lunedì 18 luglio 2022

#Disney: Nuvole

Quando pensiamo a qualcuno che non c’è più, il primo istinto è quello di guardare in alto. Quando eravamo piccoli e qualcuno veniva a mancare, i nostri genitori ci dicevano che quella persona era volata in cielo e di riflesso alzavamo lo sguardo verso le nuvole bianche. E “Nuvole” è anche il titolo di un film che ci è capitato nel catalogo di Disney+, una pellicola del 2020 diretta da Justin Baldoni (il co-protagonista della serie tv “Jane the Virgin”). “Nuvole” è basato sulla vera storia di Zachary (Zach) Sobiech, un cantautore statunitense morto a diciotto anni (nel 2013) per un osteosarcoma che, durante la sua battaglia contro il cancro, scrisse “Clouds”. A pochi giorni dalla sua morte, il brano arrivò primo nella classifica di I-Tunes e venne ascoltata più di duecento milioni di volte. Alla morte del figlio, la famiglia ha dato vita a “The Zach Sobiech Osteosarcoma Fund”, un fondo, appunto, che ha raccolto più di due milioni di dollari per la ricerca contro il cancro infantile.

#Personaggi: Sissi

Tra le tante cose che non capiamo c’è il bisogno di assolutismo che ha la gente nel descrivere persone o situazioni. Non crediamo al: è tutto bianco, o tutto nero; crediamo che nella categoria Personaggi questo sia più che ovvio. Di qualsiasi persona abbiamo parlato o parleremo, non troverete mai un vero e proprio giudizio, bensì una serie di eventi che lo hanno portato ad agire in un modo.
Quando si parla di personaggi storici, poi, le sfumature tra bianco e nero si moltiplicano sempre di più, perché oltre all’ambiente dove sono cresciuti c’è anche da immergersi nel contesto storico e nel caso di sovrani, anche nello status sociale. Ecco perché poco tolleriamo la definizione di “principessa triste”, sia che serva per definire Lady Diana, sia che serva per definire l’Imperatrice Sissi.

P.s. chi sta scrivendo l’articolo ama follemente la figura di Sissi, proprio per questo il tutto è scritto in maniera più oggettiva possibile.

sabato 16 luglio 2022

#Cinema&SerieTv: Undone

I discorsi “viaggi temporali” e “universi paralleli” ci piacciono molto e deve averlo capito anche il nostro algoritmo Netflix, con “Le 7 vite di Léa”  e Amazon Video. È proprio su quest’ultima piattaforma streaming che ci siamo ritrovate nella serie d’animazione statunitense “Undone”.
La serie si avvale della tecnica rotoscope, dove i disegnatori ricalcano le scene girate in pellicola; tutto ciò rende i disegni realistici, catturando ogni sfumatura emotiva del personaggio. Ecco perché parleremo di loro mettendo tra parentesi il nome dell’attore o dell’attrice che li interpreta.

La serie, creata da Raphael Bob-Waksberg e Kate Purdy, è composta da – per il momento – due stagioni, ognuna con otto episodi da venticinque minuti ciascuno.
“Undone” può essere tradotto come “annullato”, “incompiuto”, “rovinato”, “distrutto”… e in effetti ogni definizione rende molto l’idea della trama, di cui ora vi parleremo.
Attenzione: l’articolo può contenere spoiler! (Non troppo importanti, in realtà) 

#Arte: Guernica

“Guernica”, Pablo Picasso, 1937.
Ottantasei anni fa oggi iniziava la Guerra Civile Spagnola.
Due anni e otto mesi, novecentottantotto giorni di spargimento di sangue proprio alle porte della Seconda Guerra Mondiale, novecentottantotto giorni che hanno avuto come risultato la vittoria del dittatore Francisco Franco e l’inizio di ben trentasei anni di dittatura.

