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venerdì 12 luglio 2024

#StorieRomane: Palazzo Madama

Se si sente “Palazzo Madama” si capisce subito che si sta parlando di politica, essendo la sede del Senato della Repubblica.

Ultimamente mi è capitato di entrarci per lavoro e passo dopo passo mi emozionavo sempre più sapendo che i miei piedi stavano calpestando gli stessi – più o meno – pavimenti calpestati da Margherita d’Asburgo, quindi ho deciso di avventurarmi lungo la sua ricca storia.
 
Per iniziare dobbiamo andare molto indietro nel tempo, a fine Quattrocento quando il palazzo ancora non esisteva e parliamo di un terreno appartenuto ai monaci benedettini dell’abbazia di Farfa, i quali nel 1479 lo diedero al monarca francese che lo regalò a Sinulfo Ottieri di Castell’Ottieri, vescovo di Chiusi. Qui ci costruì un piccolo palazzo che, nel 1503 passò al fratello Guidone di Montorio che a sua volta nel 1505 lo diede a Giovanni de Medici, che diventerà poi papa Leone X.

Il palazzo venne restaurato da Giuliano da Sangallo e, quando i Medici vennero cacciati da Firenze, divenne la dimora principale della famiglia, ampliando di molto la struttura.
Non tutto è eterno e, per problemi economici, Leone X è costretto a venderlo alla cognata Alfonsina Orsini che, alla sua morte avvenuta nel 1519, lo lascia in eredità al suo benefattore, anche se per pochi anni perché papa Medici muore nel 1521.
Il Papa, comunque, lo lascia in eredità al cugino Giulio de’ Medici, anch’esso nella carriera ecclesiastica e infatti nel 1523 diventa papa Clemente VII.

Arriviamo velocemente al 1537, quando Madama Margherita d’Austria (figlia di Carlo V) divenuta vedova alla morte del duca Alessandro dei Medici, lo riceve in usufrutto e continua a viverci anche quando sposa in seconde nozze Ottavio Farnese. La sua popolarità è tale a Roma che il palazzo prende il suo nome, quello per cui lo conosciamo ancora oggi.
Quando Margherita deve partire per il governatorato delle Province Unite, il palazzo torna alla famiglia dei Medici, con il cardinale Ferdinando I che lo prende come domicilio. Quando anche lui parte per assumere il granducato di Firenze, lo lascia a un altro cardinale, ma non più Medici, Francesco Maria Bourbon del Monte Santa Maria con cui il palazzo comincia ad andare in rovina.

È solo un secolo dopo circa, quando nel 1635 iniziano i lavori di ristrutturazione di Palazzo Madama che gli diedero una nuova facciata in pieno stile barocco, progettata da Paolo Maruscelli e completata nel 1642.     
Ha continuato a essere sede dei vari cardinali Medici, alternandosi quando cominciarono a ospitare l’Accademia Fiorentina nell’Urbe, prima e Violante Beatrice di Baviera poi. Alla morte di lei, il Palazzo diventa un punto focale di feste, eventi e balli perché sede dell’Accademia letterale dei Quirini.


Palazzo Madama nel XVIII secolo
Nel 1737 il Palazzo passò ai Lorena per poi essere acquistato, nel 1755, da papa Benedetto XIV, con il suo stemma ancora visibile all’entrata. Il tutto si trasforma ancora, facendo diventare la struttura, nuovamente ristrutturata, un palazzo pubblico dello Stato Pontificio.

Piazza Madama, come la vediamo tuttora, è opera di Luigi Hostini, che aggiunse al palazzo il tribunale criminale del Governatore di Roma e la sede della polizia. Tutto ciò fu preludio del fatto che nel 1798 sarebbe divenuto l’ufficio centrale della Repubblica Romana.

Nel 1849 Pio IX continuò a renderlo il più pubblico possibile, trasferendovi il Ministero delle Finanze e del Debito Pubblico e le Poste Pontificie.
Al tramonto storico dello Stato della Chiesa, nel 1871, data l’enorme storia, fu deciso che qui si sarebbe riunito il Senato del Regno d’Italia che cominciò il suo lavoro il 28 novembre 1871.

Fatto divertente: vista la sede della polizia sul finire del Settecento, ancora oggi nella forma dialettale, la polizia viene indicata con il termine “la madama” dai cittadini romani.

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