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mercoledì 5 marzo 2025

#Cinema&SerieTV: Il conte di Montecristo

La nuova serie RAI Il Conte di Montecristo si presenta come un’opera che, pur ispirandosi al celebre romanzo di Alexandre Dumas, sceglie di intraprendere una strada narrativa e stilistica propria, distanziandosi dall’opera originale per offrire una rilettura moderna e, a tratti, audace.


Chi si aspetta una trasposizione fedele del classico ottocentesco potrebbe rimanere spiazzato.
La serie prende in prestito i pilastri tematici del romanzo—vendetta, inganno, giustizia e redenzione—ma li rielabora con una struttura narrativa più dinamica e un contesto storico e culturale che si discosta dalle pagine di Dumas.
I personaggi principali mantengono nomi e ruoli chiave, ma le loro psicologie vengono amplificate o persino modificate per adattarsi a una sensibilità contemporanea. Il protagonista, pur condividendo la medesima sete di vendetta del celebre Edmond Dantès, viene esplorato sotto una luce più ambigua, dove il confine tra giustiziere e carnefice diventa sottile
 
Dal punto di vista visivo, la serie colpisce per la cura delle scenografie e dei costumi, che mescolano il fascino del periodo storico con una regia moderna, quasi cinematografica. Le inquadrature, spesso cariche di tensione emotiva, e una fotografia che gioca con luci e ombre, contribuiscono a creare un’atmosfera cupa, perfetta per la storia di un uomo consumato dal desiderio di rivalsa. ll ritmo è decisamente più serrato rispetto al romanzo: la narrazione si concentra su colpi di scena frequenti e momenti di tensione che mantengono alta l’attenzione dello spettatore. Le sottotrame, sebbene talvolta rischino di appesantire la trama principale, servono a costruire un mosaico di intrighi politici e personali che arricchiscono la storia.

Uno degli elementi più interessanti di questa serie è la capacità di rendere universali e attuali i temi di Dumas. La vendetta diventa un pretesto per riflettere sulla corruzione del potere, sull'ingiustizia sociale e sulla fragilità dell’identità personale. Il protagonista non è solo un uomo in cerca di giustizia, ma un individuo che lotta contro i propri demoni interiori, offrendo una lettura più intima e psicologica rispetto all’eroe epico del romanzo.

Un cast internazionale

Il Conte di Montecristo della RAI non è semplicemente diverso dall’originale; è un’opera che vive di una propria identità. Se il romanzo di Dumas è un intricato gioco di maschere e inganni ambientato nella Francia post-napoleonica, la serie si concentra sull’esplorazione emotiva e morale dei personaggi, rendendo la storia più vicina allo spettatore moderno. È una scelta coraggiosa, che può non piacere ai puristi, ma che offre una nuova chiave di lettura per chi cerca una narrazione intensa, ricca di sfumature e riflessioni. Non è il Montecristo che conosciamo, ma ha il suo perché. E forse, proprio per questo, merita di essere visto.

Il cast internazionale è guidato da Sam Claflin nel ruolo di Edmond Dantès, un giovane marinaio ingiustamente incarcerato che, dopo anni di prigionia, assume l'identità del Conte di Montecristo per vendicarsi di coloro che lo hanno tradito.     
Accanto a Claflin, Jeremy Irons interpreta l
Abate Faria, il mentore di Edmond durante la sua detenzione. Ana Girardot veste i panni di Mercédès, lamore perduto di Dantès.     
Il cast include anche Mikkel Boe Følsgaard nel ruolo di Gérard de Villefort, Blake Ritson come il barone Danglars e Karla-Simone Spence nel ruolo di Haydée.
La produzione vanta una significativa partecipazione italiana, con attori come Lino Guanciale nel ruolo di Vampa, Michele Riondino che interpreta Jacopo e Gabriella Pession nei panni di Hermine Danglars.
Questa co-produzione italo-francese è stata presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma nel 2024, sottolineando l
ambizione di offrire un adattamento moderno e coinvolgente del classico di Alexandre Dumas.

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