lunedì 11 marzo 2024

#Costume&Società: 8 Marzo Fatti non Mimose

Eccoci a parlare della settima edizione di Feminism una rassegna che ci sta molto a cuore anche perché, nella sua terza edizione, quella per capirci del 2020 in piena pandemia Covid, chi sta scrivendo ha presentato per la prima volta il suo romanzo “Come Polvere nel Sole” (Schena Editore) e pensate che invece che a marzo si tenne a settembre!     

Questa, imperdibile, si è tenuta per quattro giorni dall1 al 4 marzo alla Casa internazionale delle Donne a via della Lungara 19,   una grande Fiera dell’editoria delle donne Promossa da Archivia, dalla Casa Internazionale delle donne, dalla rivista Leggendaria e dalla Collana Sessismo&Razzismo di Ediesse Futura Editrice. Anche quest’anno c’erano stand pieni di libri di Case Editrici, Autrici, Giornaliste e tra loro facevano bella mostra di sé anche alcune copie del libro sopra citato.
 
Messa da parte l’autocelebrazione, sono stati quattro giorni intensi, una lunga maratona di dibattiti sul femminismo e intorno al femminismo e sul passaggio, necessario, da quello storico a uno ancora più inclusivo delle istanze che vengono dalla società e investono nuovi aspetti della vita non solo delle donne. 
A questo proposito vorremmo soffermarci su quello che si è tenuto su Sessismo, Specismo, Razzismo, Intersezionalità a cura appunto della Collana Sessismo e Razzismo di Futura Editrice e dell’Associazione CRS che ospita la Collana stessa. Dobbiamo dire che tra le varie definizioni che sono state attenzionate dalle relatrici quella che ci ha colpiti di più è stata l’intersezionalità; ne ha parlato Sonia Lima Morais (Gruppo Donne in Cammino della Casa Internazionale delle Donne), una giovane donna capoverdiana di seconda generazione che ha espresso con chiarezza l’evolvere della sua condizione di figlia di una donna che è venuta in Italia e ha fatto la colf. Sonia ha parlato delle difficoltà che ha dovuto affrontare sua madre, il suo essere quasi invisibile se non per il colore e per l’origine, e del disagio suo, di Sonia, unica bambina immigrata all’epoca, in una scuola di Bologna; (argomenti trattati da Beatrice Busi nel libro Separate in casa Lavoratrici domestiche, femministe e sindacaliste: una mancata alleanza) una storia non diversa da quella di molte altre persone immigrate di seconda generazione. 
 
Ma, a nostro parere, il razzismo, l’intersezionalità sono parti di un non nuovo fenomeno che si ripete uguale a se stesso e definisce secondo schemi ormai obsoleti ma usati come bandiere dai nazionalismi di tutte le risme chi siamo e che posto occupiamo nella gerarchia sociale, e quindi se si è occidentali bianchi ci si pone al vertice della cosiddetta piramide questo, almeno per quel che ci riguarda e per il modo in cui guardiamo alle altre culture con quel paternalismo che è stato il filo conduttore di tutti i colonialismi. Il Paternalismo quindi, e insieme a quello, sempre per quanto concerne la nostra cultura occidentale il maschilismo che, tuttora, nonostante anni di battaglie femministe genera ancora non pochi problemi e anche veri e propri drammi oltre che un disagio sociale dovuto alle discriminazioni e agli abusi che abbondano nel mondo lavoro e non solo.

 
Allora parlare di femminismo nella accezione classica ha giustamente un senso limitato e limitante, non si tratta ormai solo di donne e uomini, non è più un problema solo di sessualità ma è una sovrapposizione di modelli che creano un corto circuito. Se fossimo donne immigrate di seconda o terza generazione, di cultura mussulmana o comunque non cristiane (o non ci riconoscessimo in una religione), se fossimo neri (ma anche bianchi o di altra sfumatura) se fossimo non binari e decidessimo di voler guidare un camion, vedete bene che potremmo essere colpiti per ognuna di queste nostre caratteristiche o per tutte insieme, ma a ci piacerebbe solo vivere in pace la nostra vita però, forse, queste nostre scelte sono indigeste a chi si sente nel giusto accovacciato sul vertice di quella sua piramide! E il femminismo in tutto questo? Ovviamente si deve evolvere come si è evoluta la società e questo alla Casa si sta già facendo; leggendo i titoli, sfogliando le pagine, camminando tra le donne di tutte le età che c’erano lì dentro abbiamo sentito forte il senso di appartenenza. A questo dibattito insieme alle promotrici hanno partecipato la nostra assessora alla Cultura Maya Vetri che ha ancora una volta ribadito la vicinanza del Municipio VIII a tutte le istanze di genere e la Senatrice Cecilia D’Elia che per molti anni è stata Portavoce delle Donne Democratiche e responsabile Politiche per la parità.

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