martedì 20 aprile 2021

#Spettacolo: LOL - Chi ride è fuori

Anche chi non ha avuto modo di vedere “LOL – Chi ride è fuori” conosce a memoria le sue battute. Questa trasmissione “televisiva” ha raggiunto un vastissimo pubblico, largamente eterogeneo, da diventare virale in pochissimi giorni. Nonostante, infatti, si sia conclusa la sua “messa in onda” se ne continua smisuratamente a parlare. Alcuni di voi si saranno chiesti come mai abbiamo deciso di virgolettare le parole “televisiva” e “messa in onda” nell’incipit di questo articolo, del resto sono i termini più comuni con la quale ci si può rivolgere a una trasmissione come LOL. Ma la verità sulla natura di questo programma risiede proprio nelle virgolette: non si può parlare di trasmissione televisiva perché non è visibile sulle principali reti broadcast (radio e tv fanno parte dei mezzi di comunicazione che rispondono a tale etichetta), bensì è una trasmissione che ha mostrato quanto il potere delle narrazioni sia destinato ad approdare sull’online.

lunedì 19 aprile 2021

#Costume&Società: Principe Filippo

La morte del principe Filippo non ci ha certo sconvolti o presi alla sprovvista, vista la sua età. Certo che avremmo voluto festeggiare i suoi cento anni, ma anche se non ufficialmente, il numero a tre cifre, per noi, lo ha raggiunto comunque.

Da appassionate di famiglie reali europee, abbiamo amato Filippo incondizionatamente. Certo, molti si soffermano sulle battute pungenti, definite troppo superficialmente gaffe, ma basta sapere che stanno o hanno sempre indignato giusto quelle persone che non sono mai riuscite ad andare oltre. Nella realtà, il carattere è stato il punto di forza del Duca di Edimburgo, figlio di un secolo ormai ufficialmente andato. 

venerdì 16 aprile 2021

#MustToWatch: The Wolf of Wall Street

Attenzione, questo articolo contiene spoiler sulla pellicola.

Conoscete Jordan Belfort? Sicuramente sì, anche se non avete mai visto The Wolf of Wall Street, capolavoro del 2013 diretto da Martin Scorsese, prodotto da Martin Scorsese, Leonardo DiCaprio, Riza Aziz, Joey McFarland ed Emma Tillinger Koskoff e ispirato dall'omonima biografia del 2007 di, appunto, Jordan Belfort.

Classe 1962, Jordan Belfort (nel film interpretato da Leonardo DiCaprio) nasce il 9 Luglio nel Bronx, quartiere a Nord di New York ed è uno scrittore, coach motivazionale e imprenditore, oltre che fondatore della Stratton Oakmont ed ex broker di Wall Street.
Uno dei più importanti e talentuosi del mondo, osiamo dire, dato che per guadagnare un milione di dollari alla settimana di sicuro non devi essere proprio scarso.
Ma come ci è arrivato a un milione alla settimana? Ebbene, la sua storia da dipendente della storica azienda di investimenti L.F. Rothschild fu molto, molto breve.
Durò un giorno, per la precisione.
Venne assunto il 19 Ottobre 1987, giorno conosciuto nella finanza come "Lunedì Nero", in cui il mercato mondiale subì un vertiginoso e improvviso crollo in borsa, il più grave della storia economica.
Come potrete immaginare, la L.F. Rothschild fallì e chiuse i battenti dopo quasi un secolo di vita.
Lì comunque conobbe Mark Hanna (Matthew McConaughey), che lo introdusse per la prima volta nel mondo del brokeraggio e allo stile di vita di sesso, droga, alcol e truffe che Belfort adotterà per buona parte della sua vita.
A due anni dal fallimento dell'L.F. Rothschild, Belfort fonda con Danny Porush (nel film chiamato Donnie Azoff e interpretato da Jonah Hill) la sopracitata Stratton Oakmont, azienda di vendita di penny stocks e azioni di piccole società di dubbia legalità e possibilità di crescita.
Questo è quanto: aggiungete delle ottime capacità oratorie e manipolative, la smania per i soldi, una bella dose di arrivismo e faccia tosta, et voilà.

"Jordan: Vendimi questa penna.
Brad: Ti devo vendere questa penna?
Jordan: Si, dai, fammi vedere.
Brad: Mi faresti un favore? Scrivi il tuo nome su quel tovagliolo.
Jordan: Non ho la penna.
Brad: Eccola! Basta che domandi.
Jordan: Avete visto? Ha creato un bisogno. Li portate a comprare le azioni, li convincete che ne hanno bisogno."

mercoledì 14 aprile 2021

#Costume&Società: La Divina Commedia in chiave esoterica



Al liceo ci hanno insegnato che la Divina Commedia è un’opera che parla di Dio e di rimessione dai peccati. Ci hanno detto che Dante ha voluto denunciare la società dell’epoca, che ha mostrato uno spaccato di una realtà con le sue ombre, le sue luci e le sue incoerenze.
È sicuramente l’opera italiana per eccellenza, ma siamo sicuri che sia solo questo? Noi non siamo quattro ragazze che si fermano a ciò che gli altri ci dicono. Non abbiamo mai imparato a pappardella, a memoria, e meno che mai diamo per scontato che le cose raccontate siano la verità assoluta. I nostri caratteri ci hanno sempre spinto ad andare oltre ciò che si vede, e questa indole la utilizziamo in tutto: dalla musica alla letteratura, dai dipinti alle parole quotidiane che vengono dette da chi incontriamo. Ovviamente è sempre stato così anche per la Divina Commedia. 
 

martedì 13 aprile 2021

#Marvel: Wandavision e il lettore perfetto

Qui su 4Muses non siamo solite trattare di fumetti e supereroi, ma se ci va di farlo lo facciamo secondo le nostre regole. Ecco perché oggi vi vogliamo proporre un modo nuovo per poter leggere la serie tv evento, disponibile in streaming e andata in onda negli ultimi due mesi su Disney+.

