Da scrittrice trovo che sia fondamentale il tema degli archetipi, perché è proprio da lì che prendo l’ispirazione per il carattere dei miei personaggi. Ammetto, però, che sono molto legata all’astrologia, così mi avvalgo dei classici dodici segni zodiacali, mixando ogni personaggio con il suo sole, ascendente e luna.
In questo anno ho potuto lavorare a molti spettacoli teatrali e il tema dell’archetipo associato alle divinità dell’Olimpo è stato piuttosto comune, così da portarmi a pensare che, proprio come siamo tutti e dodici i segni zodiacali, non siamo neanche un solo personaggio, ma tutti quanti. In questo caso, non siamo un solo dio, ma un intero Olimpo.
Oggi voglio parlarvi degli archetipi delle dee, perché dopotutto sono pur sempre una donna e al momento è il punto di vista che più mi interessa.
Nel suo libro “Le dee dentro la donna”, Jean S. Bolen – psichiatra e analista junghiana – analizza sette dee della mitologia greca esplorando come i loro archetipi influenzino la psiche femminile. È un libro che consiglio vivamente, perché offre una chiave di lettura per comprendere le diverse sfaccettature dell’identità di ognuna di noi.
Per lei, quindi, sono solo sette le dee principali che rappresentano gli aspetti dell’anima femminile, le quali sono suddivise in tre differenti categorie: le dee vergini, le dee vulnerabili e le dee alchemiche.
Alla prima appartengono: Artemide (dea della caccia e della luna, simbolo di indipendenza e determinazione), Atena (dea della saggezza e della strategia, rappresenta l’intelligenza logica e la competenza professionale) ed Estia (dea del focolare, incarna la spiritualità e la centratura); alla seconda: Demetra (dea della fertilità e del raccolto, archetipo della madre nutriente e protettiva), Persefone (dea della primavera e regina degli inferi, rappresenta la trasformazione e la crescita personale) ed Era (dea del matrimonio, simbolo di impegno e fedeltà); alla terza troviamo Afrodite (dea dell’amore e della bellezza, incarna la creatività, la sensualità e la passione).
Secondo Bolen ogni donna possiede tutti questi archetipi in misura variabile a seconda dei momenti della vita. La loro attivazione, difatti, può cambiare, attivarsi o disattivarsi del tutto a seconda del corso che prendono gli eventi. Per esempio: una giovane donna potrebbe identificarsi con Artemide quando cerca la sua indipendenza, mentre in età adulta, se sente il bisogno di diventare madre, può virare verso Demetra.
Essendo una junghiana, la sua visione si allinea totalmente con la teoria degli archetipi di Jung: l’inconscio collettivo è popolato da simboli primordiali che influenzano il comportamento umano. L’integrazione consapevole di questi archetipi può favorire il processo di individuazione, portando l’essere umano a una maggiore completezza e autenticità.
Questo vuol dire che riconoscere in noi ognuno, o almeno una parte di questi archetipi, ci dà la possibilità di comprendere al meglio le nostre motivazioni, i nostri desideri così da affrontare in maniera positiva e brillante ogni sfida. Riconoscere e integrare le diverse dee interiori permette di vivere una vita più equilibrata e soddisfacente, in armonia con la nostra natura più profonda.
Certo, tutti noi siamo esseri complessi, padroni del microcosmo altrettanto complesso che ci rende unici e inimitabili, ma è proprio al nostro interno che coesistono tutte le dee dell’Olimpo che si alternano e si trasformano. Abbracciarle senza timori significa accettare la ricchezza e la diversità della nostra esperienza, celebrandola anche quando questo ci fa paura.
In questo anno ho potuto lavorare a molti spettacoli teatrali e il tema dell’archetipo associato alle divinità dell’Olimpo è stato piuttosto comune, così da portarmi a pensare che, proprio come siamo tutti e dodici i segni zodiacali, non siamo neanche un solo personaggio, ma tutti quanti. In questo caso, non siamo un solo dio, ma un intero Olimpo.
Oggi voglio parlarvi degli archetipi delle dee, perché dopotutto sono pur sempre una donna e al momento è il punto di vista che più mi interessa.
Nel suo libro “Le dee dentro la donna”, Jean S. Bolen – psichiatra e analista junghiana – analizza sette dee della mitologia greca esplorando come i loro archetipi influenzino la psiche femminile. È un libro che consiglio vivamente, perché offre una chiave di lettura per comprendere le diverse sfaccettature dell’identità di ognuna di noi.
Per lei, quindi, sono solo sette le dee principali che rappresentano gli aspetti dell’anima femminile, le quali sono suddivise in tre differenti categorie: le dee vergini, le dee vulnerabili e le dee alchemiche.
Alla prima appartengono: Artemide (dea della caccia e della luna, simbolo di indipendenza e determinazione), Atena (dea della saggezza e della strategia, rappresenta l’intelligenza logica e la competenza professionale) ed Estia (dea del focolare, incarna la spiritualità e la centratura); alla seconda: Demetra (dea della fertilità e del raccolto, archetipo della madre nutriente e protettiva), Persefone (dea della primavera e regina degli inferi, rappresenta la trasformazione e la crescita personale) ed Era (dea del matrimonio, simbolo di impegno e fedeltà); alla terza troviamo Afrodite (dea dell’amore e della bellezza, incarna la creatività, la sensualità e la passione).
Secondo Bolen ogni donna possiede tutti questi archetipi in misura variabile a seconda dei momenti della vita. La loro attivazione, difatti, può cambiare, attivarsi o disattivarsi del tutto a seconda del corso che prendono gli eventi. Per esempio: una giovane donna potrebbe identificarsi con Artemide quando cerca la sua indipendenza, mentre in età adulta, se sente il bisogno di diventare madre, può virare verso Demetra.
Essendo una junghiana, la sua visione si allinea totalmente con la teoria degli archetipi di Jung: l’inconscio collettivo è popolato da simboli primordiali che influenzano il comportamento umano. L’integrazione consapevole di questi archetipi può favorire il processo di individuazione, portando l’essere umano a una maggiore completezza e autenticità.
Questo vuol dire che riconoscere in noi ognuno, o almeno una parte di questi archetipi, ci dà la possibilità di comprendere al meglio le nostre motivazioni, i nostri desideri così da affrontare in maniera positiva e brillante ogni sfida. Riconoscere e integrare le diverse dee interiori permette di vivere una vita più equilibrata e soddisfacente, in armonia con la nostra natura più profonda.
Certo, tutti noi siamo esseri complessi, padroni del microcosmo altrettanto complesso che ci rende unici e inimitabili, ma è proprio al nostro interno che coesistono tutte le dee dell’Olimpo che si alternano e si trasformano. Abbracciarle senza timori significa accettare la ricchezza e la diversità della nostra esperienza, celebrandola anche quando questo ci fa paura.

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