martedì 16 febbraio 2021

#StorieRomane: Rugantino

Non in tutte le città italiane si sente forte la presenza del Carnevale, ma se andiamo a scavare nelle leggende e nelle tradizioni popolari, ogni città italiana ha la sua maschera di rappresentanza.


Roma ha Rugantino il quale deve il suo nome dal termine ruganza, che in romanesco vuol dire: "arroganza". Rugantino, infatti, incarna il tipico comportamento arrogante e strafottente del romano doc. Una maschera prepotente che però nasconde un animo buono, gentile e attraente.

Non si sa di preciso quale siano le sue origini, ma dei testi del Ghetanaccio, il più noto burattinaio romano, Rugantino era già presente sulla finire del 1700.

“Cor cappello a du’ pizzi, cor grugno lungo du’ parmi, co’ ‘na scucchia rivortata ‘nsù a uso de cucchiaro, co’ ‘no spadone che nun ce la po’ quello der sor Radeschio, e co’ le cianche come l’Arco de Pantano, se presenta, Signori mia, Rugantino er duro, nato ‘nsto piccolo castelluccio e cresciuto a forza de sventole, perché ha avuto ‘gni sempre er vizio de rugà e d’arilevacce”

Così, nel 1848, Zuccani presentò il personaggio di Rugantino: un gendarme, identificato come capo dei briganti. Nel corso del tempo la figura è diventata quella del bullo di quartiere, sempre pronto a zuffe e litigi con gli altri.

lunedì 15 febbraio 2021

#StorieRomane: Il Carnevale di Roma

Non tutti sanno che il Carnevale è sempre stato molto sentito a Roma. La sua origine, infatti, riprende i riti dei Saturnali romani e la città attendeva la settimana precedente alla Quaresima con estrema euforia.

“Così, giorno dopo giorno, l’attesa si alimenta e si rinfocola finché, poco dopo mezzodì, una campana del Campidoglio dà il segnale che sotto la volta del cielo tutti possono abbandonarsi alla follia. Questo è il momento in cui il severo cittadino romano, che per tutto l’anno s’è ben guardato dal compiere passi falsi, depone istantaneamente la sua gravità e la sua moderazione”

Con queste parole di Goethe, tratte da "Viaggio in Italia" del 1788, riusciamo a capire il motivo per cui ogni romano attendeva il periodo del Carnevale, e anche perché esso fu abolito nel 1874. Roma si dipingeva di colori, maschere e luci. Per tutta la città c’erano grida, festeggiamenti, tumulti… Ognuno era libero di fare quello che voleva, quasi senza subire alcuna conseguenza.

sabato 13 febbraio 2021

#Musica: Il vento della vita

Il vento della vita” è una canzone di Ermal Meta, contenuta nell’album “Non abbiamo armi” (2018). Noi di 4Muses amiamo molto il cantante di origine albanese, naturalizzato italiano e questa canzone secondo noi è estremamente importante.

Non è forse la più conosciuta, ed è un peccato perché ci ha sostenute in momenti di vera crisi interiore ed esteriore. Siamo qui, quindi, per renderla anche vostra, per darvi quel significato più profondo che va oltre alle parole. Speriamo possa assicurarsi un posto nella vostra playlist personale, perché merita davvero tanto.

Andare avanti e poi tornare/al punto di partenza/per poi ricominciare la mia corsa senza meta/è così che amo fare/per la voglia di non perdermi più niente del percorso/nella gara della vita/dove correre non basta/devi andare più veloce/e spesso c’è da perdere amicizie e falsi amori

venerdì 12 febbraio 2021

#Intervista: Terra

Il cambiamento climatico è molto probabilmente il problema più grande che in questo momento ha l’umanità. Eppure, non viene minimamente menzionato. Telegiornali, giornali, gente comune, minimizzano i vari fenomeni naturali con un’alzata di spalle e la classica espressione: “Eh, certo, non ci sono più le stagioni di una volta”.

