Che cos’è l’amore? Credo che questa sia la domanda che riecheggia silenziosa nell’intimo di ognuno di noi, ma che raramente diciamo ad alta voce, come se avessimo paura di scoprirci incapaci di rispondere.
Tanti poeti, filosofi, pittori, cantautori, attori... artisti in generale hanno provato a dire la loro attraverso l’arte, ma forse nessuno ha risposto sul serio. Non parlo per cinismo ma per dati di fatto perché in fin dei conti chi può sostenere di amare sul serio?
Amare, secondo la Treccani, significa: “essere affezionato, sentire attaccamento per qualcosa”. Personalmente basta già il termine “attaccamento” per mettermi un senso di costrizione e ansia, eppure credo profondamente nella sacralità dell’amore. Incoerenza? Forse. O forse, semplicemente, vedo l’amore come qualcosa che rende totalmente liberi.
Il mio pensiero credo sia meglio spiegato nel brano “Amore in carne ed ossa” di Marco Profeta, cantautore italiano che zitto zitto, con un sorriso che sa illuminare una stanza e degli occhi che come fari scrutano anche nel buio, la tocca pianissimo dai primi versi…
Tanti poeti, filosofi, pittori, cantautori, attori... artisti in generale hanno provato a dire la loro attraverso l’arte, ma forse nessuno ha risposto sul serio. Non parlo per cinismo ma per dati di fatto perché in fin dei conti chi può sostenere di amare sul serio?
Amare, secondo la Treccani, significa: “essere affezionato, sentire attaccamento per qualcosa”. Personalmente basta già il termine “attaccamento” per mettermi un senso di costrizione e ansia, eppure credo profondamente nella sacralità dell’amore. Incoerenza? Forse. O forse, semplicemente, vedo l’amore come qualcosa che rende totalmente liberi.
Il mio pensiero credo sia meglio spiegato nel brano “Amore in carne ed ossa” di Marco Profeta, cantautore italiano che zitto zitto, con un sorriso che sa illuminare una stanza e degli occhi che come fari scrutano anche nel buio, la tocca pianissimo dai primi versi…
“Cosa ci hanno detto che è l’amore?
Hanno scambiato momenti e parole per ingannare il cuore
Se il felici e contenti ci fa sognare dentro a un cinema
Amare è scegliere insieme la strada da sbagliare
Amare è cadere, arrabbiarsi, fare e rifare”
Hanno scambiato momenti e parole per ingannare il cuore
Se il felici e contenti ci fa sognare dentro a un cinema
Amare è scegliere insieme la strada da sbagliare
Amare è cadere, arrabbiarsi, fare e rifare”
Settimane prima della sua uscita mi sono ritrovata a pormi la stessa domanda del primo verso e, ancora prima di ascoltare il brano, mi sono risposta che amare è accettare gli errori degli altri, più dei loro difetti. Per questo ho notato una certa affinità con il brano: in una società che non accetta più gli errori, che non ha la pazienza e la fiducia per perdonarli, che non ha più le orecchie per ascoltare e che ha costantemente paura di parlare, questo brano dà un senso di profonda libertà all’amore.
Perché qualsiasi sia la relazione che si sta vivendo, coppia o amicizia che sia, amare davvero vuol dire dare all’altra persona la possibilità di essere se stessa e, parliamoci chiaramente, la perfezione non appartiene agli esseri umani. Così si sbaglia, ci si ferisce a vicenda spesso inconsapevolmente, altre volte con coscienza perché è l’unica difesa all’attacco, ma se amiamo sul serio, perdoniamo.
“Quante cicatrici aggiungeremo come oro
a dieci, ventimila sbagli che disegnano
linee storte, noi cornici di un capolavoro
allora sbaglia, sbaglia, sbaglia, sbaglia, sbaglia”
a dieci, ventimila sbagli che disegnano
linee storte, noi cornici di un capolavoro
allora sbaglia, sbaglia, sbaglia, sbaglia, sbaglia”
In un mondo che parla ripetutamente d’amore, che descrive il senso di completezza solo se si ha accanto qualcuno, pensiamo che amare significhi non ferire mai il partner, comportarsi sempre in modo impeccabile e quasi pretendiamo che l’altro sappia leggerci la mente così da non commettere mai nessun errore nei nostri confronti. Così facendo, però, stiamo davvero lasciando libero l’altro?
Perché una relazione sana e forte ammette tutta la libertà di poter sbagliare senza essere giudicati. Non fa vivere nella paura o nel timore che l’altro possa arrivare a una chiusura per chissà quale motivo. E, per assurdo – o forse non così tanto assurdo – quando si sta in una relazione dove non vediamo il partner come una persona da dover accontentare a tutti i costi, gli errori più gravi non si compiono per un motivo: se c’è così tanto rispetto, si riceverà altrettanto grande rispetto.
“Ti offrirò il mio fianco quando irromperai in ogni mio segreto
E sarò capace di annientare i muri per mostrarmi peggio
di come mi vedo io, non vedi tu che trovi sempre spazio per stupire il sole”
E sarò capace di annientare i muri per mostrarmi peggio
di come mi vedo io, non vedi tu che trovi sempre spazio per stupire il sole”
Non voglio sembrare la maestrina che insegna la vita, perché non lo sono e non mi ci sento neanche. A metà dei miei anni trenta mi sono resa conto che molto probabilmente non sono ancora in grado di perdonare ogni errore degli altri e che vengo ferita più spesso di quanto il mio orgoglio sappia (voglia) accettare. Di una cosa, però, sono davvero grata: quella di aver trovato la forza di non chiudere più le porte in faccia a nessuno. Fino a qualche anno fa al primo segnale che non si allineava con la mia volontà ero in grado di bloccare ed eliminare dalla mia vita anche le persone più importanti, ora lascio aperto il mio cuore anche a chi decide di andarsene, senza mai forzarlo a rimanere.
E non so se questo è il primo passo per aprire uno spiraglio verso l’amore vero, quello di cui parla Marco Profeta, ma ho piena fiducia che prima poi arriverà chi saprà fare altrettanto con me, accettando ogni mio difetto, mancanza, errore.
“Vorrei camminare e guardarti da lontano
In un fermo immagine che muovo piano piano
E sorriderti forte tra mille rughe
Vorrebbe dire che lo faccio da cent’anni e non mi stanco mai di te
Vorrebbe dire che lo fai da cent’anni…”
In un fermo immagine che muovo piano piano
E sorriderti forte tra mille rughe
Vorrebbe dire che lo faccio da cent’anni e non mi stanco mai di te
Vorrebbe dire che lo fai da cent’anni…”
E forse è racchiuso tutto là il segreto della sacralità dell’amore: rimanere per cent’anni, per tutti i giorni sì ma soprattutto per tutti i giorni no.
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