Appurato
che ho finalmente chiuso con il blocco degli anime, ho deciso di iniziarne uno
così dei nostri giorni, così odierno che ho guardato gli episodi ogni volta che Netflix ne
ha rilasciato uno, visto che la seconda stagione è disponibile sulla piattaforma
streaming dal 6 gennaio 2025.
Sto parlando de “Il mio matrimonio felice”, (titolo originale: “Watashi no shiawase na kekkon”).
Nato come light novel (2019) scritto da Akumi Agitogi e illustrato da Tsukiho Tsukioka, dopo pochi mesi ne viene fatto un adattamento manga, mentre nel 2023 vengono prodotti l’adattamento cinematografico in live action e una serie anime.
Sto parlando de “Il mio matrimonio felice”, (titolo originale: “Watashi no shiawase na kekkon”).
Nato come light novel (2019) scritto da Akumi Agitogi e illustrato da Tsukiho Tsukioka, dopo pochi mesi ne viene fatto un adattamento manga, mentre nel 2023 vengono prodotti l’adattamento cinematografico in live action e una serie anime.
Stiamo in
un mondo distopico dove nel XIX secolo – nel rinnovamento sociale del periodo
Meiji – le nobili famiglie giapponesi per prosperare e continuare ad avere
potere, devono possedere determinati poteri soprannaturali che si ereditano di
generazione in generazione.
Miyo Saimori è una giovane ragazza che, nonostante provenga da una ricca e
nobile famiglia, è costretta a vivere come una serva perché non ha sviluppato
alcun potere, neanche quello base. Sua sorella Kaya (sorellastra, a dir la verità essendo nata dal secondo
matrimonio del padre, a seguito della morte della madre di Miyo) al contrario,
ha ereditato il potere della famiglia Saimori. Sulla carta è quindi lei che potrà avvalersi di un matrimonio d’alto rango, ma
il tutto viene scombinato dal potente e ricco Kiyoka Kudou: capo della famiglia
Kudou, la più importante di tutte le famiglie nobili. Lui vuole al suo fianco
Myo.
Kaya non ci rimane male, visto che su Kiyoka girano voci terribili: lui sarebbe un despota vendicativo, pronto persino a uccidere le sue fidanzate appena queste non rispettano il suo volere. Con lui, però, Miyo si sente al sicuro per la prima volta in vita sua e piano piano saprà affrontare le sue insicurezze fino a quando arriverà una notizia a sconvolgerle nuovamente la vita.
In un mondo lontano dal politicamente corretto quale è il Giappone, ci si può permettere di scavare a fondo sulla tragedia e i lati torbidi degli esseri umani, dando vita a trame certo difficili ma che sanno andare in profondità senza perdersi nel banale o nell’insensato.
Dalla nostra mentalità occidentale possiamo vedere Miyo forse come un’inetta, ma nella realtà è perfettamente in linea con la bambina vessata fin da subito che ha fatto del silenzio e della sottomissione la sua corazza per potere proseguire nella vita. Fa male al cuore vedere come Kiyoka le spieghi più volte che in una famiglia ci si debba fidare esternando tutto, perché lei non ha idea né di come fare, né di cosa sia una famiglia.
Kaya non ci rimane male, visto che su Kiyoka girano voci terribili: lui sarebbe un despota vendicativo, pronto persino a uccidere le sue fidanzate appena queste non rispettano il suo volere. Con lui, però, Miyo si sente al sicuro per la prima volta in vita sua e piano piano saprà affrontare le sue insicurezze fino a quando arriverà una notizia a sconvolgerle nuovamente la vita.
Non vado avanti con la trama, per non fare spoiler.
Personalmente ho amato questo anime, che mi ha riportata un po’ ai vecchi tempi, quando amavo struggermi dietro intrighi e psicologia intensa dei personaggi. Ognuno di loro, infatti, agisce in modo coerente con la sua storia e background arrivando così a empatizzare con lo spettatore.
In un mondo lontano dal politicamente corretto quale è il Giappone, ci si può permettere di scavare a fondo sulla tragedia e i lati torbidi degli esseri umani, dando vita a trame certo difficili ma che sanno andare in profondità senza perdersi nel banale o nell’insensato.
Dalla nostra mentalità occidentale possiamo vedere Miyo forse come un’inetta, ma nella realtà è perfettamente in linea con la bambina vessata fin da subito che ha fatto del silenzio e della sottomissione la sua corazza per potere proseguire nella vita. Fa male al cuore vedere come Kiyoka le spieghi più volte che in una famiglia ci si debba fidare esternando tutto, perché lei non ha idea né di come fare, né di cosa sia una famiglia.
I disegni sono
bellissimi, anche loro mi portano indietro ai primi del 2000 con l’alta qualità di oggi.
La trama, poi, non è lenta come gli anime di adesso… forse oserei dire che è
anche abbastanza veloce e incalzante per questo è piacevole da seguire.
Il cliffhanger della prima stagione mi ha fatto urlare, fortuna che è seguito subito dopo un altro episodio. Mentre il finale della seconda, secondo me, potrebbe andare bene anche come conclusivo.
Il cliffhanger della prima stagione mi ha fatto urlare, fortuna che è seguito subito dopo un altro episodio. Mentre il finale della seconda, secondo me, potrebbe andare bene anche come conclusivo.
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