martedì 8 settembre 2020

#SullaStrada: Reggia di Caserta


Situata nella città di Caserta, la reggia di Caserta è il palazzo reale più grande al mondo per volume. I suoi proprietari storici sono stati i Borbone di Napoli. L’inaugurazione avvenne nel 1774, anche se i lavori sono durati quasi un secolo: dal 1752 al 1845. L’architetto iniziale fu Luigi Vanvitelli al quale nel 1773 successe il figlio Carlo.

Si rimane a bocca aperta davanti alla maestosità del palazzo, in stile barocco e neoclassico. Non è un caso che la Reggia abbia questo aspetto imponente: voluta dal Re di Napoli Carlo di Borbone per un desiderio di competizione contro i reali francesi, la reggia aveva come obiettivo quello di superare in magnificenza e splendore Versailles.

 “La posizione è di eccezionale bellezza, nella più lussureggiante piana del mondo, ma con estesi giardini che si prolungano fin sulle colline; un acquedotto v’induce a un intero fiume, che abbevera il palazzo e le sue adiacenze, e questa massa acquea si può trasformare, riversandola su rocce artificiali, in una meravigliosa cascata. I giardini sono belli e armonizzano assai con questa contrada che è solo un giardino.”Goethe, 1787

Dopo l’eruzione del Vesuvio, nel 1767, re Ferdinando IV di Napoli si convisse a fare della reggia di Caserta la propria residenza di caccia, abbandonando Palazzo Reale di Portici. Con le sue milleduecento stanze, il costo complessivo per la sua costruzione e arredi ammontava intorno agli 8.711.000 ducati. 
All’interno si trova il superbo scalone reale a doppia rampa, di architettura tardo barocca. Ai margini della scalinata si trovano due leoni di marco di Pietro Solari e Paolo Persico. Il soffitto fu affrescato da Girolamo Storace-Franchis con Le quattro Stagioni e La reggia di Apollo. L’interno della Reggia meriterebbe un articolo tutto a parte, quindi è meglio fermarsi qui, per ora.
Il parco si estende per tre chilometri di lunghezza, su centoventi ettari di superficie, dividendosi in due aree: il giardino all’italiana e il giardino all’inglese. Ma anche di ciò parleremo in un altro articolo.
Nel dicembre 1805 Napoleone conquistò il Regno di Napoli e suo fratello Giuseppe ne divenne il re. La famiglia reale borbonica trovò rifugio in Sicilia, lasciando tutte le proprietà al nuovo sovrano. Con la conquista napoleonica della Spagna nel 1808, sul trono di Napoli si sedette Gioacchino Murat.
Fu dopo il Congresso di Vienna del 1815, dove venne restaurata la monarchia borbonica nel nuovo Regno delle Due Sicilie, che i Borboni tornarono ad appropriarsi della Reggia, anche se entrò in uno stato di decadenza.

Quando nel 1861 il Regno venne incorporato nel Regno d’Italia, il palazzo fu utilizzato occasionalmente da alcuni membri di casa Savoia, fino al 1919, anno in cui Vittorio Emanuele III lo cedette allo stato italiano.

Nel 1861 fu deciso di censire il contenuto nella Reggia e negli appartamenti reali venne trovato un bidet. Il sanitario venne così inventariato: “strano oggetto a forma di chitarra”.

La Reggia si è sempre prestata al cinema italiano e internazionale. Il primo e il secondo episodio di Guerre stellari, rispettivamente: “La minaccia fantasma” e “L’attacco dei cloni”, furono girati all’interno della Reggia di Caserta, spacciando gli interni per la reggia del pianeta Naboo.

Altri film con ambientazioni prese dalla Reggia di Caserta sono: “Donne e briganti”, “Ferdinando I re di Napoli”, “Il pap’occhio”, “Sing Sing”, “Li chiamarono… briganti!”, “Ferdinando e Carolina”, “Mission Impossible III” e “Io speriamo che me la cavo”, “I 3 aquilotti”, "Angeli e Demoni".

Gli interni sono presenti nella fiction RAI Giovanni Paolo II, anche se nella pellicola ricreano gli interni dei Palazzi Vaticani.

lunedì 7 settembre 2020

#CostumeESocietà: Bodyshaming o paura del diverso?

Nel secolo in cui viviamo, è importante avere una propria idea su tutto. Internet ci ha permesso di amplificare, in bene o in male, le nostre conoscenze e questo ci porta all’argomento di oggi: il bodyshaming

Se siete stati almeno dieci minuti su un qualsiasi social network, non vi sarà passato inosservato il flame (insulto) nei confronti della giovane modella armena Armine Harutyunyan che sfila per Gucci. 

