mercoledì 11 giugno 2025

#Arte: Il concetto di bellezza nell'arte attraverso i secoli

Lo sappiamo bene: il concetto di bellezza è un tema centrale nella storia dell’umanità, eppure esso cambia a seconda dello spazio e del tempo.

La percezione della bellezza si trasforma a seconda di quello che è il pensiero dell’epoca e delle aspirazione della società, così è interessante vedere questo percorso filosofico-artistico tra le varie epoche.  

A tutti noi è capitato di vedere quadri raffiguranti donne o uomini considerati ai tempi bellissimi ma che in noi non suscitano lo stesso pensiero. 
Chi è, quindi, che decide la bellezza? La società, la morale o l
’arte?

Credo che l
’arte abbia il compito di mostrare ai posteri lo spaccato della realtà che si sta vivendo, ecco perché per me è affascinante vedere come sia cambiato il concetto di bellezza, per lo meno qui in Occidente.
 
L’ideale classico: la bellezza come perfezione e armonia

Nell’arte dell’Antica Grecia la bellezza era vista come la personificazione dell’equilibrio, della proporzione e dell’armonia. Ecco perché opere come il Discobolo di Mirone o il Doriforo di Policleto, hanno un’ideale di bellezza basato su simmetria e proporzioni perfetti.
Anche i Romani hanno fatto loro questo pensiero, che ha influenzato l’arte fino al Medioevo.

Il Medioevo: la bellezza spirituale

L’arte nel Medioevo lascia in stand by le proporzioni e le rappresentazioni realistiche dei corpi umani, o dell’ambiente in generale, focalizzandosi sulla trasmissione del messaggio religioso. Dalle icone bizantine alle vetrate delle cattedrali gotiche, tutto doveva suscitare un senso di trascendenza, enfatizzando luce, simbolismo e astrazione dalle forme.

Il Rinascimento: il ritorno all’armonia e alla proporzione

Pur mantenendo i messaggi religiosi, artisti come Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello tornano alla bellezza attraverso lo studio della natura e dell’anatomia umana, alla quale offrono tutto il realismo possibile. Vi è un ritorno agli ideali classici, unendo anche le conoscenze scientifiche e umanistiche. A questo si unisce la prospettiva lineale attraverso il gioco di chiaroscuro, luci e ombre per dare profondità e realismo.

Il Barocco e il Rococò: la drammaticità e l’eleganza

I contrasti di luce ombra con Caravaggio, Bernini e Rubens diventano più dinamici, dando scene cariche di tensione, come se fosse una sorta di regia primitiva. Il Rococò, poi, parla di una bellezza più frivola e decorativa, dove al messaggio spirituale si preferisce il piacere estetico e la leggerezza di pensiero con tonalità pastello e forme sinuose.

Il Romanticismo e l’Impressionismo: l’espressione soggettiva della bellezza

Géricault e Delacroix dipingono scene drammatiche, appassionate ma sublimi e dal grande potere delle emozioni. Così il Romanticismo decide che la bellezza non è decisa dall’oggettivo, ma dal soggettivo. Con Monet, Renoir e Degas si dà il via all’Impressionismo: la bellezza è catturata dall’istante, con pennellate rapide e giochi di luce.

Il Novecento: la bellezza nell’astratto e nel concettuale

Dal Cubismo di Picasso, all’Astrattismo di Kandinsky, fino al Dadaismo di Duchamp, il Novecento ci invita a non prendere nulla sul serio, a trascendere l’idea tradizionale di bellezza e di riflettere più profondamente proprio grazie all’arte: questa non deve più limitarsi solo al fattore estetico, ma deve essere un mezzo di provocazione e riflessione.

Ovviamente la bellezza nell’arte continua a evolversi sempre, continuamente. 
Personalmente sono più vicina al Romanticismo: la bellezza è nelle nostre emozioni, anche se tragiche. Per questo mi sento vicina ad Anselm Kiefer, artista contemporaneo che con i suoi dipinti riesce a riportare la memoria storica, il mito e la spiritualità con pennellate che non sembrano subito belle a primo impatto!

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