Marzo, o il periodo primaverile in generale, per me non è mai stato tempo di bilanci. Sono molto legata alle mie radici pagane e mi è sempre venuto spontaneo guardare al passato verso la fine di ottobre. Ma ieri sera, mentre ascoltavo l’audio di un mio amico, devo aver iniziato inconsciamente un processo di osservazione. Questo mio amico mi spiegava l’origine della parola “gennaio”.
gennàio (ant. gennaro) s. m. [lat. (mensis) Ianuarius, lat. tardo Ienuarius, consacrato a Ianus «Giano»]
-Treccani
Giano era il dio Romano degli inizi, colui che ha portato le leggi e la civiltà alle popolazioni attorno la città di Roma, prima ancora che fosse fondata. È il Dio protettore degli inizi e dei passaggi. Dimorava sul colle Gianicolo, che in latino vuol dire proprio: “luogo abitato da Giano”. È raffigurato con due volti: uno guarda avanti, l’altro guarda indietro e solo questa immagine può avere diversi significati. Può voler dire che prima di giudicare qualcosa o qualcuno bisogna vedere ogni punto di vista; vuol dire non dimenticarsi mai del proprio passato ogni volta che si punta al futuro; può anche voler dire che spesso cambiamo a seconda delle situazioni e/o delle persone che abbiamo di fronte. Per me vuol dire esattamente tutto questo.