In epoca di Pandemia siamo abituati ad ascoltare i pareri degli esperti, prendendoli come Verità assoluta. Siamo terribilmente preoccupati da un virus, eppure non ci interessa del pianeta su cui viviamo e che quotidianamente ci lancia campanelli d’allarme.
Certo, non tutti ignorano i nubifragi, le frane, le inondazioni, una mimosa che sboccia a metà gennaio… Molti sono veramente preoccupati, e grazie a tutti loro sono nate organizzazioni per la tutela dell’ambiente. Ma comunque sia, tutto ciò non basta e noi ci stiamo avvicinando velocemente al giro di boa. Ogni giorno ci avvicina sempre più al punto di non ritorno, quel momento della nostra storia in cui non sarà più possibile fare qualcosa, e che segnerà la fine dell’umanità.

Perché i più, i governi stessi, non si interessano di tutto ciò? E cosa possiamo fare noi, i pesci piccoli, che siamo veramente preoccupati per il futuro della nostra casa (perché l’intero pianeta è la nostra casa)? Che tipo di mondo lasceremo ai bambini di oggi?

Abbiamo affrontato queste tematiche chiacchierando con i ragazzi che hanno aperto su Facebook la pagina Terra, che potete seguire su Facebook cliccando qui.

giovedì 11 febbraio 2021

#SullaStrada: Procida - Capitale della Cultura 2022

Ogni anno viene scelta una città a cui assegnare il titolo di “Capitale italiana della cultura”: per il 2021 sarà Parma, per il 2022 Procida.

È la prima volta che un’isola entra nella competizione ed è anche, quindi, la prima volta che un’isola vince. Dal titolo “La cultura non isola”, la giuria ha espresso questo parere:
Il contesto dei sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato. La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria.
La dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è importante per tutte le isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee. Il progetto potrebbe determinare grazie alla combinazione di questi fattori un'autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura che dalla piccola realtà dell'isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese nei mesi che ci attendono
." [link]

Dopo questa premessa, parliamo dell’isola in sé e perché secondo noi merita di essere visitata quando si potrà tornare a viaggiare.

mercoledì 10 febbraio 2021

#Arte: I Concetti Spaziali di Lucio Fontana

Questo lo sapreste fare anche voi, lo sappiamo già.
Il punto è che, come più che giustamente dice Jesse Eisenberg nei panni di Mark Zuckerberg in The Social Network (2010): "Se voi foste gli inventori di Facebook, avreste inventato Facebook", o se proprio vogliamo citare un grande della storia dell'arte che parlò proprio dei tagli di Fontana, Bruno Munari (1907-1998) affermò che: "Quando qualcuno dice: ‘Questo lo so fare anch'io’, vuol dire che lo sa rifare, altrimenti lo avrebbe già fatto prima".

La verità è che un gesto così semplice come tagliare una tela fa arrabbiare in molti nel profondo; non si riesce ad accettare di non essere in grado di creare cose veramente nuove, di non saper fare la rivoluzione con la semplicità.
E forse è proprio per questo che in molti non riescono a concepire l'arte moderna in generale come arte: per la rivoluzione che porta con sé.

martedì 9 febbraio 2021

#Cinema&SerieTv: Fate - The Winx Saga cosa non va?

Fate - The Winx Saga
è sulla bocca di tutti dal momento in cui era stata annunciata. La serie televisiva di Netflix, però, trae la sua origine da un prodotto tutto nostrano e, per noi di 4Muses, è stato abbastanza sconvolgente notare quante poche persone lo sapevano. Ovviamente, in mano a un’altra casa di produzione le differenze non sono mancate, alcune di esse erano necessarie, altre un po’ meno; complessivamente, dunque, questo prodotto ha diviso a metà il suo pubblico, ma cerchiamo di capirne le ragioni insieme. 

Non è la prima volta che Netflix mette il suo zampino su un prodotto e lo cambia completamente, applicando a esso quasi un sistema standardizzato con la quale poter rendere “grazia” - secondo il loro punto di vista - a quello che sarà lo svolgimento dei fatti. Basti pensare allo stravolgimento che è stato applicato a storie come quella di Shadowhunters e ai cambiamenti che sono stati apportati in nome del gusto del pubblico. Mai, come per altre case di produzione, il target di riferimento è necessario per poter comprendere la natura intrinseca della serie stessa. L’urban fantasy, quindi, viene un po’ svilito della sua natura e viene dominato e sommerso da quello più comune del teen drama, creando un contesto talvolta privo di senso o privo di una vera e propria caratterizzazione coerente.