Il sodalizio Marvel e Disney, infatti, non può che essere più proficuo grazie all’inserimento di serie tv che, in questo 2021, stanno aprendo le varie possibilità sul nuovo modo di poter narrare. La serialità è il futuro, non prendiamoci in giro, anche perché il Covid è stato in grado di accelerare qualcosa che sembrava essere stato già scritto.
Wandavision, così, si incastra in un momento ben preciso: quello dei rinnovi degli abbonamenti annuali e la nascita di una nuova fase in qualcosa di già consolidato e fidelizzato. I fan della Marvel sono un target che si autoprofila e seleziona i propri contenuti perché affezionato a quel tipo di prodotto. È un lettore che Eco avrebbe definito "perfetto" perché riesce a completare, grazie alle nozioni che possiede, ciò che gli viene mostrato. Questo permette ai creatori di una serie di giocare con le conoscenze del suo pubblico, così da creare una sovrastruttura narrativa che riesce a fare due cose quanto mai fondamentali: emozionare e far parlare di sé. Che, se vogliamo dirla tutta, sono i principali scopi che un’azienda cerca di perseguire per la vendibilità del proprio prodotto.

Wandavision è il perfetto mix di una consolidata formula che, al contrario di quanto sta provando a fare la Warner, Disney sa sfruttare a pieno.
Ma al di là delle lezioncine di marketing, cosa resta di una serie?
Cosa fa in modo che questa possa essere spendibile nel tempo tanto da poter creare una vera e propria filiazione?

lunedì 12 aprile 2021

#Costume&Società: La strumentalizzazione del dolore

Era il 1° settembre del 2004 quando, a Mazara del Vallo (Sicilia), la piccola Denise Pipitone di neanche quattro anni sparì misteriosamente, mentre stava giocando vicino a casa della nonna materna. Fu da subito un caso mediatico. All’inizio venne indagata la sorellastra e si montò tutta una storia sul rapimento, parlando di gelosia e che fosse stata affidata a un gruppo di persone rom. Dopo anni di processi e di shitstorming mediatica, la sorellastra di Denise venne assolta. Ma allora che fine ha fatto la bambina?
Le segnalazioni nel corso degli anni non sono mancate, ma da anni ormai la televisione aveva distolto l’attenzione sulla sorte della piccola Denise, entrata quindi a tutti gli effetti nella lunga lista di bambini scomparsi e di casi irrisolti della storia italiana, finendo quindi abbandonata nel dimenticatoio. Per diciassette lunghi anni, della bambina non si seppe più nulla, fino a che su tutte le reti italiane il marzo scorso non ci fu il colpo di scena: un’infermiera russa aveva segnalato a “Chi l’ha visto?” di aver notato una forte somiglianza tra Denise e Olesya Rostova, cittadina russa in cerca della mamma. Piera Maggio, la mamma di Denise, non ha mai perso le speranze di ritrovare sua figlia e questa nuova pista russa ha riacceso la sua speranza.

sabato 10 aprile 2021

#Arte: La grande onda di Kanagawa

Quando pensiamo all’arte asiatica, il primo pensiero va spesso a ripescare nei meandri della nostra memoria un’opera in particolare, ovvero “La grande onda di Kanagawa” (la traduzione letterale sarebbe "Una grande onda al largo di Kanagawa") del pittore giapponese 
Katsushika Hokusai. È la prima opera della serie intitolata “Trentasei vedute del monte Fuji” ed è stata pubblicata per la prima volta tra il 1830 e il 1831.

Questa xilografia di tipo ukiyo-e (una stampa fatta su carta e impressa con delle matrici di legno) rappresenta un’onda minacciosa in procinto di colpire tre imbarcazioni in una zona a largo della prefettura di Kanagawa. Il monte Fuji si staglia sul fondo, in un placido silenzio, come se osservasse la scena in assoluta tranquillità. In alto a sinistra compaiono due scritte: “Trentasei vedute del monte Fuji / al largo di Kanagawa / sotto un’onda” e “dal pennello di Hokusai, che cambiò il nome in Iitsu”. Nel corso delle trentasei opere, Hokusai cambiò firma ben quattro volte (Hokusai aratame Iitsu hitsu, Zen Hokusai Iitsu hitsu, Hokusai Iitsu hitsu e Zen saki no Hokusai Iitsu hitsu) e nel corso della sua carriera cambiò nome una trentina di volte – fatto non inusuale per gli artisti giapponesi, anche se mai in così enorme quantità.