Se seguite il blog da tempo sapete anche che il genere che preferisco leggere (ma anche vedere o ascoltare, nei casi di podcast true crime) è quello thriller. Va da sé, quindi, che ho amato “Kala”, libro di Colin Walsh, uscito in Italia il 6 maggio 2025 per Fazi Editore.
Il genere non è l’unico motivo che mi ha tenuta incollata al Kindle, perché a quello si aggiunge l’ambientazione, in Irlanda – essendo nata il giorno di San Patrizio è per me normale definirmi un po’ irlandese nell’anima – e il tempo in cui è svolta la vicenda, almeno la sua prima parte, che mi ha riportata alla mia adolescenza.
La traduzione è stata a cura di Stefano Tummolini.
Kinlough, estate del 2003. Joe, Mush e Aidan si conoscono da sempre, fin da bambini. Joe ha una cotta per Kala, e quando la scuola organizza la festa di fine anno, riesce a dichiararsi. I tre cominciano così a uscire con il gruppo di lei, composto da altre due ragazze: Aoiffe ed Helen. La città è veramente piccola, dà poco spazio al divertimento ma l’estate e l’adolescenza aiutano i sei a trovare ogni pretesto per evadere e rendere ogni giorno come il migliore della loro vita.
Le uscite, i primi amori, le delusioni della vita sfogate in chiacchierate e qualche bicchiere di troppo, tutto sembra scorrere normalmente, come capita a ogni quindicenne al mondo, ma qualcosa sconvolge le loro esistenze: la sparizione di Kala. Considerata da tutti la leader del gruppo, la classica ragazza sfrontata che non ha paura di niente e che sa sempre organizzare le serate migliori, a pochi mesi dal ritorno a scuola sparisce senza lasciare traccia. Dov’è? E perché è sparita?
Passano altri quindici anni, ormai tutti sono diventati adulti, hanno preso le loro strade, alcuni lontani da Kinlough, ma quando si ritrovano per il matrimonio tra la madre di Aidan e il padre di Helen, succede qualcosa di inaspettato: vengono ritrovati dei resti umani nel bosco di Caille, nello stesso punto dove Kala viveva con la nonna.
Il passato, vissuto da alcuni di loro come ossessione, da altri come modo per dimenticare ed evadere, torna a essere presente. I ricordi, i flashback sono quasi tangibili. Potevano evitare la sparizione di Kala, e se sì, in che modo? Kala è stata vittima degli eventi, o vittima di un sistema marcio che riguarda tutti personalmente? Perdonare o vendicarsi? Chi è innocente e chi colpevole, quando l’intera cittadina sembra avvolta dall’omertà?
Tra tutte le recensioni che ho letto sono d’accordo con quella del “The Irish Times”, credetemi se vi dico che un pomeriggio mi sono ritrovata ad ammettere di aver trascorso due ore consecutive a leggere e ho dovuto smettere solo per non provocare danni alla vista.
I flashback ci mostrano la crescita di tutti i personaggi, proprio come se stessimo guardando una serie televisiva dalla sua prima stagione alla quindicesima. I ragazzi crescono, si domandano dove hanno sbagliato, se avessero potuto fare qualcosa, ricordano dettagli e noi leggiamo tutto direttamente dai tre principali: Mush, Helen e Joe. Leggiamo del loro rapporto con Kala, delle loro amicizie, soffriamo quando si allontanano, tiriamo un sospiro di sollievo quando si cercano, ridiamo quando passano del tempo insieme… insomma, diventiamo il settimo componente del gruppo che vuole saperne sempre di più. Se poi, proprio come me, nel 2003 avevate la loro età – io sono un anno più piccola, ma stiamo lì – apprezzerete molto i riferimenti alla cultura pop del momento, i commenti su Dawson’s Creek in primis.
L’esordio di Colin Walsh non poteva essere dei migliori, perché “Kala” è diventato da subito un bestseller in Irlanda, arrivando al primo posto nelle classifiche dei libri più venduti. La sua scrittura non è mai appesantita, neanche quando descrive le scene più violente con minuzia di dettagli.
La psicologia dei personaggi è significativa e questo può solo testimoniare l’enorme lavoro e talento che vi è dietro, se consideriamo che ha dovuto dare vita a un enorme trauma vissuto dai sei adolescenti, con cinque di loro che hanno dovuto conviverci per più di un decennio. Quanto di quello che hanno vissuto è causa del male che stanno provando ora? Quanti sensi di colpa stanno ancora controllando la loro vita? Come si può davvero andare avanti? E poi, il tocco finale. Perché dopotutto stiamo sempre in Irlanda, la magia fa parte della realtà e anche qui Walsh elettrizza tutti gli amanti dell’isola verde spargendo un po’ di quel soprannaturale che tanto ci piace, soprattutto perché, grazie alle ultime scoperte della fisica, non è così assurdo: il tempo non è lineale, tutto accade in un unico presente. Passato, presente e futuro coesistono nello stesso identico momento e come dico sempre: “Se volete sapere le risposte alle domande sul futuro, basta guardare il presente”. Per scoprire la verità su Kala e per dare un senso al suo finale, quindi, basta quindi fare particolarmente attenzione a ogni pagina del romanzo.
