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lunedì 3 luglio 2023

#StorieRomane: Castel Sant'Angelo

Quando vi abbiamo parlato della fuga di Benvenuto Cellini, ci siamo accorti che non abbiamo mai parlato di Castel Sant’Angelo e questa dimenticanza è del tutto imperdonabile. Non solo perché è uno dei nostri luoghi preferiti, ma anche perché è stato il museo più visitato d’Italia nel 2022.  
 
L’altro nome con cui è conosciuto è: mausoleo di Adriano perché è proprio l’imperatore, nel 135 d.C. a chiedere all’architetto Demetriano di progettare la tomba monumentale per sé e la sua famiglia.          
Adriano pretende che il suo sepolcro sia grandioso, superando in dimensioni quello di chiunque altro. L’imperatore muore nel 138 e solo un anno dopo la sua tomba è del tutto completata.

Per la costruzione con la forma della base cubica e dal rivestimento marmo lunense, viene scelta la zona di Campo Marzio, all’epoca esterna alla zona di Roma. Per collegarla meglio alla città è costruito il Ponte Elio che tuttora collega i due rioni Ponte e Borgo.
Il mausoleo occupa quelli che sono ora i livelli 1, 2 e 3 ai quali si accede attraverso il dromos. Se avete la fortuna di andarlo a visitare, sappiate che il tutto è rimasto il più fedele possibile a com’era in quei tempi.
La parte dedicata ad Adriano è al livello 3, e oggi porta il nome di “Cortile dell’Angelo”.     
La tomba (ai tempi) presenta molti alberi e statue marroni lungo tutto il perimetro, con al centro una quadriga in bronzo dell’imperatore raffigurato come il sole, per alcuni come il tholos circolare. Il tutto è circondato da un muro di cinta con dei pavoni di bronzo dorato, dei quali due sono arrivati ai nostri giorni e sono conservati al Vaticano.

Adriano non è l’unico imperatore lì seppellito, come suggerisce il fregio che dà sul fiume Tevere. Oltre lui troviamo sua moglia Vibia Sabina; dopo si è aggiunto l’imperatore Antonino Pio con la moglie Faustina maggiore e i figli: Lucio Elio Cesare, Commodo e Marco Aurelio con tre dei suoi figli. Arrivò poi anche Settimio Severo con la moglie Giulia Domna e i suoi figli e imperatori Geta e Caracalla.

Arriviamo al 403, quando l’imperatore d’Occidente Onorio gli toglie il ruolo che ricopriva prima e lo include alle Mura Aureliane, facendolo diventare a tutti gli effetti un fortino per la difesa di Roma, prendendo il nome di “castellum” (che in latino è il diminutivo di “castrum” trad. “accamapemento fortificato”.

La Storia lo mette subito alla prova e riesce a proteggere Roma dal sacco dei Visigoti di Alarico (410) e dai Vandali di Genserico (455).
Siamo agli inizi del 500 quando cambia nuovamente il suo ruolo, o forse dovremmo dire che ne viene aggiunto un altro: sotto Teodorico diventa carcere di Stato.
Sul finire del VI secolo, Roma vive una grave pestilenza e un’epidemia di peste. Papa Gregorio I indice una processione per chiedere a Dio una tregua e, proprio mentre attraversa il Ponte Elio, ha la visione dell’Arcangelo Michele che sguaina la sua spada proprio sulla cima della Mole Adriana. Pochi giorni più tardi l’emergenza è definitivamente finita e viene costruita la chiesa di Sant’Angelo usque ad caelos sul luogo dell’apparizione. Se andate al Museo Capitolino, potete vedere una pietra circolare con le impronte che ha lasciato l’Arcangelo. Ed ecco spiegato il perché del nome.

Ma, si sa, l’uomo è egoriferito, soprattutto se ha potere, e non guarda in faccia al sacro. Così il X secolo è ricco di famiglie altolocate che cercano di accaparrarselo.     
Inizia per primo il senatore Teofilatto che lo fa diventare la roccaforte della sua famiglia. Nel 932 la figlia Marozia si sposa lì con Ugo di Provenza, suo terzo marito (il primo fu Alberico I marchese di Spoleto, il secondo Guido di Toscana. In tutto ciò ci teniamo ad aggiungere che Marozia era anche l’amante di papa Sergio III) ma al pranzo nuziale irrompe Alberico II, suo primogenito, che in una sorta di red wedding
alla Game of Thrones, però non riuscito, fa scappare Ugo e imprigiona sua madre nelle celle del castello, ottenendo così pieno potere sulla roccaforte.
Almeno, però poco tempo perché poi passa ai Crescenzi che gli cambiano il nome in Castrum Crescentii. La famiglia lo occuperà per un secolo, quando poi passerà ai Pierleoni e agli Orsini. Nel 1365 questi ultimi lo passano definitivamente alla Chiesa.

Niccolò III (papa Orsini) lo trova un punto sicuro, di certo più del Palazzo Vaticano, così decide di renderlo sua sede apostolica e fa costruire il passetto: passaggio che collega direttamente il Vaticano con Castel Sant’Angelo e che nel corso dei secoli successivi salverà moltissimi pontefici sia dalla morte che dagli scandali.

Nel 1379 i cittadini romani, protestando contro i militanti francesi che controllavano il castello, lo radono quasi al suolo ed è solo nel 1395, con papa Bonifacio IX, che hanno inizio i lavori di riedificazione, con potenziamento della struttura.
Nicolò V, a metà del Quattrocento, dà un nuovo ruolo ancora all’edificio: quello di residenza papale. Ma è con Alessandro VI (papa Borgia) che il castello diviene una vera e propria reggia. Il papa aggiunge un suo appartamento, con affreschi del Pinturicchio. Abbelisce i cortili con giardini e fontane, per poi costruire un vero e proprio fossato con l’acqua del Tevere. In quegli anni il Castello ospita quasi quotidianamente feste, banchetti e opere teatrali.

È grazie a queste aggiunte, definite del tutto inappropriate all’epoca, se papa Clemente VII nel 1527 sopravvive al sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi.
Altri papi ancora, da Paolo III, passando per Paolo IV, Urbano VIII a Clemente IX, notando il grande potenziale della struttura, la ristrutturano sia per aumentarne la fortificazione, sia per renderla più confortevole possibile in vista delle loro abitazioni.
Proprio con l’ultimo papa citato, tra il 1667 e il 1669, si aggiungono dieci angeli sul Ponte Elio che diviene Ponte Sant’Angelo.

Nell’Ottocento il castello torna a essere solamente una prigione, dal nome di Forte Sant’Angelo. Divenuto per breve tempo una caserma, dall’Unità d’Italia ricopre il ruolo di museo, con lavori che hanno cercato di riportarlo alla sua forma originaria.

Nel 2016 si aggiudica il quinto posto come museo italiano per numero di visitatori, ma come detto nell’introduzione, ha battuto il suo record nel 2022 quando si è posizionato al primo posto.

Ora non vi resta che organizzare una visita in questo meraviglioso posto tra i più ricchi di storia, soprattutto perché l’estate sarà ricca di eventi con sede a Castel Sant’Angelo.


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