Gli haters, le persone che si nascondono dietro una tastiera per lanciare cattiverie, l’hanno pesantemente attaccata perché è comparsa nella classifica delle “100 donne più sexy del mondo”, cambiando i canoni standard della bellezza.
Il bodyshaming è questo: deridere qualcuno per il suo aspetto fisico: può essere per la corporatura o per tutto ciò che dia disturbo ad “un mondo di bello”. 

sabato 5 settembre 2020

#StorieRomane: Garbatella

Roma è bella tutta e lo sappiamo. Ma come diciamo sempre a chi vuole venirla a visitare: non basta ammirare il centro, bisogna conoscere anche i suoi quartieri.

A differenza di molte altre città italiane, i quartieri di Roma sorgono come inno all’architettura e il primo costruito in chiave moderna è certamente Garbatella.

A piazza Benedetto Brin, il 18 febbraio 1920, Re Vittorio Emanuele III posò la prima pietra della Borgata Giardino “Concordia”, così venne chiamato  originariamente il quartiere.

venerdì 4 settembre 2020

#Libri: Gente del Sud

Sapete che scelgo i libri in base alle vibrazioni che emanano. Se sono simili alle mie, lo prendo senza leggere la trama.

Non a caso ho comprato “Gente del Sud” di Raffaello Mastrolonardo proprio mentre stavo a Napoli, nel periodo storico della Pandemia di Covid-19.

Noi di 4Muses siamo molto legate alla storia e crediamo fermamente di essere il risultato di ciò che i nostri antenati sono stati. Come accade per gli alberi, i frutti sono più succosi e le chiome più lucenti se le nostre radici sono ben salde e sicure. Non possiamo dare il nostro Essere al mondo se non conosciamo il nostro Passato.
Per questo alla fine del libro possiamo conoscere un po’ anche dell’autore, perché abbiamo letto le sue vicende famigliari, -anche se a volte romanzate o inventate- come se fossimo stati degli spettatori silenziosi in casa Parlante.

giovedì 3 settembre 2020

#Pensieri: Cinema post-covid

Uscire dal Lockdown, personalmente, è stata una delle cose più complicate fatte in questo anno. Stare a casa è facile, okay è vero… se non si ha il controllo della situazione diviene difficile. Stare in casa perché qualcun altro lo ha deciso è decisamente più complicato, ma a questo complicato credo che risponda la “necessità” della situazione. La storia ci insegna come si sia dovuti restare chiusi in casa per altre occasioni e non si aveva la possibilità di interagire attraverso internet.

mercoledì 2 settembre 2020

#StorieRomane: Il cuore di Nerone

Ci siamo rese conto che, nello scrivere la rubrica #StorieRomane, molto spesso ci troviamo a citare luoghi e leggende che hanno di solito un protagonista in comune: Nerone. Tiranno amato e odiato dai Romani, questo imperatore governò solamente quattordici anni, prima di suicidarsi. 
A lui si attribuisce l’incendio di Roma, le varie mire espansionistiche, la leggenda della sua sepoltura e il suo peregrinare sotto forma di spettro per le zone di Muro Torto. 

Nerone è tristemente noto per essere stato un persecutore dei cristiani, per aver appiccato l’incendio alla sua città suonando uno strumento, ma diverse fonti storiche hanno smentito il fatto, affermando che lui si trovasse ad Anzio il giorno del fatto e che, anzi, avesse aiutato a salvare le persone dalle fiamme.

La leggenda che tratteremo oggi riguarda il suo “cuore”.

martedì 1 settembre 2020

#Costume&Società: Calcio e arte

Il calcio in Italia è LO Sport. È cultura popolare, a volte al pari di una religione o filosofia di vita. Da settembre a maggio l’argomento principale è uno solo: la Serie A. Nei bar, sui social, per le strade, ogni tifoso dice la sua diventando così presidente, allenatore, preparatore atletico, arbitro e giocatore.

“Ci sono tifosi di calcio, e poi ci sono i tifosi della Roma” Agostino di Bartolomei

Viviamo nella Capitale e respiriamo la sua energia quotidianamente. Qui il calcio è tutto ed è proprio per la sua importanza che si sono formati calciatori come Francesco Totti e Daniele De Rossi che fin da bambini si sono allenati e sacrificati nel nome di Roma.

“Ho solo un unico rimpianto: quello di poter donare alla Roma una sola carriera” Daniele De Rossi