venerdì 13 giugno 2025

#Metafisica: L’anima ha un peso? Tra esperimenti scientifici e riflessioni filosofiche

Ultimamente il mio algoritmo di TikTok mi ha catapultata nella parte spirituale. Che sia di cattolici, musulmani o adepti della New Age, poco importa: tutti considerano l’anima come un dato di fatto. Ovviamente tra i commenti ci sono anche gli scettici, portando con sé la più classica delle domande nel tema spirituale: “E le prove?”.


Già. E le prove? Personalmente credo che quando si parla di Fede non servano prove. Ognuno di noi lo vive in maniera differente, proprio come viviamo l’amore. Che prove servono all’esterno per sapere se due persone si amano?
Eppure questo esterno brama vedere le coppiette di innamorati, così come brama per avere la prova se non dell’esistenza di Dio, almeno di quella dell’anima.

Siamo davvero sicuri ci siano? O non ci siano? Vediamolo oggi.

È forse l’esperimento più noto a tutti, quello condotto dal medico statunitense Duncan MacDougall nel 1907 (
Hyphothesis Concerning Soul Substance Together with Experimental Evidence of the Existence of Such Substance. American Medicine). Pesando sei pazienti in punto di morte, ha notato come tutti pesassero circa 21 grammi di meno al momento del trapasso, arrivando all’esito che quello sarebbe il peso dell’anima.
Come si può facilmente evincere, però, l’esperimento ha grandi falle metodologiche: innanzitutto l’esiguo numero di soggetti analizzati, poi le condizioni ambientali non controllate ma soprattutto l’impossibilità di replicare il risultato con lo stesso soggetto.
 
L’esperimento non è stato preso bene nella comunità scientifica, anche perché la perdita del peso potrebbe essere attribuita a molte altre cause biologiche, come l’evaporazione dei fluidi corporei, o il rilassamento muscolare post-mortem. Molti altri scienziati, poi, hanno provato a ripetere l’esperimento con altri soggetti, ma nessuno di questi esperimenti ha confermato i risultati di MacDougall.
Secondo la scienza, quindi, l’anima è una questione filosofica e non un fenomeno fisico misurabile. 

E andiamo a parlare di filosofia. Fin dall’antichità non vi sono dubbi: l’anima esiste, seppur con diverse scuole di pensiero. Platone la considera come separata dal corpo; Aristotele come il principio che dà forma e vita alla materia. Nel Cristianesimo e nelle altre filosofie orientali, l’anima non si sa bene dove stia ma è considerata eterna e trascendente.

Arrivando ai filosofi del primo Novecento Henri Bergson e Teilhard de Chardin, vediamo come l’anima non è misurabile con strumenti fisici, ma possiamo avvicinarsi a essa e percepirla attraverso i vari livelli di coscienza e l’esperienza umana.

Qualsiasi sia l’argomento, io sono convinta che scienza e metafisica (o spiritualità) possono sicuramente dialogare e aiutarsi.
Appurato, quindi, che non possiamo misurare scientificamente il peso dell’anima, si arriva all’idea che a essere sbagliata sia la domanda: “L’anima ha un peso?” per accertarsi della sua esistenza.
Così potremmo chiederci: “Quand’è che ho fatto l’esperienza dell’anima?”, ma questo ci riporta alla domanda che ogni essere umano – e chissà, forse anche qualsiasi vivente – si è posto: “Che cos’è davvero l’anima?”.

A chi vuole, la risposta.

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