Ormai ben più di tre anni fa abbiamo scritto un articolo sulla serie tv “The Boys”, e ora che il suo spin-off – Gen V – è uscito (ormai tre mesi fa) ci sembra proprio il caso di riparlarne. D’altronde quando ne abbiamo parlato la prima volta erano uscite a malapena le prime puntate della seconda stagione, mentre ora siamo quasi alla quarta.
Tutti abbiamo presente lo stereotipo dei super eroi, anche chi non ha mai guardato mezzo film Marvel o DC, o chi non ha mai letto mezzo fumetto. Eppure, proprio tutti sappiamo che il supereroe in genere è quella persona che cerca solo di salvare l’umanità con il suo coraggio, niente di meno.
Ebbene, qui sono ben diversi.
Immaginate un mondo in cui i supereroi sono tutto tranne che delle brave persone, in cui sono delle star del cinema e in cui fanno la qualunque per raggirare e ingannare l’altro.
Immaginate i supereroi che conoscete, ma al contrario.
La serie nasce nel 2019 da Eric Kripke (creatore della serie Supernatural) per Amazon Prime Video ed è basata sull’omonimo fumetto scritto da Garth Ennis e disegnato da Darick Robertson, ma in pochi sanno che la serie era originariamente destinata a essere un lungometraggio, che iniziò a essere girato nel 2008 con Adam McKay come regista e che il progetto “The Boys” fu ripreso solo nel 2016, quando la rete televisiva Cinemax annuncia la serie televisiva.
Nel 2017 gli Amazon Studios ottengono i diritti della serie, e nel 2018 inizia la produzione di “The Boys”.
I protagonisti di The Boys sono molteplici, e tutti con dei fortissimi ideali: abbiamo da una parte “I Ragazzi” – così come il titolo ci suggerisce –, ovvero Hughie Campbell (Jack Quaid), Billy Butcher (Karl Urban), Mother's Milk (Laz Alonso), Frenchie (Tomer Capone) e Kimiko (Karen Fukuhara) e dall’altra i supereroi membri dei Sette gestiti dalla Vought International, ovvero Homelander (Antony Starr), Starlight (Erin Moriarty), Queen Maeve (Dominique McElligott), A-Train (Jessie T. Usher), The Deep (Chace Crawford) e Black Noir (Nathan Mitchell).
C’è chi viene mosso dalla vendetta, chi dalla voglia di rimanere al potere, ma tutti in “The Boys” rimangono ancorati a quelli che sono i loro ideali, senza mai – o quasi mai – staccarsi da essi. E ci sono veramente pochi personaggi che potremmo considerare “puri” all’interno di questa serie.
Il ragazzo conoscerà dopo poco Butcher, che lo introdurrà al gruppo in cui Hughie entrerà a far parte, guidato dal dolore e dal desiderio di vendetta.
E come ci ha detto chi ci ha presentato la serie per la prima volta: i primi minuti della prima puntata gettano un’ottima base per far capire alla perfezione come funzionano le cose all’interno di “The Boys”.
Ergo, Robin fatta in mille pezzi sul ciglio della strada è un ottimo esempio di come la violenza all’interno della serie sia così tanto normalizzata da risultare, appunto, normale e ordinaria ogni secondo sempre di più.
Per questo, per guardare la serie vi consigliamo di avere uno stomaco di acciaio e di non essere impressionabili, perché ne succede di ogni. Come vi abbiamo già detto i personaggi dall’animo buono sono ben pochi e, tendenzialmente, un po’ come accade nella vita reale, proprio perché dall’animo buono, vengono sempre presi un po’ a calci (letterali e non).
Ma chi sono i buoni? La risposta domanda può variare, ma a un occhio nuovo alla serie potrebbe risultare scontata: “sono I Ragazzi, sicuramente!”. E invece no. O meglio, per quanto riguarda la maggior parte di questi, no.
Alla fine della terza stagione, “buono” non lo sarà nemmeno più nemmeno l’unico bambino della serie.
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