lunedì 13 dicembre 2021

#Cinema&SerieTv: Piccole donne - Recensione

Ormai più di un anno fa abbiamo pubblicato l'articolo sul grande classico di Louisa May Alcott.
La nostra Frè in quell'articolo ha parlato dell'opera in modo decisamente esaustivo, quindi non staremo ovviamente a qui a perdere tempo e a riscrivere le stesse identiche cose; non solo perché sarebbe del tutto inutile, ma anche perché l'opera originale e il film non sono di certo la stessa cosa e hanno eccome delle differenze.
In un certo senso, forse, potremmo definire questo film come l'unione di "Piccole donne" e di "Piccole donne crescono".

#TheBeatles: Get Back, seconda parte

Per noi di 4Muses, le tre parti di Get Back, - il docu-film sui Beatles, a disposizione di tutti gli abbonati a Disney+ - è un continuo crescendo. Ecco perché abbiamo deciso di parlarvene in tre articoli diversi. Come già detto in precedenza, fateci sapere nei commenti se abbiamo dimenticato di dire qualcosa di importante, o se avete trovato anche altro. Lo sapete, ci serve ancora una scusa per rivedercelo senza passare per pazze. 

sabato 11 dicembre 2021

Costume&Società: Sri Aurobindo

Non stiamo scrivendo questo articolo per sminuire le religioni, né per propinarvi la pappardella sulla spiritualità. Se siete interessati potete proseguire la lettura, altrimenti no, per noi non c’è (ovviamente) nessun problema.

La sintesi dello Yoga”, “La vita divina”, “Savitri” sono tre tra le opere maggiori di Sri Aurobindo. Noi stesse siamo venute a conoscenza della sua vita dopo aver letto i tre volumi de “La sintesi dello Yoga”. Ma che persona era Aurobindo, e soprattutto, quale messaggio ha voluto trasmettere all’umanità? 

#Arte: Ritratto dei coniugi Arnolfini

Quando abbiamo parlato dell’opera di Velazquez “Las Meninas”, abbiamo citato un’altra da cui l’artista prese spunto, ovvero “Ritratto dei coniugi Arnolfini” di Van Eyck. Quest’ultimo fu un pittore fiammingo, nato a Maaseik nel 1390 circa e morto a Bruges nel 1441, che perfezionò la tecnica della pittura a olio, che andò a sostituire piano piano in Europa l’uso delle tempere.
“Ritratto dei coniugi Arnolfini” viene realizzato nel 1434, ad oggi conservato nella National Gallery di Londra. Molti ritengono che l’opera abbia un qualcosa di misterioso e adesso insieme cerchiamo di capire il perché.

In una stanza da letto, rappresentata in ogni minimo dettaglio, i due novelli sposi sono vestiti con abiti lussuosi e si tengono per mano. Giovanni Arnolfini ha la mano destra alzata, mentre sua moglie, Giovanna Cenami, solleva leggermente il vestito, tenendolo stretto in grembo. Tutta la scena è intrisa di una forte spiritualità, come si evince dai volti imperscrutabili dei due protagonisti del ritratto.

venerdì 10 dicembre 2021

Cinema&SerieTv: Normal People - Recensione

Ma voi l'avete capito alla fine come funzionano le relazioni? Perché noi di 4Muses possiamo affermare con assoluta certezza di non averci capito assolutamente niente.
Se per anni siamo state piene di preconcetti, regole da seguire e cose "giuste" e "sbagliate", a un certo punto abbiamo dovuto gettare la maschera di quelle saccenti e abbiamo dovuto ammettere di non aver capito proprio niente di niente.

Poi guardando "Normal People" ci siamo rese conto che anche se siamo delle frane, una cosa - la più importante - forse l'abbiamo imparata.

#MustToWatch: Beautiful Boy

Chi di voi segue assiduamente il nostro blog, deve aver capito che ci piace andare al festival del cinema di Roma. I Film in selezione sono quasi sempre delle chicche da non perdere o da recuperare. Una delle pellicole arrivate in sala alla Festa del Cinema di Roma nel 2018 è Beautiful Boy; storia che entra a pieno titolo nei nostri MustToWatch per l’argomento che porta in scena.

La narrazione prende spunto dai romanzi "Beautiful Boy: A Father's Journey Through His Son's Addiction" di David Sheff; e "Tweak: Growing Up on Methamphetamine" di suo figlio Nic Sheff. Due libri che affrontano da due punti di vista -quasi opposti- lo stesso argomento: la dipendenza da metanfetamine. I due protagonisti vengono portati in scena da uno straordinario Timothée Chalamet e da un toccantissimo Steve Carrel che, con questo ruolo, più che in passato, è riuscito a scardinarsi dal ruolo comico che gli era stato cucito addosso.

giovedì 9 dicembre 2021

#Anime: Angel Beats!

Il rimpianto è il vano pascolo di uno spirito disoccupato. Bisogna soprattutto evitare il rimpianto occupando sempre lo spirito con nuove sensazioni e con nuove immaginazioni.” 
 
Diceva D’Annunzio. Ed è proprio sul rimpianto e sull’essere aggrappati al passato che si basa l’anime di cui andremo a parlare oggi: “Angel Beats”, disponibile su Netflix. Nato dall’idea di Jun Maeda e dalla penna di GotoP, è uscito in Giappone ben undici anni fa, eppure tratta una tematica sempre attuale, ovvero la domanda “cosa c’è dopo la morte?” Non è un anime rivoluzionario come “Death Note” o “Death Parade”, anche se in un certo senso si avvicina molto a quest’ultimo.

La trama segue le avventure di Yuzuru Otonashi, un ragazzo che si trova catapultato in un mondo dove la prima persona che vede è una giovane con un fucile in mano che sta sparando una raffica di proiettili contro un’altra, ma impassibile. Attraverso il dialogo, Yuzuru scopre di essere morto sulla Terra e di star vivendo in una specie di limbo – ambientato in un liceo -, in cui non può morire nuovamente, ma solo resistere per non scomparire. Ma resistere contro chi? Così veniamo a sapere che la ragazza con il fucile si chiama Yurippe, leader dell’associazione SSS (Shinda Sekai Sensenm – Fronte del mondo dei morti). Lo scopo è quello di scovare Dioe di combatterlo perché quello che hanno in comune tutti i personaggi della SSS è che hanno avuto una tragica vita, segnata dall’ingiustizia.