Vogliamo parlarvene perché oltre ad averci colpito (e leggermente traumatizzato), la pellicola ci ha offerto diversi spunti di riflessione.
Per fornirvi una breve sinossi, il film racconta di una giovane coppia che cerca un’abitazione. Da qui tutto normale, salvo poi ritrovarsi in un luogo che sembra l’estremo esasperato di ciò che è lo “sprawl”, ovvero la suburbanizzazione, declinata spesso in chiave americana.
Immaginiamo allora una tipica area residenziale americana: casette più o meno tutte uguali dotate di giardino e garage.
Nel film i due protagonisti si ritrovano in un luogo dove ogni casa è uguale alle altre, così come ogni giardino è uguale agli altri. Spaventosamente identiche, con una tintura di verde chiaro che reiterata su ogni abitazione dà visivamente un senso di nausea. Ogni via è uguale a un’altra, non esistono punti di riferimento che permettono di percepire dove ci si stia spostando. I protagonisti si ritrovano dunque bloccati in questo quartiere asfissiante, ma non proseguiamo la narrazione per non rovinarvi la visione del film.