martedì 25 gennaio 2022

#Arte: Ritratto frontale di Jeanne Hébuterne

Colli allungati, volti bidimensionali, occhi ovali e vitrei, spesso addirittura scuri e privi di pupilla, questi sono i particolari che contraddistinguono le opere di Amedeo Modigliani, pittore italiano nato a Livorno nel 1884 e morto a Parigi nel 1920.

Sebbene le sue opere siano quasi tutti ritratti femminili con lo sguardo spento, oggi ci concentriamo su quel quadro della sua produzione artistica che, insieme a un altro, ne è l’eccezione: “Ritratto frontale di Jeanne Hébuterne”. Si tratta di un olio su tela, realizzato nel 1919 in cui viene rappresentata il vero amore dell’artista livornese: l’omonima pittrice francese che fu per lui musa di diversi dipinti.

Rappresentata a mezzo busto, completamente rivolta verso lo spettatore, la donna del ritratto ha un sorriso dolce, le pennellate le danno una forza magnetica, uno sguardo in cui viene sottolineata la devozione dell’uomo nei confronti della sua musa. Nelle prime rappresentazioni della Hèbuterne, gli occhi vennero rappresentati come blu, ma in questa realizzazione possiamo vedere il colore marrone, quasi come se fosse una donna diversa, se non fosse riconoscibile dai tratta somatici rappresentati. Perché gli occhi sono, quindi, diversi dagli originali? 

#Musica: 92100 - I Tinturia

Se avete visto alcuni dei vecchi film di Ficarra e Picone vi sarà capitato di sentire le canzoni di un band che magari al di fuori del territorio siculo non tutti conoscono; stiamo parlando dei Tinturia. La band nasce nel 1996 a Raffadali, un comune nella provincia di Agrigento e la loro sicilianità si sente tutta all’interno dei testi delle loro canzoni. Il primo album, infatti, pubblicato nel 1999 è "Abusivi (di necessità)" ha ricevuto una discreta notorietà in tutto il territorio siciliano, ma è rimasto relegato all’isola a causa dell’uso del siciliano. I testi, infatti, sono per lo più scritti in dialetto, come si può anche notare dalle canzoni usate come colonna sonora nel film del 2002 "Nati Stanchi" di Ficarra e Picone.

lunedì 24 gennaio 2022

#Libri: Il segreto di Medusa

 [Attenzione: l’articolo contiene spoiler]

Negli ultimi anni il panorama letterario ha portato alla luce alcuni libri che sono la riscrizione del mito. Come succede per i film, anche per i romanzi si tende a riprendere storie passate per proporle al pubblico in una chiave diversa: è successo prima con la “Canzone di Achille”, poi con “Circe” (entrambi di Madeline Miller) e come ultima uscita non possiamo non menzionare “Il segreto di Medusa”, scritto da Hannah Lynn ed edito dalla Newton Compton Editori quest’anno.

Della storia di Medusa ne avevamo parlato riguardo all’opera di Luciano Garbati, “Medusa uccide Perseo”, dove avevamo menzionato le varie versioni del mito. Nel libro della Lynn, ci viene presentata una storia che, seppur simile, presenta delle discrepanze, diciamo anche delle “libertà artistiche”.
Nel romanzo, conosciamo una Medusa ragazzina, talmente bella che i pretendenti cominciano a divenire un peso per la sua famiglia, nonostante la povertà. Portata al tempio della dea Atena, la giovane ragazza è costretta a dire addio ai suoi genitori e alle sue due sorelle, Euriale e Steno. Arrivata al tempio e superata l’iniziale diffidenza divina, Medusa diviene una delle migliori sacerdotesse, la più richiesta. Il suo lavoro e la sua bellezza non passano inosservate a un’altra divinità: Poseidone. Il fratello di Atena non si fa scrupoli, quello che vuole ottiene, e la violenta nel tempio.

