Pagine

Available in English

Usi & Costumi

giovedì 4 settembre 2025

#Costume&Società: Il nuovo pudore - La generazione che preferisce sparire

Quando ho scritto l
’articolo sull’ipervisibilità dettata dai social, tramite le ricerche effettuate, ho notato come l’ultima generazione, quella nata dai 2010 in poi per intenderci, tenda a stare sui social in forma più anonima. Nessuna immagine del profilo, nessun post, e se condividono qualcosa lo fanno con account privati.

In un contesto sociale dove tutto deve essere visto affinché esista nella mentalità collettiva, la sempre più popolare scelta opposta, nata dai giovanissimi è solo una moda o una reazione culturale, tra filosofia e riscoperta del pudore?

La Gen Z ci ha abituati a contenuti facili, immediati, da condividere su TikTok, Instagram e Snapchat, abbandonando i lunghi post di Facebook e ampliando la propria cerchia di amici dai più stretti al mondo intero. Ma la Generazione Alpha, sebbene sia cresciuta con tutto questo, ha optato per decidere cosa mostrare e a chi, confermando quello che è chiaro dall’alba dei tempi: la generazione dopo migliora quelle passate.
  
Con l’introduzione non voglio dire che non esistano adolescenti che condividono qualunque cosa, né che ci siano adulti che non vogliano sparire, anzi, semplicemente che i social stessi stanno cominciando a cambiare rotta e se si vuole stare al passo con i tempi, basta essere consapevoli che i contenuti tendono a diminuire, intensificandone la qualità.
Si sta tornando sempre più a decidere cosa postare, esattamente come prima del 2010 si stava attenti a quello che si raccontava agli sconosciuti. Dal momento in cui si condivide qualsiasi cosa sui social, infatti, si sta dando quel piccolo pezzetto di vita in pasto a completi sconosciuti. Niente di male, senz’altro, ma a che pro?
I giovani si tolgono un grandissimo peso sulla loro identità: non sono più gli account e il numero di like a dettare legge sulla propria autostima, ma quello che si fa nel quotidiano, nella propria vita, senza pensare al giudizio altrui. È la vera e propria forma di controllo dell’immagine di sé, del proprio spazio mentale, del mondo interiore ed esteriore.

Quando non tutto deve diventare contenuto si torna a pensare che l’esperienza di vita non è mera condivisione, ma anzi: se non mostro, posso essere libero di comportarmi come voglio, come desidero. Di andare in posti e frequentare persone senza che ci siano giudizi del mondo esterno che il 90% delle volte neanche mi conosce e, diciamoci la verità, neanche ho intenzione di voler conoscere.
Quando ho cominciato ad agire anche io così mi sono resa conto che l’invisibilità sta diventando un lusso. Non essere costretti a condividere post, storie, reel e vivere lo stesso bene, al massimo delle proprie forze, è un cambiamento che difficilmente ci fa tornare indietro e conferma che si ostenta quello che non si ha. Le immagine “droppate” ogni weekend mostrano una persona sola; le continue riflessioni di genitori orgogliosi mostrano il pentimento della scelta di aver avuto una famiglia, e così via… posso sembrare cattiva? Cinica? Pazienza.

Con questo, ovviamente, non sto dicendo che non condividere sia un obbligo, non c’è nulla di chiusura definitiva, semplicemente si scopre la selettività: vivere senza essere continuamente guardati vuol dire vivere davvero, senza dover dimostrare niente a nessuno. Si appartiene prima di tutto a noi stessi, poi agli altri. Ci si dovrebbe prima domandare cosa vogliamo davvero fare, senza sentire il bisogno di doverlo dire a quante persone ci seguono. Quei numeri, per citare una mia amica con un discreto seguito, sono solo effimeri, fittizi, virtuali, non esistono. Perché appoggiarci a quella pseudo sicurezza? Perché basare la nostra sicurezza sulla scelta di altre persone, che potrebbero smettere di seguirci domani, o semplicemente decidere di cancellarsi dai social? 


Insomma, “nascondersi” non è aver paura del mondo esterno, ma un ritorno a respirare davvero, a ricordarci che la vita non è in un apparecchio elettronico che teniamo in mano – e che domani potrebbe sparire, se solo si decidesse di togliere la connessione a tutto il mondo – ma è quella che vediamo uscendo dalla nostra porta di casa.

Nessun commento:

Posta un commento