Il genere non è l’unico motivo che mi ha tenuta incollata al Kindle, perché a quello si aggiunge l’ambientazione, in Irlanda – essendo nata il giorno di San Patrizio è per me normale definirmi un po’ irlandese nell’anima – e il tempo in cui è svolta la vicenda, almeno la sua prima parte, che mi ha riportata alla mia adolescenza.
La traduzione è stata a cura di Stefano Tummolini.
Kinlough, estate del 2003. Joe, Mush e Aidan si conoscono da sempre, fin da bambini. Joe ha una cotta per Kala, e quando la scuola organizza la festa di fine anno, riesce a dichiararsi. I tre cominciano così a uscire con il gruppo di lei, composto da altre due ragazze: Aoiffe ed Helen. La città è veramente piccola, dà poco spazio al divertimento ma l’estate e l’adolescenza aiutano i sei a trovare ogni pretesto per evadere e rendere ogni giorno come il migliore della loro vita.
Le uscite, i primi amori, le delusioni della vita sfogate in chiacchierate e qualche bicchiere di troppo, tutto sembra scorrere normalmente, come capita a ogni quindicenne al mondo, ma qualcosa sconvolge le loro esistenze: la sparizione di Kala. Considerata da tutti la leader del gruppo, la classica ragazza sfrontata che non ha paura di niente e che sa sempre organizzare le serate migliori, a pochi mesi dal ritorno a scuola sparisce senza lasciare traccia. Dov’è? E perché è sparita?
Passano altri quindici anni, ormai tutti sono diventati adulti, hanno preso le loro strade, alcuni lontani da Kinlough, ma quando si ritrovano per il matrimonio tra la madre di Aidan e il padre di Helen, succede qualcosa di inaspettato: vengono ritrovati dei resti umani nel bosco di Caille, nello stesso punto dove Kala viveva con la nonna.
Il passato, vissuto da alcuni di loro come ossessione, da altri come modo per dimenticare ed evadere, torna a essere presente. I ricordi, i flashback sono quasi tangibili. Potevano evitare la sparizione di Kala, e se sì, in che modo? Kala è stata vittima degli eventi, o vittima di un sistema marcio che riguarda tutti personalmente? Perdonare o vendicarsi? Chi è innocente e chi colpevole, quando l’intera cittadina sembra avvolta dall’omertà?
«Un’ottima lettura, soprattutto se state cercando qualcosa di avvincente e veloce, con una trama forte. Una rielaborazione magistrale del giallo: avrete enormi difficoltà a smettere di leggere.»
- The Irish Times
Tra tutte le recensioni che ho letto sono d’accordo con quella del “The Irish Times”, credetemi se vi dico che un pomeriggio mi sono ritrovata ad ammettere di aver trascorso due ore consecutive a leggere e ho dovuto smettere solo per non provocare danni alla vista.
I flashback ci mostrano la crescita di tutti i personaggi, proprio come se stessimo guardando una serie televisiva dalla sua prima stagione alla quindicesima. I ragazzi crescono, si domandano dove hanno sbagliato, se avessero potuto fare qualcosa, ricordano dettagli e noi leggiamo tutto direttamente dai tre principali: Mush, Helen e Joe. Leggiamo del loro rapporto con Kala, delle loro amicizie, soffriamo quando si allontanano, tiriamo un sospiro di sollievo quando si cercano, ridiamo quando passano del tempo insieme… insomma, diventiamo il settimo componente del gruppo che vuole saperne sempre di più. Se poi, proprio come me, nel 2003 avevate la loro età – io sono un anno più piccola, ma stiamo lì – apprezzerete molto i riferimenti alla cultura pop del momento, i commenti su Dawson’s Creek in primis.
L’esordio di Colin Walsh non poteva essere dei migliori, perché “Kala” è diventato da subito un bestseller in Irlanda, arrivando al primo posto nelle classifiche dei libri più venduti. La sua scrittura non è mai appesantita, neanche quando descrive le scene più violente con minuzia di dettagli.
La psicologia dei personaggi è significativa e questo può solo testimoniare l’enorme lavoro e talento che vi è dietro, se consideriamo che ha dovuto dare vita a un enorme trauma vissuto dai sei adolescenti, con cinque di loro che hanno dovuto conviverci per più di un decennio. Quanto di quello che hanno vissuto è causa del male che stanno provando ora? Quanti sensi di colpa stanno ancora controllando la loro vita? Come si può davvero andare avanti? E poi, il tocco finale. Perché dopotutto stiamo sempre in Irlanda, la magia fa parte della realtà e anche qui Walsh elettrizza tutti gli amanti dell’isola verde spargendo un po’ di quel soprannaturale che tanto ci piace, soprattutto perché, grazie alle ultime scoperte della fisica, non è così assurdo: il tempo non è lineale, tutto accade in un unico presente. Passato, presente e futuro coesistono nello stesso identico momento e come dico sempre: “Se volete sapere le risposte alle domande sul futuro, basta guardare il presente”. Per scoprire la verità su Kala e per dare un senso al suo finale, quindi, basta quindi fare particolarmente attenzione a ogni pagina del romanzo.
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