#Cinema&SerieTv: Incastrati - Recensione

Che Netflix sia arrivata in Italia ormai è sempre più ben visibile a tutti. Le produzioni del noto distributore si stanno facendo sempre più presenti e gli investimenti sul territorio sembrano puntare l’attenzione proprio sull’aspetto “locale” e nazionale. Netflix sta puntando su prodotti territoriali che riescono a evidenziare le caratteristiche del nostro immaginario, fagocitando prodotti che possono essere in grado di farci espatriare in tutto il mondo senza l’esasperante caratterizzazione stereotipica che molto spesso ne è emerso dal passato. Siamo noi italiani che guardiamo noi stessi e ci critichiamo, nessun giudizio esterno. Solo noi.

Incastrati di Ficarra e Picone è proprio l’esempio di questo ampliamento e di questa cassa di risonanza che si cerca di dare al nostro territorio. Una volta tanto, la località - sicilianità - viene inquadrata dagli occhi di chi la vive appropriandoci un po’ di quel crime fatto di sotterfugi, di incastri e di malavita. Il tutto con chiave drammaticamente comica che, però, riesce a creare una commistione di generi che ne risulta decisamente vincente.

sabato 22 gennaio 2022

#StorieRomane: Remo e Cesare

Ci siamo imbattute nella leggenda di Remo e Cesare, leggendo “Leggende e racconti popolari di Roma”, di Cecilia Gatto Trocchi, qualche anno fa. Su internet non vi è alcuna traccia della storia, così, ispirate dalla voglia di sapere di più, siamo andate al rione Celio, (tra Monti e l’Appio Latino) dove sembra avere origine questa storia. 

La Roma di adesso, però, non è più come quella di una volta, e trovare chi ha saputo parlarcene è stata davvero un’impresa. Attenzione: non vogliamo dirvi che le cose siano andate veramente come descritte da noi, da chi ce le ha raccontate, o dalla stessa Gatto Trocchi - che prese le informazioni da un abitante del quartiere -, vogliamo semplicemente farvela conoscere. Per il nome dei ragazzi, utilizziamo quelli presenti nel libro, ammettiamo che sono cambiati a seconda di chi ci ne ha parlato.

#Racconti: Il luogo dell'anima

“Maybe it’s a gift that I couldn’t recognize
Maybe I don’t really need to feel satisfied
Maybe it’s a gift that I spent all this time
Just trying to feel alive”
Trying to feel alive, Porter Robinson

venerdì 21 gennaio 2022

#Anime: Voglio mangiare il tuo pancreas

[L’articolo contiene spoiler]

Come nella realtà, le storie non finiscono sempre con un “e vissero per sempre felici e contenti”, la vita non è la Disney e la morte di certo non è estranea alla nostra esistenza. Oggi vogliamo parlarvi di un anime disponibile su Netflix, “Voglio mangiare il tuo pancreas”. Lo sappiamo, il titolo farebbe pensare a un film horror, con tanto di zombie e simili, ma in realtà è una storia drammatica e molto realistica. Tratto dall’omonimo romanzo di Yoru Sumino, da cui sono stati ricavati sia un manga che un live action, questo titolo è uscito nel 2018.

Sakura e Haruki sono compagni di classe dai caratteri opposti: lei esuberante e sempre sorridente, in grado di mordere la vita con entusiasmo, mentre lui è un ragazzo solitario e taciturno, a prima vista anche insensibile, che preferisce passare il tempo a pensare a cosa gli altri vedano in lui che a tentare dei veri e propri approcci. Anche se sono nella stessa classe, i due non hanno mai interagito e la prima volta che lo fanno è nella sala d’attesa di un ospedale. Haruki, mentre aspetta il suo turno per farsi togliere dei punti, trova un quaderno caduto a terra. Sulla copertina, nascosta da un'ulteriore copertura, nota la scritta: “Diario della convivenza con la malattia”, tra le cui pagine si parla di un problema terminale al pancreas. Sakura corre in sala d’aspetto a cercare il suo quadernino e, dopo un primo momento di shock, rivela la verità ad Haruki: non le rimane molto da vivere, perché quell’organo malandato piano piano smetterà di funzionare. Nessuno è a conoscenza della sua malattia, solo la sua famiglia e adesso anche il giovane che ha di fronte. Dopo una iniziale noncuranza da parte di Haruki, i due cominciano a uscire insieme, cercando di andare d’accordo per quel breve periodo che le resta da vivere. C’è solo una promessa da mantenere: Sakura dovrà dire al giovane quando sarà il suo momento per morire.