Ora, noi non siamo professoresse di storia e, vi diremo la verità, se alle scuole medie o superiori abbiamo approfondito l’argomento “Guerra Civile Spagnola” non siamo state molto attente e ci siamo perse la lezione.
Quello che non ci siamo mai perse a scuola, però, come ormai deve essere ben chiaro, sono le lezioni di arte (le stesse che ci hanno sempre aiutato ad andare avanti anche in storia, alla fine).
La stessa arte che serve a decorare i luoghi di culto e le abitazioni, a tormentare gli animi, ma soprattutto a educare e a fare la rivoluzione.

venerdì 15 luglio 2022

#Anime: È quasi magia Johnny

Spinte dalla voglia di ricordare i vecchi anime con cui siamo cresciute, ci è tornato in mente “È quasi magia Johnny”. Lo seguivamo con entusiasmo, soprattutto perché nutrivamo un grande interesse per il protagonista maschile: Johnny, appunto. Ma anche per Sabrina, inutile nasconderlo, difatti entrambi rientrano tra le nostre primissime cotte. Certo, Johnny è tonto, forse troppo remissivo, poco coraggioso nell’esprimere i suoi sentimenti, ma noi eravamo pur sempre bambine e ci bastava la sua bontà d’animo.

L’anime è la trasposizione del manga di Izumi Matsumoto: “Kimagure Orenji Rōdo” (trad. “Capricciosa Orange Road”), semplicemente conosciuto come “Orange Road”. È stato pubblicato sulla rivista Weekly Shōnen Jump dal marzo 1984 all’ottobre 1987.
Anche se il manga rientra nella categoria shōnen (rivolto a un pubblico di adolescenti maschi) il successo si è allargato anche al pubblico femminile, così è stato facile farlo diventare un anime.
In Giappone è andato in onda per la prima volta dall’aprile 1987 al marzo 1988 sulla Nippon Television; in Italia è andato in onda su Italia 1 dal gennaio 1989, con molte censure. È composto da quarantotto episodi dalla durata di ventiquattro minuti ciascuno. 

#MustToWatch: Fleabag

Attenzione, questo articolo contiene spoiler sulla serie.

Non sappiamo bene come descrivere “Fleabag”.
L’abbiamo iniziata a guardare per un motivo ben preciso aspettandoci una serie tv comica e ne siamo uscite completamente devastate.

Per questo in realtà dobbiamo fare un grandissimo mea culpa: insomma, dopo “Inside” (e “The Inside Outtakes”) e “Make Happy” di Bo Burnham, “Nanette” di Hannah Gadsby e “Humanity” di Ricky Gervais avremmo dovuto imparare la lezione ormai e capire che gli anglofoni quando fanno comicità la fanno – passateci il termine – come Cristo comanda e sanno perfettamente come e quando bastonare lo spettatore. E bastonarlo sul serio.
Non sappiamo esattamente in quale oscuro momento della nostra esistenza abbiamo pensato che lo humor inglese di “Fleabag” (trad. Sacco di Pulci) sarebbe stato più soft dello humor americano, australiano e britannico degli speciali menzionati poco sopra, ma sappiamo il perché: è una serie televisiva, e sono veramente poche le serie televisive comiche che ci lasciano veramente qualcosa.

Attenzione: l’articolo contiene spoiler!

giovedì 14 luglio 2022

#Personaggi: Kentaro Miura

Questa è una storia da cui tutti dovremmo imparare.
Forse anche solo leggendo il nome, se siete appassionati di anime e manga, sapete chi è Kentaro Miura.
Forse, se non vi siete mai avvicinati al mondo dell’animazione e della fumettistica giapponese, non avete mai sentito il suo nome.

Su 4Muses non abbiamo mai parlato della sua opera più importante, quella per cui è conosciuto in tutto il mondo e in realtà non abbiamo mai parlato di manga in generale, ma non crediamo sia particolarmente importante: amiamo il mondo dell’animazione (e in realtà anche della fumettistica) nipponica, amiamo parlarne – tanto che gli abbiamo dedicato un’etichetta – e godere del risultato finale.
Ma quello che tutti non sanno, però, è che dietro al risultato finale molto spesso si nasconde una storia tragica. Purtroppo, soprattutto se ci si deve piegare ai ritmi lavorativi impossibili della società orientale e alla fanbase che richiede costantemente di più.